Mi aggrappai ad una console di comando per non cadere. Frank estrasse la pistola dalla fondina e me la puntò contro - Ferma subito l'attacco, strega! - urlò mentre l'allarme suonava.
Alzai lentamente una mano - Senti, noi non centriamo, ok? - provai a
tranquillizzarlo.
- Non ti credo! - disse tra i denti indeciso se spararmi o no.
- Pensaci un attimo, perché organizzare quest'incontro per poi
attaccare sapendo che probabilmente saremo stati in trappola? Non
avrebbe senso, no? Sarebbe una cosa da stupidi, giusto? - e mi
avvicinai di qualche passo in modo che vedesse solo me e non i miei
amici.
Una spia suonò, Julia esaminò la console - Signore, il danno allo
scafo è notevole, due paratie inferiori sono state sigillate per
evitare ulteriori allagamenti. Nessuno è rimasto intrappolato. -
Guardai Nathan - Possiamo aiutarvi, chiunque siano li respingeremo! -
- Voi? Io non combatterò mai assieme a delle streghe! - sbraitò
Frank.
Nathan si frappose tra me e il vicecapitano - Adesso basta, Frank!
Abbassa l'arma, soldato. Questo è un ordine. Siamo in emergenza e
sotto attacco nemico, ogni aiuto sarà ben accetto. -
- Avrai dei problemi se lasci che ci aiutino. - sbottò Frank
preoccupato.
Nathan sospirò grave - Ne avrò di più se lascio morire i miei
uomini per una stupida rivalità religiosa, vecchio amico mio. -
fissò negli occhi Frank.
Frank, per un istante sembrò non voler obbedire, poi rimise la
pistola nella fondina - Forse la ragazzina dagli occhi viola ha
ragione. Sarebbe da stupidi attaccare durante un miteeng con il
nemico. -
Abbassai le spalle con un sospiro di sollievo - Mi sorge un dubbio,
come facevano a sapere dov'è questa nave? Noi ci abbiamo messo mesi
per trovarla, eppure hanno attaccato proprio oggi. - ragionai.
- Forse siete stai seguiti. - rispose Nathan.
- Non credo, abbiamo un Ashashin tra noi, per i depistaggi è il
migliore. Forse uno dei vostri ha fatto la spia. - pensai a voce
alta, mi accorsi dello sguardo fulminante di Frank - È solo
un'ipotesi! - mi sbrigai ad aggiungere.
Frank sbuffò - I nostri non centrano. Sono tutti leali! -
- Ne sei sicuro? - chiese Valentine.
- Sicurissimo! - le rispose con guardo truce.
Jolene si intromise nella conversazione - Se non siamo stati noi e
non sono stati loro, allora chi è stato? -
Quello che mi venne in mente era un pensiero fugace, chiusi gli occhi
e mi girai. Thessa aveva il volto abbassato e non pronunciava una
parola.
- Perché? - le chiesi.
- Sono... - cominciò a dire poi si bloccò e alzò la testa - Sono
stanca di nascondermi, Evaline. Li ho attirati qui sperando che con
l'aiuto dei Crociati avreste potuto combatterli o, ancora meglio,
batterli. Mi dispiace. - spiegò.
Le presi le spalle e la strattonai - Non capisci che hai messo in
pericolo molte vite con questo atteggiamento? La tua ostinazione nel
rimanere zitta e fare di testa tua non porta mai niente di buono. -
- Mi dispiace! - ripeté abbassando la testa.
Un'altra esplosione fece vibrare la nave, meno potente della prima.
- Alla fine siete stati voi. - sbottò Frank con uno sguardo
accusatorio.
Mi girai verso il vicecapitano - Lei non fa parte della mia congrega,
la stiamo solo proteggendo dalle streghe che vi stanno attaccando, le
stesse del Massacro Della Città Dei Morti. - rivolsi lo sguardo a
Nathan - Capitano, qual'è la strada più diretta per l'uscita di
poppa? - gli chiesi.
- È difficile da spiegare, Frank ti accompagnerà. - rispose
guardando l'amico.
- Ci accompagnerà! - lo corressi - Andremo tutti, tranne Julia e
Thessa che rimarranno qui al sicuro. - proposi pensando che Nathan
volesse stare fuori per aiutare il più possibile il suo equipaggio.
Nathan alzò la mano contrariato - Mi spiace ma non posso lasciare il
ponte di comando durante un combattimento. Farò a cambio con il
Guardiamarina! -
Alzai le spalle in segno di assenso. Non cambiava nulla chi ci
accompagnava purché facessimo in fretta.
Frank aprì le porte e chiamò altri marinai ad aiutare il Capitano
nel suo lavoro. Ci fece un gesto con la testa e ci accompagnò a
passo svelto attraverso i vari cunicoli della nave affollati di
soldati e marinai agitati per la battaglia all'esterno.
Arrivati all'hangar capimmo la gravità della situazione, i feriti
erano a decine e molti sembravano gravi.
- Quella ragazzina è una calamità umana! - sbottò Francis.
Jolene imbracciò l'arco compound - Ormai la frittata l'ha fatta...
di nuovo! - gli rispose.
Frank si guardò attorno - Quante vittime ci saranno? - si chiese
sconcertato.
- Eravate centoquarantadue, quando siamo arrivati. Ora siete in
centotrentasette. - risposi, non mi accorsi di essere stato sgarbato,
ero concentrato a guardare i feriti attorno a noi.
- Cinque morti? - si mise una mano sulla faccia.
- Centotrentasei... scusa! - mi corressi.
In quel momento un paio di marinai portarono dentro al magazzino un
loro compagno coperto di sangue e con i vestiti strappati. Il medico
accorse per medicarlo e dopo alcuni secondi scrollò la testa ai due
soldati, era morto.
Frank mi guardò male << Adesso mi sono stancato! >>
ringhiò, poi andò verso una cassa piena di fucili automatici, ne
prese uno, lo caricò di munizioni e si fiondò all'esterno.
Oh, cazzo! imprecai.
- Che viole fare quell'idiota? - chiese Francis.
- Vendicarsi! - risposi correndo verso l'uscita dell'hangar.
Varcata la soglia e guardando alla mia destra riconobbi subito Arthur
accanto ad un uomo bendato, più muscoloso di lui con in mano una
doppia spada con entrambe le lame grondanti di sangue. Entrambi in
piedi allo scoperto.
Frank, invece, era acquattato dietro una cassa in metallo. Alzò la
testa, puntò il fucile e sparò un intero caricatore.
I proiettili arrivarono a bersaglio, ma su Arthur, a pochi millimetri
dalla sua pelle, deviarono il loro percorso verso l'alto. L'uomo
bendato si lasciò colpire, durante l'impatto notai un'innaturale
aura di colore verde, i proiettili rimbalzavano sulla sua pelle come
fosse fatta d'acciaio.
- Queste armi sofisticate sono davvero deboli! - rise Arthur.
- La vera forza sta nell'anima, non nell'effimera tecnologia! -
esordì l'uomo bendato con voce bassa e contemplatrice.
Frank rimase impietrito a bocca aperta, forse sperava di ferirne uno,
ma aveva fallito.
L'uomo bendato alzò la sua arma e menò un fendente all'aria. Dalla
lama scaturì un fascio d'energia verde che investì la cassa
d'acciaio. Frank saltò di lato appena in tempo per evitare
l'esplosione, ma non dall'onda d'urto che lo fece volare di lato.
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