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sabato 31 dicembre 2016

Stagione 2 Capitolo 41




Attesi fino alle diciannove e trenta, Valentine, Francis e Jolene erano nervosi per la battaglia che stavano per combattere. Io invece ero tranquillo, avevo calcolato tutto nei minimi dettagli durante il pomeriggio: avevo chiesto a Francis di portare i suoi para bracci per sicurezza, e Jolene era in sintonia con lui, cosa che avrebbe giovato moltissimo in battaglia; avevo fatto tornare la grinta a Valentine perdonandola per il suo comportamento; avevo trovato, attraverso la comunità cinese, e contattato i superstiti del Massacro Della Città Dei Morti e i Crociati del capitano James per incontrarli davanti all'entrata del Charity Hospital: volevo mettere definitivamente la parola fine alla rivalità tra le due fazioni. In pratica avevo predisposto tutto per godermi la sua entrata in scena perché sapevo che avrebbe segnato la nostra vittoria.
Partimmo da casa in orario e con lo stesso tempismo riuscimmo ad arrivare al piazzale esterno dell'imponente edificio. Il cancello era aperto e all'interno due gruppi di persone, una ventina a fazione, stavano agitando armi e discutevano animatamente, il brusio arrivava fino dentro l'auto.
Guardai meglio e mi accorsi che uno dei gruppi erano i soldati di James. Quelle invece sono le streghe scampate quella notte e le loro congreghe, bene, sorrisi. Parcheggiai l'auto e scesi assieme agli altri. Mi avvicinai abbastanza da sentire i loro discorsi.
- Voi bastardi Crociati dovreste morire! - sbraitò un uomo grosso e alto nel gruppo delle streghe.
- Cerchi di calmarsi, non siamo qui per creare problemi. - fece con tono pacato Michael. A quanto pareva era tornato in servizio ma il suo atteggiamento era cambiato, sembrava più professionale e pacato.
- Voi siete il problema da centinaia di anni. - inveì un'altra strega incappucciata.
Michael indietreggiò di qualche passo. - Noi stiamo solo eseguendo gli ordini del nostro comandante... - provò a dire ma i suoi compagni alzarono i fucili contro le streghe che si misero in guardia. - No. Fermi! - ordinò in tempo accorgendosi di quello che stava per accadere. Riluttanti i soldati abbassarono le armi.
- Ecco. Questa è la vostra natura: prendete e attaccate pretendendo di essere nel giusto. - protestò una donna di colore con le trecce e una spada ricurva in mano.
- Come ossi? Noi seguiamo la legge che Dio ci ha dato. - commentò uno dei soldati.
- E come fai a dire che è stato il tuo dio a creare quelle leggi? Potrebbe essere stato chiunque, come i capi della tua ridicola chiesa per esempio. - urlò la donna.
- Non essere ridicola, strega. Dio ha dato a noi tutto e tu lo ripaghi adorando il diavolo. Quindi non comprenderai mai il suo dono. - ribadì un secondo soldato.
Il gruppo di streghe si mise a ridere. - Diavolo? La natura di tutte le cose secondo te è il diavolo, davvero? - chiese facendo un gesto ampio con la mano.
I soldati rimasero in silenzio interdetti. - È stato Dio a creare tutte le cose, non i vostri dei pagani fratelli del diavolo. - commentò un altro soldato come per convincere se stesso.
- Ora basta! È inutile provare a discutere con gente come voi. Avete una mente così chiusa che non capireste nemmeno se vi mettessimo la verità davanti agli occhi... Voi conoscete solo una cosa, proprio come noi: la violenza. - disse l'uomo robusto e si mise in posizione per attaccare. I Crociati alzarono di nuovo le armi intimoriti.
Il teatrino dell'assurdo è finito, sbottò Evaline.
Avanzai fino ad arrivare in mezzo ai gruppi e sguainai la Honjo Masamune. - Cosa credete di fare? - sbraitai furioso.
Un vecchio dai vestiti gitani si fece avanti. - Quelli sono dei maledetti Crociati. - inveì.
Mi girai verso di lui. - Lo so. - risposi.
L'uomo robusto si avvicinò. - Lo sai? Allora perché dai loro le spalle? - Sembrava turbato dalla risposta che potevo dargli.
- Perché li ho chiamati io. - risposi secco.
- Tu cosa? Sei forse impazzita passando dalla parte del nemico? - continuò.
Sospirai e abbassai la spada. Ma no... Semplicemente credo sia ora di finirla con questa stronzata tra streghe e Crociati. Non capite che a rimetterci sono soltanto gli innocenti? - Mi rivolsi a tutti.
- Quali innocenti? Qui vedo solo adoratori del diavolo. - replicò un soldato indicando le streghe.
- Quelli tra i civili. Persone comuni coinvolte nei vostri inutili scontri. - si avvicinò Valentine.
L'uomo robusto si ammutolì ma la donna ignorò l'atteggiamento del compagno. - Ma voi chi credete di essere per chiedere tali pretese?
- Nessuno. Siamo solo le streghe che hanno ucciso Era e il suo Gran Circolo. - La fissai negli occhi volevo che capisse bene di cosa parlavo.
All'inizio quasi tutte le streghe si misero a ridere. Poi, però, uno a uno, smisero di ridere riconoscendo Valentine e notando che i Crociati erano rimasti seri. Era una carta che non volevo giocare per non turbare la pace che ci dava l'anonimato, ma questa volta era necessario usarla.
- V... voi? - balbettò il vecchio gitano.
Feci di si con la testa. - Ora siamo noi il Gran Circolo di New Orleans. E se sentiremo che uno dei nostri... - fissai le streghe, poi mi girai e mi rivolsi ai Crociati. - ...o dei vostri combinare casini, lo ammazzo con le mie stesse mani. Chiaro? - chiesi in generale e ad alta voce per farmi sentire da tutti.
I Crociati annuirono debolmente, erano intimoriti dal mio sguardo. - Che cos'era quello? Rispondete come si deve. - sbraitò Michael ai suoi uomini.
- Sissignora! - risposero ad unisono mettendosi sull'attenti.
Tornai verso le streghe che erano attonite da ciò che stavano vedendo. - E va bene. Sinceramente essere un membro del Gran Circolo temporaneo per me è stato un peso. Volevo solo che le persone a me care stessero al sicuro. Poi quella notte una sola strega ha massacrato quasi tutti i membri in pochi minuti. - spiegò l'uomo robusto.
- È stato orribile. - fece una donna sulla quarantina dai capelli biondi.
- So anche questo. - sospirai abbassando lo sguardo. Per un istante mi tornò alla mente l'immagine di Mei martoriato da Arthur.
- Tu? Come...? Eri l'assistente di uno degli anziani. Se sei così potente da aver ucciso Era, perché non hai combattuto quella notte? - Mi guardò confuso.
Alzai il sguardo e mostrai la katana. - Non ero armata. E quella strega è lì dentro assieme ai suoi amichetti. - Gli sorrisi indicando il palazzo.
Tutti i presenti si girarono verso l'edificio ammutoliti. In quel momento la colonna di luce si alzo a cielo con il suo caratteristico ronzio stordente. Avevano iniziato a diablerare Thessa.
Guardai verso Valentine, era terrorizzata. - Evaline... quella è... dob... dobbiamo... - balbettò.
- Sì, e so pure questo. - Le appoggiai la mano sulla schiena. - Tranquilla, nessuno diablerà Thessa. - Le feci l'occhiolino. - A proposito, sto bene così o è troppo elegante? Dovevo tenerli lisci, vero? - mi toccai i capelli preoccupato.
- Stai... stai... benissimo... - mi guardò confusa.
- Oh, okay. Andiamo a spaccare qualche culo. - esclamai entusiasta. - Voi invece starete qui fuori a controllare che nessuno esca e, soprattutto, che nessuno entri per sbaglio. Non voglio che altri innocenti vengano coinvolti in questa storia, chiaro? - ordinai.
Entrambi i gruppi, imbambolati, risposero di sì. Avevano finalmente capito chi ero, ora dovevo solo dimostrare cosa sapevo fare.
- Evaline... - mi chiamò Michael. - Volevo dirti che mi dispiace per... hai capito, no? - Si grattò la testa imbarazzato.
- Aver provato ad uccidermi? - gli chiesi senza mezzi termini.
- Sì. Ho saputo quello che hai fatto durante l'attacco di ieri e volevo scusarmi, anche se non è minimamente abbastanza. - spiegò.
Lo guardai negli occhi, sembrava sincero. - Okay. Accetto le tue scuse. Però, non è tanto quello che sei ma quello che fai che ti qualifica. - Gli sorrisi appoggiandogli il pugno sul petto.
Lui sbuffò. - E tu ricorda che da un grande potere derivano grandi responsabilità.
- Già. - risposi sorridendo e proseguii verso l'entrata dell'edificio.
Sentii una mano appoggiarsi alla mia spalla. - Ma che cos'hai oggi? Sei diversa dal solito. - mi sussurrò ad un orecchio Valentine.
- Nulla. Stavo pensando che con certe persone la pace ha avuto la sua chance, ora è il turno della guerra. - le risposi rinfoderando la spada. Il suo sguardo si accese. Era entrata in Trance, come lo ero io.  



