Collaborazione: "Lonely Souls, le Streghe di New Orleans" di Andrea Romanato
Buongiorno a tutti!
Oggi vi voglio parlare di un libro che mi è stato gentilmente inviato dallo stesso Autore per poterlo leggere e recensire.
Partiamo dai dati generali e dalla trama, seguirà poi la mia opinione assolutamente personale.
TITOLO: Le streghe di New Orleans
AUTORE: Andrea Romanato
EDITO: Independently published
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2016
PAGINE:188
PREZZO: 9,90 €
TRAMA: Il protagonista è un ragazzo newyorchese, Erik Crane, che si ritrova mezzo morto dopo aver subito un'aggressione da parte di alcuni individui nel tentativo di salvare una ragazza. Quest'ultima gli sussurra delle parole incomprensibili e lui sviene. Quando si risveglia si rende conto di essere nel corpo di una ragazza di nome Evaline e che si trova a New Orleans. Un anno dopo, tornando a casa da lavoro, aiuta un'altra ragazza da un aggressore maniaco armato di machete. Quell'incontro e quella ragazza segneranno per sempre la vita di Erik, trascinato sempre di più nel mondo segreto delle streghe e delle loro sanguinose leggi.
Ho trovato questo libro molto diverso dagli altri urban fantasy, con una trama avvincente . Già dall'inizio, quando il protagonista si risveglia nel corpo di una donna, si capisce che il libro prenderà una piega particolare.
E' sicuramente da apprezzare l'originalità della storia, in quanto le streghe di cui racconta Andrea, sono lontane dall'idea di streghe che abbiamo noi di solito: qui troviamo streghe riunite in varie congreghe ed ognuna di loro ha poteri speciali che utilizzerà nei vari combattimenti. Sono streghe continuamente coinvolte in lotte ricche di avventura e colpi di scena.
L'autore a mio avviso è stato molto bravo e fantasioso nel creare congreghe di streghe dai diversi poteri e soprattutto ha saputo mantenere sempre l'attenzione del lettore sulla storia.
Unica nota meno positiva che ho riscontrato, secondo i miei gusti, sono le scene dei combattimenti portate sempre avanti troppo a lungo e tante volte ho avuto la tentazione di saltare le scene delle lotte perché troppo lunghe e troppo ravvicinate l'una con l'altra.
Vi consiglio comunque il libro perché è una storia ben scritta e ben strutturata. Andrea mi ha gentilmente inviato anche il seguito del libro che vi recensirò prossimamente, perché volevo distinguere le due parti e darvi così due opinioni distinte.
Ringrazio ancora Andrea Romanato per avermi dato la possibilità di leggere e recensire il suo libro.
Era una serata
calma come molte nei giorni passati. Avevo la sensazione che il tempo
stesse andando a rallentatore. Da un lato non vedevo l'ora di
incontrare la me bambina, dall'altro il pensiero di rivedere Emris mi
faceva venire i brividi.
Improvvisamente
suonò il campanello. Guardai Steve e lui andò ad aprire. Attesi per
alcuni minuti e alla fine si palesarono davanti a me cinque figure
incappucciate con mantelli marroni, quattro alte e una bassa.
- Salve
Oracolo, siamo qui per un tuo consiglio. - fece una delle figure
mentre si toglieva il cappuccio e rivelava un ragazzo sulla trentina
biondo e dagli occhi marroni.
Io, come
sempre, iniziai a mescolare le carte. - Prego siediti. - gli indicai
la sedia davanti al tavolo.
Per un attimo
mi fermai a osservare i presenti, uno a uno, cercando di ricordare
chi fosse Emris. Sapevo che era accanto a me in ogni istante proprio
come in quella occasione.
- Cosa volete?
Le vostre vesti indicano che fate parte del Gran Circolo, ma io sono
stata estromessa da quel gruppo, no? - chiesi.
Il ragazzo
rimase in silenzio ponderando ogni possibile risposta. - È vero. Ma
il valore delle tue parole vanno oltre questo ingiusto atto da parte
dei nostri Sacerdoti. Ti prego. Aiutaci.
Io presi una
carta dal mazzo e feci finta di essere sorpresa. - A quanto pare il
destino ha deciso che vi aiuterò. Bene, dunque. Quale problema ha
bisogno del mio consiglio?
Il ragazzo fece
un gesto con la mano e la figura accanto a quella bassa portò
quest'ultima vicino al tavolo. Poi le prese il cappuccio e lo abbassò
rivelando il volto di una bellissima bambina dai capelli rossi e
dagli occhi azzurri. - Devo sapere se questa bambina è una
Matriarca.
