Presi
un profondo respiro - Una tregua nelle incursioni in città da parte
di voi Crociati! -
Lui
guardò la nave e rise nervoso - Questo è un po' più complicato di
punire un adepto. - pensava davvero che stessi scherzando ma non era
così.
Cercai
di rimanere il più risoluto possibile - Perché? Ti basta solo
ritirare gli uomini qui a Bellechase per un po'. Non mi sembra così
complicato! -
-
Ma noi abbiamo degli ordini e dobbiamo eseguirli. E poi per quanto
tempo? - cercò di ironizzare. I suoi soldati fecero una debole
risata.
Feci
un altro respiro per scacciare la voglia di prenderlo a calci -
Abbiamo una situazione particolarmente delicata in città e il vostro
intervento ha solo peggiorato le cose. - non volevo rivelargli tutto
per mantenere un minimo di controllo.
-
Che tipo di situazione? - mi chiese smettendo di sorridere.
Guardai
Valentine che mi fece sì con la testa - C'è un gruppo di streghe
con strane capacità al limite del possibile in città. Sono molto
potenti e pericolose, non voglio che altre persone muoiano per causa
loro. - lo guardai negli occhi - Ti prego! - lo supplicai.
Nathan
sospirò - So già di quelle streghe. Sulla loro potenza pensavo
fossero esagerazioni di primini alla loro prima missione, e invece tu
confermi tutto. Ma perché cerchi di salvare anche i miei uomini? Noi
siamo tuoi nemici. -
Rimasi
impietrito, non mi aspettavo quella domanda - Ecco... io e i miei
compagni preferiamo salvare la vita alle persone piuttosto che
toglierla. E questo vale per tutti incondizionatamente, quindi diamo
a chiunque la possibilità di arrendersi. -
Lui
a quelle parole si mise a ridere incredulo cercando lo sguardo dei
suoi sottoposti che si unirono a lui di riflesso. La cosa non mi
stupì affatto ma mi diede comunque fastidio. Nathan tornò a
guardarmi, poco a poco la sua espressione cambiò e smise di ridere.
-
Sei seria! - affermò stupito.
-
Serissima! - confermai.
Nathan
continuò a fissarmi avvicinandosi all'orecchio di uno dei soldati -
Fa richiamare gli uomini, subito! - ordinò. Il marinaio lo guardò
perplesso, poi fece il saluto e salì a bordo della nave.
Per
un attimo non riuscii a credere di esserci riuscito così facilmente
- Grazie! - gli feci un piccolo inchino.
-
Non devi ringraziarmi. Hai ragione, il nostro intervento ha causato
molte vittime in questi mesi senza dare risultati. E a quanto pare
abbiamo lo stesso obbiettivo. Venite. - ci fece un gesto con la mano.
Valentine
mi toccò la spalla - Evie, è una trappola. Non cascarci. - era
terrorizzata.
La
guardai negli occhi - Valentine, siamo due Matriarche ricordi? Ti
serve sapere altro? -
Lei
fece una smorfia come se avesse capito cosa intendessi. Guardai tutti
gli altri che mi fecero un cenno con la testa, avevano accettato
tutti.
Nathan ci fece da guida all'interno del cacciatorpediniere, in quei
stretti corridoi ci si poteva perdere facilmente perché erano
pressoché tutti uguali. Ogni marinaio che incrociavamo faceva il
saluto al capitano e lo aggiornava su riparazioni e rifornimenti o
sulla ronda giornaliera. Ma tutti, appena si accorgevano di noi, ci
guardavano male, molto probabilmente non erano abituati ad avere
delle streghe come ospiti a bordo. Dopo qualche svolta pendemmo delle
scale e girammo a destra ritrovandoci sul ponte di comando.
Appena entrato Nathan una donna sulla ventina di colore lo annunciò
con un sonoro - Capitano sul ponte! -
- Guardiamarina! - la salutò e lei tornò a lavorare sui monitor che
aveva davanti.
Il ponte di comando era una camera con finestroni ampi e con visione
a centottanta gradi, sparsi in modo strategico monitor di sonar,
timoni e leve di cui ignoravo l'utilità. In tutto oltre a noi
c'erano altre quattro persone che ci osservavano perplessi. Guardando
fuori dai finestroni si potevano intravedere all'orizzonte i palazzi
di New Orleans da quella altezza.
Nathan si girò verso di noi - Bene, ora siamo in un posto dove
possiamo parlare apertamente. - fece un cenno ad un uomo robusto e
che sembrava aver partecipato a molte battaglie.
L'uomo ricambiò il cenno e fece uscire un paio di soldati e chiuse
le porte. Non nego di essere stato per un attimo in apprensione per
quel gesto.