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giovedì 29 dicembre 2016

Recesione Del Blog: Finestra sul mondo

Lonely Souls: Le streghe di New Orleans è il titolo di un romanzo di Andrea Romanato che descrive una città di Orleans in cui vivono alcune streghe, donne dotate di poteri forti e caratterizzati che le contraddistinguono.
Queste streghe sono associate in congreghe e combattono tra di loro per ottenere maggiori poteri, inoltre lottano da secoli contro gli inquisitori che cercano di farle estinguere.
In questo romanzo urban fantasy per adulti il protagonista è Erik un uomo che si è risvegliato dentro il corpo di una giovane donna di nome Evaline e che scopre di possedere poteri da strega.
Lonely Souls E’ un romanzo crudo, in cui si susseguono combattimenti all’ultimo sangue nel tentativo di restare in vita. Un romanzo in cui le giovani donne protagoniste cercano di costruire insieme un gruppo di cui sentirsi parte integrante, come in una famiglia.
Un libro ricco di immagini e di azione, per gli amanti del genere.
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Puoi vedere questo libro su

martedì 27 dicembre 2016

Recensione Dal Blog: Società Storie Scadute

Natale si avvicina sempre più ed è il momento della corsa ai regali dell'ultimo minuto. Quindi, cari amanti della lettura, perché non regalare (o regalarsi) un libro?
Ho da poco terminato la lettura di Lonely Souls - le streghe di New Orleans, urban fantasy di Andrea Romanato, e mi sento di consigliarlo a tutti gli appassionati del fantastico in cerca di idee fresche, diverse dal solito, ma intriganti. Il mondo del self-publishing non è dei più semplici e sono rimasta impressionata da questo giovane scrittore che si è lanciato in quest'avventura con una trama non scontata. Di certo nulla che sappia di già letto.
Questa è la presentazione che l'autore fa del suo libro su Amazon:

"Il protagonista è un ragazzo newyorchese, Erik Crane, che si ritrova mezzo morto dopo aver subito un'aggressione da parte di alcuni individui nel tentativo di salvare una ragazza. Quest'ultima gli sussurra delle parole incomprensibili e lui sviene. Quando si risveglia si rende conto di essere nel corpo di una ragazza di nome Evaline e che si trova a New Orleans.Un anno dopo, tornando a casa da lavoro, aiuta un'altra ragazza da un aggressore maniaco armato di machete. Quell'incontro e quella ragazza segneranno per sempre la vita di Erik, trascinato sempre di più nel mondo segreto delle streghe e delle loro sanguinose leggi."
La premessa narrativa mi è sembrata un'idea vincente e stimolante. Il ribaltamento di prospettiva cui è soggetto un uomo che di colpo si trova nei panni di una donna, tra problemi e discriminazioni, apre molte possibilità alla trama. E suggerisce ai lettori (e, perché no, anche alle lettrici) uno sforzo di immaginazione interessante.
Come ormai sarà chiaro, le streghe sono personaggi letterari che mi stanno molto a cuore. Le streghe di New Orleans di Andrea Romanato sono una sorta di società parallela nascosta all'interno della nostra, con regole ferree e una precisa gerarchia.
Alto il tasso di eros e violenza. Lo spunto iniziale di un uomo finito per magia nel corpo di una donna dà adito a situazioni romantiche insolite e di difficile definizione. Erik/Evaline pensa come un uomo, ma il suo è un corpo di donna e con questo deve fare i conti.
Il ritmo della trama è sempre sul filo del rasoio: l'azione non manca, il sangue neanche. Lo definirei un romanzo forte, in tutti i suoi aspetti: personaggi, intreccio, idea iniziale. Mi sembra di leggere nelle scene di combattimento spesso ravvicinate e nello stile dei dialoghi l'influenza delle serie TV, con la verosimiglianza a tratti sacrificata per la spettacolarità. Il ritmo, in generale, è più televisivo che romanzesco, con una certa indulgenza verso l'estetica splatter.
Forse in questo la copertina del romanzo è un po' fuorviante. Si dice di non giudicare mai un libro dalla copertina e in questo caso il detto calza a pennello. La prima volta che ho visto la copertina di Lonely Souls ho immaginato un romanzo più lento, magari romantico, non questi contenuti decisi e piccanti!
Lo stile dell'autore è giovane, a tratti un po' acerbo, ma credo che meriti di essere tenuto d'occhio.
Consigliato a chi ama i ritmi celeri delle serie TV!