Vedere me
stessa da giovane mi riempì di gioia e confusione, era una
sensazione davvero strana.
Chiusi gli
occhi e presi altre tre carte e le poggiai sul tavolo, poi le girai
una a una. - Sì, lo è! - risposi.
Il ragazzo fece
un sospiro cupo. - Capisco... grazie mille, Oracolo! - E si alzò per
andarsene.
- Aspetta! - lo
fermai. - C'è qualcos'altro. Dì ai tuoi capi che una nuova
Matriarca nascerà. E che avrà la forza di un dio! - Sapevo che
questa profezia si sarebbe avverata perché avevo visto con i miei
occhi Tiffany uccidere Marcus con un solo pugno.
- Una profezia?
Allora lo dirò a ogni strega che conosco, meritano di sapere. -
rispose.
Ancora
meglio!, sorrisi e gli feci un piccolo inchino con la testa.
Attesi che se
ne fossero andati e tirai un sospiro di sollievo, speravo fosse
finita e che potessi godermi la vecchiaia in santa pace.
Due giorni
dopo, uno degli incappucciati sfondò la porta a calci. Sapevo chi
era ma non pensavo arrivasse a tanto.
Steve corse
subito a vedere il malvivente. - Tu? Come osi mancare di rispetto
verso l'Oracolo, maledetto bastardo? - sbraitò.
La figura guadò
verso Steve poi tornò su di me. - Oh. Io oso eccome. Ho molte cose
di cui discutere con te, madre! - disse con molta calma.
- Cosa? Madre?
Oracolo, di cosa sta parlando? - Steve era davvero confuso.
Io alzai la
mano. - Per favore calmati, Steve. - lui annuì e io passai alla
figura incappucciata. - Che cosa vuoi Emris?
La figura
abbassò il cappuccio rivelando il volto di un uomo cinquantenne dai
capelli grigi. - Tu racconti molte storie, è il tuo dono. Lascia,
però, che ti racconti io qualcosa stavolta. C'era una volta un
bambino innocente che venne rapito in facie e portato in un altro
mondo. Quel bambino poi divenne adulto e, una volta scoperta la
verità, tornò di nuovo sul suo mondo natale per vendicarsi di quei
genitori che lo avevano abbandonato al suo destino. Fine della storia
ed eccomi qua.
- Io e Joseph
non ti abbiamo abbandonato. Ti abbiamo cercato per tanto tempo, ma
alla fine abbiamo mollato. Non avevamo le forze per continuare. Mi
dispiace. - cercai di spiegargli con tutto l'affetto che provavo per
mio figlio.
Emris si mise a
ridere. - Ti dispiace? Davvero? Cinquantasei anni, madre. Ho vissuto
per cinquantasei anni in un mondo diverso dal mio senza mia madre o
mio padre. Rinunciando alle mie capacità naturali. Credi che delle
semplici scuse possano bastare?
- No, ma
possiamo... - provai a dire ma Emris si cagliò contro di me prima di
poter finire.
- Non ti
lascerò far del male all'Oracolo. - urlò Steve cercando di fermarlo
con un pugno.
Emris schivò
il colpo e si allontanò di qualche passo. - Ehi, sta calmo... o ti
farai male ragazzo.
Subito dopo,
dall'entrata sbucarono fuori tre figure impacciate e dall'aspetto
cadaverico. Con un gesto ampio della mano Emris scaglio i suoi zombie
contro Steve che urlò dal terrore.
Steve provò a
respingerli al meglio delle sue capacità, con calci, pugni e spinte
ma i suoi avversari erano semplicemente implacabili e alla fine
riuscirono a gettarlo a terra. Quasi immediatamente cominciarono a
morderlo e graffiarlo, poi a staccargli pezzi di carne e budella tra
le sue urla strazianti. Alla fine lo ridussero a brandelli, senza
arti o organi interni. Steve era diventato un ammasso di sangue e
membra sul pavimento.
Io rimasi a
guardare impotente l'intera scena. Il terrore si fece strada nella
mia mente e distolsi lo sguardo. Mi dispiace molto Steve!,
continuai a pensare mentre diventavo tutta un tremore.
Una mano mi
prese per i capelli e fui spinta verso la libreria dove sbattei la
testa e cadetti a terra.