- Tranquilli è solo per avere un po' di privacy. Qui siamo tra gente
fidata. - sospirò e continuò - Cominciammo dall'inizio. Qualche
mese fa i nostri superiori ci hanno ordinato di localizzare e
neutralizzare alcuni soggetti potenzialmente dannosi. - era seri in
volto.
Francis sbuffò - Cioè trovare e ammazzare streghe pericolose! -
- Esattamente! - lo fissò Nathan - E tutto è iniziato dopo il
Massacro della Città Dei Morti. -
- Capimmo che i responsabili erano delle streghe estremamente potenti
e mandammo un rapporto ai nostri superiori. - specificò il
guardiamarina.
- Sicuramente i capoccia se la sono fatta sotto e hanno lasciato a
noi la patata bollente. - continuò l'uomo robusto.
La ragazza di colore si girò di scatto – Franck, sai benissimo che
gli ordini dei superiori non si discutono! -
- Sì, sempre la solita storia... - rispose scontroso l'uomo.
Nathan si alzò dalla sedia di comando - Vicecomandante. Julia.
Adesso basta! - ordinò a entrambi - Quello che cerchiamo di dirvi è
che la tensione è sempre più alta anche tra i nostri ranghi per
colpa di questa storia. - ci spiegò.
Annuii - Okay! -
- Una cosa non capisco. Con tutti questi uomini sotto il vostro
comando non siete riusciti a trovare quattro persone? - chiese
dubbiosa Valentine.
Sapevo che quella era una semplice provocazione perché più di
chiunque altro era a conoscenza che se volevi scomparire New Orleans
era perfetta.
Nathan cercò di rispondere ma Franck lo anticipò - Voi streghe
pensate sia tutto facile perché avete capacità superiori ai normali
esseri umani. Se fosse stato per me vi avrei sommersi sotto una
pioggia di missili Tomahok e problema risolto. -
- E i civili innocenti? - ribatté Valentine.
- Come mi disse una volta una strega, effetti collaterali
accettabili! - contraccambiò l'insolenza.
M girai prima che Valentine potesse dire qualcosa in più - Sbaglio o
sento dell'astio verso di noi, cosa ti turba? - gli chiesi con
sincerità.
Franck si avvicinò gonfiando i pettorali per sembrare più grosso -
Mi turba il fatto che ci avete attaccati a testa bassa e che venti
dei nostri siano morti. Mi turba che vi siate immolati con un attacco
suicida al pari di terroristi pazzoidi. Mi turba la mancanza di
rispetto per la vita vostra e quella altrui. Mi turba che non abbiate
un'anima. - spiegò abbassando sempre di più il suo volto verso di
me.
Agitai le mani per farlo tacere - Aspetta. Aspetta un momento. Stai
parlando di qualche mese fa? -
- Sì. Quelle streghe hanno agito come se non fossero del tutto
capaci di intendere o volere. - rispose Julia con un pizzico di
timore.
- Combattevano nonostante gli mancassero arti o fossero stati
crivellati di proiettili calibro cinquanta. Non avevo mai visto
qualcosa del genere nella vita reale, solo nei film di zombie.
L'unico modo per fermare quelle bestie fu quello di sparare loro in
testa. - continuò Franck.
Nathan alzò le braccia - Ora sapete tutto! -
Guardai i miei compagni senza dire una parola, la situazione era
peggiorata ulteriormente, era normale che ci fossero delle
rappresaglie, ma quello che avevano descritto i Crociati era un vero
e proprio atto di guerra. Gli equilibri del mondo delle streghe si
era del tutto spezzato e regnava il caos più totale.
A quel pensiero mi sentii mancare, scrollai la testa ma peggiorai le
cose. Mi misi una mano sulla fronte sperando mi passasse ma non
funzionò. Nathan mi afferrò prima di cadere a terra.
“Erik!” sentii urlare nella mia testa e subito il dolore
cominciò ad affievolirsi.
“Evaline, ma che cazzo...?” replicai senza far notare agli
altri la mia conversazione interiore.
“Scusami. Ho passato gli ultimi tre mesi a sbloccare la tua
psiche dal dolore della perdita. Fortuna che toccando la Masamue hai
riacquistato un po' di serenità interiore permettendomi di eliminare
quella barriera psichica.” spiegò con il fiatone, era esausta.
“Ecco perché non mi rispondevi da tre mesi, pensavo ti fossi
stancata di me...” le risposi mentre Nathan mi rialzava in
piedi.
“Questo mai, ti starò sempre accanto! Ma i convenevoli a dopo.
Ora devi avvertire tutti dell'attacco che sta per subire questa
nave.” si sbrigò a dire.
Purtroppo non riuscii nemmeno a parlare che qualcosa impattò sullo
scafo di poppa causando una fiammata e uno scossone così forte che
dovemmo tenerci a qualcosa per non cadere a terra.
Nessun commento:
Posta un commento