Potete fare visita all'autore sul suo blog, oppure acquistare il libro su Amazon a 2,99 euro in formato ebook o 9,99 in formato cartaceo.



Dal blog: Società Storie Scadute

venerdì 23 dicembre 2016

Stagione 2 Episodio 40



Aprii lentamente la porta, la stanza era buia e le finestre erano chiuse. Dalla vasca della doccia udii una litania che mi fece venire i brividi. - Posso farcela. Posso farcela. Posso farcela. - Era Valentine, rannicchiata con la testa appoggiata alle ginocchia.
Mi avvicinai. - Puoi fare che cosa? - le chiesi cercando di tenere un tono della voce dolce, non volevo spaventarla e rischiare che si chiudesse in se stessa. Smise di parlare restando nella sua posizione.
Quando accesi la luce lei alzò lo sguardo e mi fissò sbiancando in volto. Dopo qualche secondo cercò di ricomporsi e di alzarsi, io però la bloccai facendole di no con la testa e mi sedetti accanto a lei.
- Allora? - continuai a chiederle col sorriso.
- Io... ho paura... - provò a dirmi. Stava tremando.
Le misi una mano sul ginocchio per calmarla. - E di cosa? - le chiesi gentilmente.
- Di non essere accettata. Di non essere d'aiuto al gruppo. Di non riuscire a trovare un modo per espiare le mie colpe. Credimi, so benissimo che ho commesso delle azioni tremende nei tuoi e nei confronti degli altri. Me ne vergogno ogni istante di ogni giorno... - Aveva la voce rotta e dagli occhi cominciarono a scendere lacrime. - Ho paura di non ricevere... il tuo perdono... - E scoppiò a piangere, un pianto diverso da quelli che le avevo visto l'anno prima.
Non avevo mai pensato che il peso di quelle azioni per lei fosse così opprimente da crearle un crollo nervoso.
Le porsi la mano che avevo appoggiato sul ginocchio e lei la strinse  alla fronte. - Fa con calma, hai tutto il tempo che vuoi. - le sussurrai. Scostai lo sguardo, non mi sembrava giusto guardarla in quel momento di debolezza. Sapevo benissimo che Valentine era disposta a tutto per me, ma io non volevo arrivasse a tanto.
Dopo una decina di minuti rialzò lo sguardo e prese un profondo respiro per calmarsi. - Scusa, non avrei dovuto. - Si asciugò le lacrime con il palmo della mano e mi fece un sorriso abbozzato.
Quel sorriso mi colpì al petto, ripensai all'immagine del suo viso contratto e le lacrime di sangue che le scendevano dagli occhi. Un brivido mi percorse la spina dorsale e l'abbracciai d'istinto Non voglio che sacrifichi di nuovo la sua vita, non riuscirei a sopportarlo, urlai nella mia testa. In quel momento capii che, al di là delle sue azioni, le volevo bene, come per Kaileena, Francis, e Jolene.
Mi staccai da lei e la guardai negli occhi. - Hai troppe paure. Fa solo ciò che ritieni giusto, questa è la nostra regola. Per quanto riguarda le tue colpe e i tuoi crimini, non devi essere tu a scegliere la punizione, ma io. - Le scostai una ciocca di capelli da viso. - Se non ci fossi stata tu i questi mesi non so come sarei riuscita ad andare avanti. Grazie. - ammisi. Era vero, ero sempre stato distaccato e freddo verso tutti loro. Era un meccanismo involontario del mio carattere... anche con Tiffany.
Lei mi fissò incredula. - Evaline... - sussurrò, poi prese un altro respiro. - Giuro sulla mia vita di essere all'altezza delle tue aspettative, mia sacerdotessa. -
- E questo che sarebbe? - ridacchiai.
- La mia iniziazione a questa congrega. - rispose con espressione risoluta, determinata.
Le presi le mani tra le mie. - Io... non posso accettare la tua iniziazione, non sarebbe giusto legarti a me in questo modo. Devi essere tu a trovare un modo per avere il tuo posto nel gruppo. - le dissi. Lei sbiancò in volto e abbassò il sguardo sconsolata. - Ma posso accettare i tuo giuramento come tua amica. - conclusi accarezzandole i capelli.
Valentine alzò di scatto lo sguardo, era raggiante come non l'avevo mai vista prima, e mi abbracciò con veemenza. Per un attimo provai imbarazzo, mi tornò in mente la sensazione di benessere che avevo provato il giorno che l'avevo conosciuta, il giorno che me ne ero infatuato. Il suo profumo e la sensazione di morbidezza del suo corpo attaccato al mio, era eccitante.
In quel momento Valentine cominciò ad ansimare - Evaline... - mi sussurrò all'orecchio.
Per un istante desiderai di assecondarla, poi l'immagine di Tiffany mi risvegliò da quel sogno. Mi scostai lentamente da lei riportandola alla realtà. - Amica, ho detto. - le ribadii.
Lei sembrava imbarazzata. - Scusa, non volevo... - biascicò mettendosi una mano sulla bocca.
Sospirai, era solo un momento di debolezza da parte di entrambi. - Va tutto bene. Non è successo niente, tranquilla. - sorrisi. Lei si calmò. - Adesso, però, potresti uscire? - le chiesi. Lei rimase attonita a quella richiesta. - Devo farmi la doccia, ho sudato molto stanotte e puzzo come una capra. - le spiegai alzandomi e aiutandola a mia volta a tirarsi in piedi. - Ma... - provò a replicare ma io la spinsi verso l'uscita. - Niente ma. Sciò, fuori. Fuori. E tieni d'occhio quei due per piacere. Non vorrei che si montassero la testa. - enfatizzai per farle capire il senso della frase.
- Sì, mia sacerdotessa! - mi sorrise lei.
- Grazie, Valentine! - le feci l'occhiolino.
Chiusi la porta, mi girai e mi ci appoggiai con la schiena. Che fatica!, sbottai. Presi un profondo respiro e cominciai a spogliarmi. Aprii l'acqua, mi lavai e mi vestii con gli abiti puliti. Asciugai i capelli e li tirai su a formare una coda mossa. C'avevo messo mezz'ora per prepararmi.
Mi guardai allo specchio. Cosa ne pensi?, chiesi a Evaline.
Meravigliosa, commentò lei con un briciolo di malizia.
Sì, lo penso anch'io, le sorrisi.
In realtà era un nostro modo per allentare la tensione e l'impazienza che impazziva nel petto.
Quando uscii dal bagno, vidi Valentine, Francis e Jolene dietro allo schermo del portatile.
- Che c'è? - chiesi.
- Forse sapiamo dove sono nascosti quei figli di puttana. - rispose Jolene.
Presi il telefono e mi gettai sul divano - Oh, sì, lo so . Si trovano al Charity Hospital. - controllai la rubrica.
- Allora andiamo a prenderci Thessa. - propose Valentine.
Notai delle brioche sul tavolino e ne presi una. - Non se ne parla neanche. Prima dobbiamo fare alcune cose e aspettare il momento giusto. - E morsi il dolce.
Tutti e tre si guardarono straniti ma io feci finta di niente e continuai la mia colazione. Poi telefonai a Kaileena.
- Pronto... - mi fece una voce svogliata e assonnata.
Sentire la sua voce mi fece venire un colpo al cuore, l'avevo vista morire brutalmente poche ore prima e quella sensazione di impotenza non era ancora sparita.
- Ciao Kaily. - le risposi cercando di rimanere calmo.
- Evaline? Hai bisogno del mio aiuto? - mi chiese svogliata.
- Sì. Ho un compito per te e credo ti piacerà. - risposi.
- Cosa devo fare? - chiese senza esitare.
Rimasi in silenzio cercando di trovare il coraggio per dirlo. - Devi sistemare quattro tue conoscenze. -
Lei rise. - Tu che chiedi a me di uccidere delle persone? Strano. -
- Vuoi aiutarmi o no? - chiesi scontroso. Era inutile, non mi piaceva qull'idea ma non c'era altra scelta.
- E me lo chiedi pure? Certo che ti aiuterò. È da tempo che ho sistemato quella faccenda, ma avevo paura che... - provò a giustificarsi.
- Sì, lo so... mi dispiace di essere stata dura con te, Kaily. Tu sei come una sorella per me, ti voglio e ti vorrò sempre bene nonostante tutto. - le risposi tristemente.
La sentii respirare ma non parlò per alcuni minuti. - Dimmi ora e posto. Ti coprirò le spalle, sempre e comunque. - Aveva la voce rotta come se avesse un nodi alla gola.
- Charity Hospital, stasera alle sette e quarantacinque. Cerca un posto dove tu possa vedere l'interno della vetrata principale del palazzo, saremo lì. - sospirai. - Per quella faccenda, ne parleremo quando sarà tutto finito, okay? - le chiesi con dolcezza.
- Va bene, sarò puntuale. Tu cerca di non morire. - mi fece.
Sorrisi. - Non questa volta. Te lo prometto. - e riattaccai.