- È ora di
giocare un po', madre! - disse poi cominciò a tirarmi calci senza
sosta tenendosi appoggiato alla libreria. Dopo l'ennesimo calcio
sentii cadere a terra un quaderno. Provai ad aprire gli occhi e vidi
il mio diario aperto. Come segnalibro usavo spesso la foto che ci
facemmo io e Joseph da bambini, provai a prenderla ma Emris fu più
rapido di me.
- E questa
cos'è? - chiese euforico. Poi guardò meglio e il suo volto cambiò.
- No, no, no. No! Non può essere... Tu sei... e lei è... Questo
cambia tutto. Sì, sì, posso cambiare il mio destino. - si rimise a
ridere e tornò a prendermi a calci in faccia.
Mi colpì così
forte che alla fine non sentii più dolore. Finsi di essere morta
finché Emris non se ne andò assieme ai suoi zombie.
Provai ad
alzarmi a sedere appoggiando la schiena alla libreria, A fatica presi
il diario e con la mano buona raccontai questa storia. L'ultima cosa
che riuscii a scrivere fu:
“Mi dispiace
tanto. Alla fine non sono riuscita a darti molto ma una cosa posso
assicuratela, ho mantenuto la promessa. Ho vissuto bene. Io ho davvero...”
Era passato un
anno da quell'incontro con la Gran Sacerdotessa, ero rimasta depressa
dopo il massacro del Bayou e mi risollevai quando seppi della morte
di Era a Jackson Square. I giornali ne parlarono in continuazione
quando fui
chiamata al cellulare.
Accettai la
chiamata. - Pronto.
- Oracolo, sono
Steve. - mi rispose.
- Steve? Come
fai ad avere il mio numero?
- Google.
Volevo infirmarla che ho concluso la missione che mi ha assegnato.
Sono pronto a tornare al suo servizio. - spiego Steve.
- Quindi hai
dato la casa a Evaline... - dissi. Poi cambiai discorso. - Non sai
che Era è morta? Non hai nessun dovere nei miei confronti.
- Sì, ho fatto
tutto come aveva detto. Ho bisogno di distrarre la mente e aiutare
lei è un ottimo modo, soprattutto dopo la morte di mio figlio Jaden.
- continuò lui.
- Oh mio dio.
Mi dispiace. - Per un attimo non ci arrivai, poi però ripensai
all'amico di Tiffany decapitato da Jalaer Solair, il suo nome era
Jaden.
Accettai la sua
proposta e il giorno dopo era venuto, come aveva fatto vent'anni
prima, alle otto del mattino.
- Comunque, non
mi avevi detto che la donna a cui dovevo vendere la casa fosse così
bella. Per poco non mi veniva un infarto. - scherzò durante una
piccola pausa.
Io mi misi a
ridere. - Sì, mia nipote Evaline è sempre stata meravigliosa, in
tutti i sensi.
- Tua cosa? Oh,
cavolo, dovevi dirmelo avrei... o forse no? - chiese alzando il
sopracciglio.
Io mi limitai a
sorridere. Poi cambiai espressione e diventai più seria. - Ho un
altro compito per te. Stavolta, però, le mie capacità non ti
aiuteranno. - gli confessai.
- Qualunque
cosa, Oracolo. - mi fece un inchino.
- Scopri tutto
quello che puoi su un portale dimensionale che potrebbe trovarsi qui
a New Orleans. - gli ordinai.
- Se posso
chiedere, come mai le interessa una cosa del genere? - Sembrava
curioso ed eccitato all'idea di mettersi subito a lavoro.
- Era voleva il
potere che si trova oltre quel portale, io voglio fare in modo che
nessuno lo ottenga! - gli spiegai.
Lui sorrise e
si mise subito a lavorare. Nei mesi successivi scoprimmo che in un
sito sacro degli indigeni del Bayou esisteva una antica piramide, ma
la sua esatta ubicazione era rimasta ignota. Scoprimmo anche il suo
nome, o almeno la sua traduzione: Tempio Ancestrale.
Presi un vecchio
foglio di carta ingiallito e cominciai a scrivere una lettera per
Evaline in caso mi fosse successo qualcosa. Infatti tutto quel lavoro
di ricerca aveva fatto irritare il nuovo Gran Circolo, composto dai
capi di varie congreghe e creato per evitare una sanguinosa guerra
per il potere in città.
Una notte Steve
entrò di corsa in casa, aveva il fiato corto e il viso preoccupato.
- Ho buone e cattive notizie. - disse bevendo un bicchiere d'acqua.