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giovedì 22 dicembre 2016

Recensione Del Blog: Strawberries And Books


RECENSIONE
Ci sono volte in cui stroncare un libro è semplice. Perché non conosci l'autore, perché la trama fa acqua da tutte le parti, perché la storia è arida. Ci sono volte in cui l'autore si pone in modo così garbato nei tuoi confronti, vedi così tanto potenziale nella sinossi e le premesse per amarlo sono lì che ti chiamano, che quando finisci per esserne delusa provi quasi dolore. Pensavo che Lonely Souls sarebbe stato in grado di rapirmi e catturarmi, invece tutto ciò che associo a questo romanzo è sbigottimento.
I dialoghi, la trama, la caratterizzazione dei personaggi sono tutti elementi intrisi di assurdità. Le dinamiche sono irrealistiche e questo porta il lettore a storcere il naso troppo spesso, allontanandolo dall'immedesimazione.
Il fatto poi che il corpo della protagonista, Evaline, fosse abitato da un ragazzo mi ha creato non poca confusione. Non sono riuscita a comprendere il perchè di questa scelta, dato che per tutto il romanzo l'unico a sapere dell'esistenza di EriK è il lettore. E allora perchè inserirlo? Che valore dà in più alla storia? Poco o nulla.
Lonely Souls è 90% combattimenti e 10% di gente che ospita gente senza alcun criterio. Ok che la trama ruota intorno a faide tra congreghe di streghe, ma leggere di scontri e massacri a ogni pagina alla lunga appesantisce il romanzo. E soprattutto vogliamo conoscere un attimino una persona prima di ospitarla in casa nostra?
Altra nota dolente, purtroppo, sono i continui errori di battitura. Capisco che qualche refuso possa sfuggire, ma qui il numero di parole scritte in modo errato supera i livelli accettabili. Suggerirei con molto garbo una revisione da parte dell'autore.
Nonostante le numerose pecche, Lonely Souls offre comunque qualche spiraglio di luce. Apprezzabile infatti la volontà dell'autore di affrontare i temi dell'amicizia e della solidarietà reciproca. Molto carina anche la concezione di stregoneria presentata e declinata in molteplici tipi.
Tutto questo, però, non è bastato a far decollare il romanzo. Leggendo Lonely Souls ho percepito una scrittura ancora acerba, ma che se fosse coltivata e allenata potrebbe portare a risultati più validi. Perchè questo titolo in particolare, a conti fatti, purtroppo non mi sento di consigliarvelo.

lunedì 19 dicembre 2016

Natale. Diamanti E Baci Sotto Al Vischio - Katherine Jane Boodman





Natale. Diamanti E Baci Sotto Al Vischio - Katherine Jane Boodman


Due case, un’unica famiglia, la cena della vigilia di Natale, amici e parenti riuniti per festeggiare. Da una parte un set di personaggi di prim’ordine: il traditore, l’amante, la melodrammatica, il tatuatore, la coppia perfetta, lo sfinito, la spocchiosa, la smemorata, l’insopportabile, la stringi guance, il fumatore di sigari, l’urlatrice e il saggio. Un pasto che non finisce mai. Risate, affetto e… una spilla di diamanti rubata. Chi l’avrà presa? Ma, soprattutto, quando si alzeranno da tavola? Dall’altra parte, abbiamo Emma, una restauratrice non troppo considerata, che è stata obbligata a partecipare alla cena della vigilia di Natale a casa dei suoi genitori. Alla serata saranno presenti anche amici di vecchia data dei genitori e il fratello, con cui Emma porta avanti una diatriba che dura da anni. A sorpresa, però, arriva anche un amico del fratello, Tommaso, un ricercatore informatico dal carattere piuttosto chiuso a causa di un’infanzia difficile. Tra cioccolate al peperoncino, gelosie mai superate e una simpatica nonnina dall’udito compromesso, cosa accadrà sotto al vischio prima dello scoccare della mezzanotte?

domenica 18 dicembre 2016

Stagione 2 Episodio 39



Sentivo dolore, fisico ed emotivo. A fatica riuscivo a respirare.
Provai a prendere una boccata d'aria e aprii gli occhi, stavo ingoiando più aria possibile.
Il dolore al petto e al braccio erano lancinanti,urlai e mi rannicchiai aspettando che passasse. A fatica provai a toccarmi le ferite ma mi accorsi che erano sparite.
Ma... cosa...?, provai a pensare. Anche formulare pensieri mi riusciva faticoso.
Ero madido di sudore, per un attimo avevo creduto che tutto ciò che avevo vissuto fosse stato un incubo, ma lo strazio che provavo mi riportò alla realtà. Era successo davvero, avevo perso tutti.
Erik, cos'hai?, mi fece una voce femminile nella mia testa.
Cercai di risponderle ma il dolore era ancora intenso. I... miei... ricordi..., fu l'unica cosa che riuscii a dirle in quel momento.
Il cuore mi batteva velocemente per colpa dell'adrenalina, cosa che non aiutava a calmare i nervi. Se continuava a battere a quella velocità rischiavo l'infarto. Provai a respirare profondamente e rallentare, per quanto mi era possibile, il ritmo cardiaco.
Dopo alcuni minuti Evaline commentò: Oh mio dio. Hai fatto un viaggio indietro nel tempo poco prima di morire..., Era sbalordita nel formulare quella frase.
Anch'io facevo fatica a crederlo eppure le prove erano evidenti: mi ero svegliato nel mio letto, le ferite mortali erano completamente sparite, e il dolore che provavo era reale.
Quanto?, le chiesi cercando di rallentare ancora i battiti.
Evaline rimase in silenzio per qualche secondo. Tredici ore!, rispose pacata.
Mi misi a ridere, una risata nervosa. Cazzo, quella ragazzina è una mina vagante. Ha un potere tanto terrificante da farmi venire i brividi. L'idea che esistesse un potere tanto devastante quanto straordinario era terribile, almeno per me.
Quel pensiero, stranamente, mi fece calmare abbastanza da riprendere un po' il controllo. Poco a poco, il dolore si era affievolito abbastanza da riuscire a respirare.
A fatica, mi alzai a sedere appoggiando la schiena sulla testiera del letto. Sai, più che viaggio, lo definirei un balzo nel tempo. Sorrisi.
E cosa ti fa credere che sia la definizione giusta?, mi chiese incuriosita.
Perché per tutta la giornata tu non c'eri. Ti ho chiamata molte volte ma non hai mai risposto. Se io avessi viaggiato nel tempo lo avresti fatto anche tu e non avresti bisogno di guardare nei miei ricordi per sapere cos'è successo. Detto questo, ci possono essere solo due conclusioni a tal proposito., le spiegai.
Lei rimase in silenzio a ragionare. O io non ero inclusa nel continuum spaziotempo, oppure quello che hai vissuto è una versione spaziotemporale alternativa alla nostra.
Esatto, il che fa di Thessa la strega più pericolosa in assoluto, le risposi.
E per quale motivo?, chiese confusa.
Perché, per spedirmi indietro nel tempo, ha eliminato la realtà alternativa di cui hai parlato cambiando di fatto il futuro. In pratica ha distrutto l'intero universo, in un certo senso. Guardai le mie mani, stavo tremando a quel pensiero.
Hai paura? Sentivo che Evaline era preoccupata.
Sì, non per la battaglia, ma perché finalmente incontrerò lei. Sorrisi. Ero euforico.
Lei sorrise di rimando. Ho capito, anch'io non vedo l'ora.
Ero felice si sentire di nuovo la voce di Evaline nella mia testa, mi dava un senso di sicurezza. Restai a letto a fissare il soffitto per alcuni minuti.
Con fatica mi alzai dal letto. Il braccio e il petto mi facevano male ma era anche se era sopportabile. Andai all'armadio, scelsi una T-shirt a maniche lunghe nera e ricamata nella parte superiore, e un paio di jeans neri lunghi e la biancheria pulita. Uscii dalla camera e scesi le scale per andare in bagno e farmi una doccia.
Mi bloccai appena sentii la voce di Jolene imprecare contro la reporter che stava dando la notizia falsa che avevo sentito ore prima.
- Jolene... - sussurrai con voce tremante.
Con un po' di timore mi avvicinai e, appena vidi il suo volto, per un istante mi mancò il respiro. È viva. La mia piccola Jolene, è viva! Non avevo pensato che erano tutti vivi in questa linea temporale. Mi sedetti accanto a lei e l'abbracciai con tutta la forza che avevo in quel momento.
Lei fece un rumore di sofferenza, stavo stringendo troppo. - Mamma, che ti prende? - provò a chiedermi.
Io non risposi, volevo solamente tenere tra le braccia di mia figlia. Alla fine anche lei mi abbracciò e restammo in silenzio.
In quel momento Francis scese le scale, mi voltai sorridendogli e facendogli cenno di avvicinarsi. Appena fu abbastanza vicino lo agguantai e lo inglobai i un abbraccio collettivo. Inizialmente entrambi i ragazzi si lamentavano l'uno della vicinanza dell'altra ma, dopo qualche minuto, si lasciarono andare e mi abbracciarono.
- Voglio un bene dell'anima ad entrambi. Quindi, per una volta smettetela di litigare e cominciate a volervi bene. Non potete continuare a negare i sentimenti che provate l'uno per l'altra, è stressante per tutti ed è una debolezza per voi. - Mentre lo dicevo, sapevo che il loro legame era molto forte nonostante i continui litigi perché lo avevo visto con i miei occhi.
Entrambi si fissarono. Per un attimo sembravano immobili, poi però cominciarono a diventare rossi in viso e distolsero lo sguardo l'uno dall'altra.
- Io... non faccio altro da sei mesi, ormai. Darei la vita per ognuna di voi, soprattutto a te. - fece Francis guardando per un istante Jolene.
Jolene lo guardò di nuovo, aveva uno sguardo commosso. - Anch'io ti voglio bene. È solo che ho paura di perderti quindi cerco di tenere le distanze.
Francis sorrise. - Sei una scema. Sai che non serve a niente un atteggiamento del genere.
- E tu uno stupido cretino, perché hai usato il mio stesso modo di fare. - sorrise lei, e appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo. Erano entrambi raggianti, non li avevo mai visti cosi felici prima di allora.
Restai a guardare quella scena, ero contento che finalmente avessero ammesso cosa provavano l'uno per l'altra.
Evaline si mise a ridere. Sai che quei due si metteranno insieme, vero?
Macché! Continuai ad osservare la scena e gli atteggiamenti che avevano entrambi. Pensi davvero che... Ed infine vidi come si guardavano. Oh, merda. Che cos'ho fatto?
Evaline rise. Gli hai solo aperto gli occhi. Sarebbe successo comunque prima o poi.
Un sentimento di gelosia si fece strada nel mio cervello. Era meglio poi., feci scontroso.
Su, su. Guarda il lato positivo, poteva andare peggio, mi rispose.
E come?, chiesi.
Poteva mettersi assieme a un fighetto alla Justin Bieber, scoppiò a ridere.
Effettivamente... mi grattai la testa.
- Bene, vi lascio soli. Io vado a farmi una doccia. - provai a dire loro. - E a quanto pare non mi ascoltano più. - sussurrai.
Mi alzai dal divano e mi avviai per il bagno, avevo un'altra questione da risolvere e non mi sarei arreso finché non ci fossi riuscito.  






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giovedì 15 dicembre 2016

Recensione Del Blog: Lettrice sulle nuvole



Quello in cui mi trovo è un mondo segreto pieno di sangue e dolore, dove l'unica regola per sopravvivere è uccidere prima di essere uccisi. Il mio nome è Erik Crane e questa è la mia storia.
Erik è un ragazzo di ventotto anni che a seguito di un'aggressione si sveglia nel corpo di Evaline. La sua vita sarà movimentata inoltre anche da strani avvenimenti e nuovi poteri. Infatti si trova catapultato nel mondo delle streghe, dove lui/lei è molto potente e soprattutto unico. Ma questa realtà è anche tanto pericolosa e selettiva e dovrà imparare a difendersi e soprattutto capire di chi può fidarsi.
Ciò che sapevo è che dovevo imparare, e in fretta anche, perché Valentine aveva ragione, in quel mondo se fai un solo errore muori, senza sé e senza ma.
Avete voglia di un bel urban fantasy? Eccovi accontentati. Questo libro ha tutti gli elementi necessari al genere: azione, magia, personaggi forti e anche un po' di scene piccanti. E anche se il genere è abbastanza inflazionato ho trovato diverse cose particolari e per niente banali.
Innanzitutto il/la protagonista. Questa sovrapposizione, questo essere un uomo nel corpo di una donna. E' molto particolare e ne determina il comportamento. Lui è un uomo, ragiona come tale, ma la sua parte femminile è sempre lì, ogni volta che si specchia. Mi sarei aspettata un po' di confusione su questo, invece no, l'autore è bravo a gestire il tutto ed è sempre ben definito.
L'intreccio ha un suo perché e pian piano vengono svelati i retroscena. L'idea di base è interessante e sviluppata in maniera giusta, i personaggi sono ben caratterizzati. Non sono così stereotipati e anche questo mi ha piacevolmente stupita.
Ho sempre saputo come si sentono certe persone, quelle sole, perché lo sono anch'io.
Alcune cose possono essere migliorate, i dialoghi in primo luogo. E' una storia che definirei acerba, nel senso che ho trovato alcuni elementi poco sviluppati mentre altri troppo.
E avrei anche preferito che anche l'ambientazione fosse approfondita meglio. Ho un debole per New Orleans e credo che la sua fama sia giustificata! Della città c'è poco, mi è mancata proprio quell'aura magica che la circonda, non è stata messa in rilievo. Avrebbe potuto essere una qualunque altra città.
Nell'insieme però è un buon libro, si legge velocemente e i refusi sono minimi. Ha una sua conclusione ma lascia intendere il proseguo della serie. E devo ammettere che sono proprio curiosa di sapere come sarà!
Lei è un'anima sola, che soffre, piange, si contorce dal desiderio di trovare un'altra anima da chiamare casa.
Vi piacciono i libri con le streghe? E New Orleans?





Dal blog: Lettrice sulle nuvole

lunedì 12 dicembre 2016

Recensione Del Blog: Innamorata Di Un Libro


Buona domenica a tutti! Anche questa volta approfitto di questo giorno della settimana per presentarvi un romanzo self. Nello specifico si tratta di un urban fantasy ambientato a New Orleans, quindi l'autore, Andrea Romanato, non può che parlarci di streghe. Ecco Lonely Souls, un concentrato di azione, sentimento e passione.

Trama
Il protagonista è un ragazzo newyorchese, Erik Crane, che si ritrova mezzo morto dopo aver subito un'aggressione da parte di alcuni individui nel tentativo di salvare una ragazza. Quest'ultima gli sussurra delle parole incomprensibili e lui sviene. Quando si risveglia si rende conto di essere nel corpo di una ragazza di nome Evaline e che si trova a New Orleans.
Un anno dopo, tornando a casa da lavoro, aiuta un'altra ragazza da un aggressore maniaco armato di machete. Quell'incontro e quella ragazza segneranno per sempre la vita di Erik, trascinato sempre di più nel mondo segreto delle streghe e delle loro sanguinose leggi.


Ciò che mi ha incuriosita di più della trama è stato sicuramente il fatto che il protagonista, uomo, si sia ritrovato improvvisamente nel corpo di una donna. E si è rivelato, poi, anche uno dei punti di forza dell'intero libro. Questo perché abbiamo Evaline, una bellissima ragazza, che però è guidata da un cervello maschile. Considerando che l'intera storia è raccontata dal punto di vista di Erik, ogni tanto dimenticavo questo piccolo dettaglio ed era quindi sempre una nuova sorpresa quando mi rendevo conto che per tutti gli altri personaggi lui in realtà era una ragazza.
Le cose però si fanno ancora più complesse quando Erik/Evaline salva la vita ad una ragazza, Valentine, che diventerà presto una persona molto importante nella sua vita. Quest'ultima, infatti, lo (o la, penso sarò in difficoltà per tutto il resto della recensione!) introduce nel violento e pericoloso mondo delle streghe, dove la regola principale è "uccidi se non vuoi essere ucciso". Da qui in poi si susseguono lotte dopo lotte, scontri, complotti e uccisioni, e una serie di personaggi che entreranno a far parte della congrega di Evaline e Valentine o che saranno loro nemici. Ma ricordatevi che mai niente è come sembra!

Una cosa che non mancherà mai, quindi, sarà proprio l'azione, che per i miei gusti è addirittura un po' troppa. Molte scene sono parecchio violente e veramente poco sarà lasciato alla vostra immaginazione. Ed è proprio in questo aspetto che ho notato, in particolare, il tocco maschile nella scrittura. Questo però non significa che non troverete il lato più sentimentale o passionale del racconto, perché viene dato spazio anche all'amore e all'amicizia. Devo dire che però, proprio per far spazio all'azione, a volte viene meno l'introspezione dei personaggi che non mi ha permesso di capire a fondo la motivazione di alcune loro azioni. E ho trovato che si amassero tutti un po' troppo facilmente!
Lei è un'anima sola, che soffre, piange, si contorce dal desiderio di trovare un'altra anima da chiamare casa.
Si nota che l'autore ha in mente un mondo molto articolato e dettagliato, dove ogni personaggio ha il suo ruolo specifico. In contrasto con la complessità della "gerarchia" delle streghe, c'è però un linguaggio molto più semplice e quotidiano che smorza, anche con qualche battuta, la "pesantezza" dell'atmosfera. 

Dunque, in conclusione, questo libro è adatto per chi ama l'azione e la lotta in un mondo fantastico. Ma, personalmente, la parte che ho preferito è senza dubbio quella collegata al passato di Erik e al suo rapporto con Evaline.
E' solo colpa mia. Sono io quello debole. Sono io quello che non ha sogni o desideri. Sono io quello che non ha uno scopo nella sua patetica vita.
Al prossimo libro!
Veronica



giovedì 8 dicembre 2016

Recensione Del Blog: A Little Nerds Shelf

Ciao a tutti! <3
Come promesso qualche giorno fa, eccomi qui a fare la recensione di questo libro di cui l'autore mi ha gentilmente fornito una copia. Quindi, siccome sono di corsa (come al solito Leti - che barba gli impegni!!! :/), direi di cominciare subito senza troppi preamboli ;).


Titolo: Lonely souls - Le streghe di New Orleans
Autore: Andrea Romanato
Editore: selfpublishing (QUI il link dove poterlo acquistare)
Prezzo: €9,99

Trama: Il protagonista è un ragazzo newyorchese, Erik Crane, che si trova mezzo morto dopo aver subito un'aggressione da parte di alcuni individui nel tentativo di salvare una ragazza. Quest'ultima gli sussurra delle parole incomprensibili e lui sviene. Quando si sveglia, si rende conto di essere nel corpo di una ragazza di nome Evaline e che si trova a New Orleans.
Un anno dopo, tornato a casa da lavoro, aiuta un'altra ragazza da un aggressore maniaco armato di machete. Quell'incontro e quella ragazza segneranno per sempre la vita di Erik, trascinato sempre di più nel mondo segreto delle streghe e delle loro sanguinose leggi.

Recensione: Bene. Parto col dire che tutto quello che leggerete da adesso in poi è una pura opinione personale e che, in nessun caso, offenderei mai un autore, la sua opera e i suoi lettori. Esprimo solo quello che penso, tutto qui.
Detto questo, direi che è anche l'ora di cominciare.
E le prime cose che mi vengono in mente se penso a questa storia sono "nonsense" e "isteria".
Mi spiego meglio (e vi dico già da subito che questa - strano ma vero - nono sarà una recensione particolarmente lunga).
"Nonsense" è per la trama che, se si prende in considerazione soltanto quella di fondo, non è male. Ma è tutto il resto che succede che ha poco senso. Più che altro, accadono tate (troppe) cose che, nella realtà, sembrano impossibili! Un esempio è il fatto che TROPPO SPESSO i personaggi si ritrovano a combattere più volte contro i nemici nel giro di poco (pochissimo) tempo, e combattono come se avessero sempre le energie al massimo, come se fossero eroi/dei che non hanno bisogno di un attimo di respiro o di pausa (cosa che, secondo me, non è minimamente realistica perché, a conti fatti, i personaggi hanno un corpo umano che, indipendentemente dai poteri magici della persona interessata, ha bisogno di tempo per riprendere forze). Voglio dire: va benissimo movimentare la storia con battaglie e azione, però è meglio non strafare, anche perché dopo un po' viene a noia (anche a causa delle descrizioni - secondo me - troppo stile splatter, come se si stesse assistendo ad uno di quei film americani in cui volano teste e braccia e gambe a destra e amanca). Altro esempio è sicuramente il fatto che le cose accadono troppo in fretta, come il rapporto tra Evaline e Valentine che si conoscono e subito sboccia il loro grande amore (ripeto, a me non è sembrato minimamente reale).
"Isteria", invece, per come sono descritti i personaggi. Giuro che, ad ogni pagina che leggevo, l'unica cosa che riuscivo a pensare era "Perché i personaggi di questo libro sembrano sempre più isterici, sempre più incoerenti e sempre più irreali?". Essi, infatti, sembrano tutto meno che reali. Ok, non sono del tutto umani perché hanno dei poteri e delle capacità fuori dal comune che un po' li aiutano ad essere più forti e a guarire prima. Tolto questo, però, i personaggi sono persone, sono umane, che ogni volta, prima dicono una cosa e poi fanno tutto il contrario! La domanda che mi sorge subito spontanea è quindi: "Dove sta la coerenza in tutto questo?".
Questa storia, secondo me, manca di coerenza dal punto di vista dei personaggi (a cui aggiungo una pessima introspezione) e della trama (una mancanza di coerenza che si riflette anche nello stile, difficile da seguire e poco scorrevole); e manca pure di spessore, nel senso che l'ho trovata molto piatta e poco approfondita, per niente coinvolgente.

Voto:




domenica 4 dicembre 2016

Stagione 2 Episodio 38



Mi mancava l'aria nei polmoni e fissavo il corpo dilaniato della mia amica steso a terra in una pozza di sangue e viscere. Non è vero, non può essere vero. È un'altra illusione. Sì, è un'altra illusione, provai a pensare cercando di prendere fiato.
Ero finalmente riuscito a riappacificarmi con Kaileena e subito dopo l'avevo persa di nuovo. Urlai dal dolore verso l'assassino ma lui non si mosse dalla sua posizione, sembrava pietrificato.
- Evaline! Evaline, guardami. - mi urlò Valentine.
Mi girai di nuovo verso di lei. - Che voi ade...? - Mi bloccai di colpo. Il suo viso era contratto ed arrossato dallo sforzo, dagli occhi e dal naso uscivano rivoli di sangue.
- Ascolta... devi andare. - Continuò a parlare fissando l'avversario per mantenere la concentrazione.
Quel bastardo deve essere davvero forte per ridurre in questo stato una Matriarca come Valentine, pensai sbalordito.
- Non ho alcuna intenzione di lasciarti qui... - provai a replicare.
- Non... possono ottenere... un potere del genere! - urlò lei. Aveva gli occhi lucidi.
- Ma tu non... -
- Fermali ad ogni costo... ti prego, Evie... - mi sorrise. Capii quasi subito che era già oltre il limite delle sue capacità. Nonostante avesse fatto di tutto per sopravvivere negli ultimi quattromila anni, ora stava letteralmente dando la vita per impedire che sfruttino un potere tanto devastante.
Mi sono comportato da stronzo per tre mesi ma lei è ancora qui con me. Volevo piangere ma non c'era tempo.
A malincuore le feci di sì con la testa. Lei mi sorrise rasserenata. Quel gesto mi fece venire un nodo alla gola.
Guardai verso Jolene e Francis, avevano capito il piano, e tutti e tre avanzammo verso Thessa lasciando che Valentine si occupasse del suo avversario.
Superammo correndo l'uomo pelato che cercava di divincolarsi dalla morsa di mentale di Valentine. Il corpo di Kaileena era ancora accanto a lui.
Riuscimmo a fare altri dieci metri quando Marcus si frappose tra noi e il nostro obbiettivo.
- Mi sono stancato di voi! - sbottò. Il suo tono era quello di una persona annoiata.
- Allora lasciaci passare. - dissi con determinazione.
Marcus si mise a ridere. - Non se ne parla nemmeno, quel potere è fondamentale per noi. - Alzò la sua doppia lama e ci scagliò contro la sua forza vitale verde.
Jolene e Francis schivarono il colpo rotolando a destra mentre io rotolai a sinistra.
Merda, fa sul serio!, pensai.
Guardai entrambi i ragazzi e loro mi fecero un cenno con la testa. Sapevano come comportarsi in situazioni estreme come quelle: trattenere il nemico per dare al resto del gruppo la possibilità di raggiungere l'obbiettivo. In quel caso il resto del gruppo ero io.
Chiusi gli occhi ed avanzai verso Thessa, dovevo fermare il il rito prima che fosse troppo tardi ma usare il teletrasporto sarebbe stato un inutile spreco di energie, e mi sarebbero servite tutte quelle che possedevo.
Mentre correvo, una fitta alla nuca mi fece inciampare su un sasso, riuscii a rimanere in piedi per miracolo. Conoscevo bene quella sensazione: una strega era morta alle mie spalle, Valentine.
Cazzo! Cazzo! Cazzo! Cazzo! Cazzo! Cazzo!, ripetevo nella mia testa. La detestavo per ciò che aveva fatto un anno prima, ma non si meritava una fine del genere. Mi accorsi che in realtà le volevo bene, che ero contento quando era tornata nel gruppo. Incazzato nero ma contento.
Continuai a correre senza voltarmi. Anche lei si era impegnata al massimo delle sue possibilità per tornare nella congrega e per fare pace con me senza riuscirci, ma alla fine era morta.
Avanzai di qualche metro e un'altra fitta mi trapassò il cervello, stavolta più forte. Mi concentrai sulle forze vitali dei presenti e notai che quella di Jolene era sparita.
Poco a poco mi fermai e con un terrore inquietante mi girai. Il suo corpo era steso a terra, inginocchiato affianco a lei Francis le teneva la mano. Stava urlando di dolore e disperazione e sembrava aver perso ogni voglia di combattere. Lui i guardò, era lo sguardo di qualcuno che voleva far finire il tormento della perdita il più presto possibile.
Ama così tanto Jolene da voler morire assieme a lei? Perché non me ne sono accorto prima? Perché?, cercai di ragionare e allo stesso tempo, con gli occhi, di implorare Francis a reagire.
Dietro a Francis, Marcus avanzava camminando con la sua arma in mano, la alzò e menò un fendente preciso alla base del collo del ragazzo. La testa volò via dal corpo per alcuni metri e ricadde rovinosamente al suolo. Restai attonito nel vedere quella scena. L'ultima fitta alla testa mi ridestò.
Devo continuare... devo..., provai a pensare ma sentivo che qualunque cosa avessi fatto nessuno me li avrebbe restituiti. Se dovevo morire almeno lo avrei fatto assieme alle persone a cui volevo bene.
Con un gesto meccanico mi girai di nuovo verso la colonna di luce e proseguii verso Arthur che stava continuando da solo il rito. Le urla di dolore della ragazzina erano strazianti. Quando arrivai a portata di spada, menai con un fendente alla sua faccia. Lui interruppe la litania per parare il colpo con le sue spade informi, la colonna di luce sparì di colpo e Thessa cadde a terra, esausta ma cosciente.
- Tutti i tuoi amichetti sono morti, perché continui a combattere? Che senso ha? - mi fece Arthur.
- Sta zitto! Non osare nemmeno pensare a loro! - sbraitai furioso. Per un attimo avevo perso totalmente il controllo mentale ed emotivo.
Attaccai Arthur con fendenti rabbiosi che difficilmente riusciva a parare. Notai che a ogni parata le lame non si toccavano mai, come se il mio avversario avesse un campo di forza attorno al corpo.
Cercai di allontanare il mio avversario da Thessa quanto bastava per poi agire. Lo allontanai di qualche altro metro e lo spinsi, poi mi girai e mi teletrasportai verso la ragazzina. Arrivai a pochi centimetri da lei, poi le forze mi abbandonarono e mi accasciai a terra confuso.
Per un attimo non riuscii a capire, poi sentii un sapore metallico in bocca. Mi toccai le labbra, le dita diventarono rosse poi notai qualcosa uscire dal mio petto: un pezzo di ferro grezzo ed affilato mi si era conficcato nella schiena e la punta mi usciva dalla cassa toracica, sicuramente aveva danneggiato il cuore.
Sono davvero un perdente, ho perso tutto... e non ho concluso niente..., pensai. Il dolore cominciava a farsi sentire e non riuscivo a respirare bene.
Udii una risata fastidiosa alle mie spalle. - Che stupida! Pensavi davvero che ci sarei cascato? - mi schernì Arthur mentre si avvicinava.
Lo guardai, provai a dire qualcosa ma non ci riuscii. No, non pensavo a niente, volevo solo... esaudire l'ultimo desiderio delle... persone che amo..., cominciai a piangere.
Il dolore che provavo era lancinante, volevo solo raggiungere Thessa, per dimostrare a tutti che non ero un perdente totale, soltanto questo.
Provai a strisciare ma Arthur mi diede un calcio in faccia rompendomi la mascella. Provai ad allungare il braccio sinistro ma lui mi inchiodò il polso a terra con un cuneo d'acciaio. Urlai di dolore ma non mi arresi, continuai ad avanzare un centimetro alla volta.
Improvvisamente il pavimento tremò, Arthur guardava stranito verso la direzione opposta alla mia. Thessa sgranò gli occhi appena mi vide in quello stato. Allungai la mano destra e lei fece lo stesso ma era ancora lontana.
Con una velocità sovrumana, Arthur fu colpito in pieno volto da un pugno che lo fece letteralmente volare verso il muro esterno, all'impatto provocò un buco e proseguì la sua corsa all'esterno. Voltai un po' la testa per vedere chi fosse stato: due ragazze erano il piedi al posto di Arthur, una vestita di un una t-shirt e capelli color rosso veneziano, e l'altra la riconobbi all'istante.
È lei? È davvero lei?, pensai agonizzante. Ti prego Dio, dimmi che non me sto immaginando... non adesso, non sarebbe giusto..., Piangevo dalla felicità.
Lei si inginocchiò accanto a me e provò a dirmi qualcosa, urlava e si stava guardando attorno frenetica ma non riuscivo a sentire la sua voce. Sentii una strana tensione sulla pelle e mi girai verso Thessa: era pervasa da fulmini e la sua forza vitale stava aumentando in modo esponenziale, era entrata in Trance Completa. Con uno scatto provai a raggiungerle la mano ignorando il tormento che provavo in tutto il corpo e la vita che mi stava abbandonando.
La vista mi si appannò ed in fine la persi completamente. Poco prima di esalare l'ultimo respiro riuscii a toccarle la punta delle dita.
Vaffanculo a tutti. Vi ho dimostrato... che non sono un... perdente... Sorrisi e non sentii più nulla, solo il buio e il freddo più totale.



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