- Certo, prendi
fiato e dimmi tutto. - gli appoggiai luna mano sulla spalla.
- Ieri
pomeriggio l'hanno esclusa dal Gran Circolo... - disse lui col
fiatone.
- Ah, meno
male... e quella cattiva? - gli chiesi curiosa.
Lui mi guadò
storto. - Era questa quella cattiva. L'altra notizia è che alcune
persone sono apparse misteriosamente nel Bayou. Le hanno avvistate le
sentinelle della coalizione del Reggente. - spiegò.
- Quante erano
queste persone? - continuai.
- In sei,
quattro uomini e due donne. - rispose Steve prendendo un bicchiere e
bevendo dell'acqua.
- Arthur e i
suoi compagni... quindi c'è sicuramente anche lui. - ragionai
a bassa voce. - Quando è successo?
- Circa una
settimana fa. - rispose ancora bevendo un altro sorso d'acqua. - Ma
come mai sei così interessata a questi tipi?
- Hai detto che
sono misteriosamente apparsi nel Bayou, giusto? E il Tempio Ancestrale
si trova in un sito sacro nella palude. Sono convinta al cento per
cento che questi sei individui provengano da un altro mondo. - gli
spiegai.
- Significa che
forse sono più pericolosi di quel che sembrano. Cosa facciamo? -
l'uomo era davvero spaventato.
- Tu non
immagini nemmeno quanto possano essere pericolosi. Faremo l'unica
cosa che possiamo fare con la nostra attuale forza: nulla. Dobbiamo
solo aspettare e vedere cosa succede. - gli sorrisi. Lui non sembrava
convinto ma annuì lo stesso.
Mi spiaceva di
non poter fare altro ma avevo un ultimo compito da svolgere. Se
avessi agito diversamente non avrei mai più avuto la possibilità di
incontrare quella persona e di conseguenza avrei cambiato il futuro. E
questo non potevo permetterlo.
Parlaci di te, Andrea Romanato: Sono un normale ragazzo di quasi trentuno anni e vivo vicino a Venezia. Scrivo da quando ero piccolo anche se i miei non condividevano, e non condividono tutt’ora, tale passione.
Qual è il titolo del tuo libro? In realtà sono molti libri, sto scrivendo una intera saga intitolata Lonely Soul. Sono quasi arrivato al terzo libro pubblicato, anche se si tratta solo di un oneshot più corto dei primi due.
A quale genere appartiene? Si tratta di urban fantasy in stile fumettistico. Ogni libro è una storia autoconclusiva all’interno di una lore comune. Ho intenzione di scrivere anche altre serie ambientate nel medesimo mondo quindi i libri da leggere non mancheranno di certo.
Come è stato pubblicato? Ho provato con le case editrici ma tutte volevano i miei soldi e il mio tempo quindi ho deciso di spendere il mio tempo e andare di Self. E per la cronaca il self è molto duro come metodo di pubblicazione.
Linkper reperire il tuo scritto online:
Il primo è:
Titolo: Lonely Souls: Le streghe di New Orleans Autore: Andrea Romanato Editore: Self Publishing Genere: Urban Fantasy Data di pubblicazione: 21 Gennaio 2016 Prezzo: 2,99 ebook, 9,99 cartaceo.
Titolo: Lonely Souls: La guerra occulta delle streghe Autore: Andrea Romanato Editore: Self Publishing Genere: Urban Fantasy Data di pubblicazione: 28 Marzo 2017 Prezzo: 2,99 ebook, 9,99 cartaceo.
Parlaci della trama del tuo libro: Le trame sono tutte incentrate sul mondo segreto delle streghe e di come questo cominci ad aprirsi libro dopo libro, e allo stesso tempo si evolve in direzioni inaspettate anche per me. Non pensavo di avere in mente un mondo così complesso e invece si sta rivelando una vera e propria sfida, che ho intenzione di vincere.
Siamo curiosi, come ti è venuta in mente l‘idea sulla trama e sui personaggi? Dai fumetti della marvel. Mi sono detto “perché nessuno ha mai provato a scrivere trame del genere (una lore comune e molti protagonisti descritti in vari libri)?” Ci provo io, e da quello che vedo sta andando bene. Per i personaggi mi sono ispirato alla Storia umana, le streghe sono sempre state discriminate e condannate, qiundi perché non renderle dei cazzuti super eroi dei nostri tempi? Le abilità le hanno, perché non usarle in quel modo piuttosto di andare in giro per la città a massacrare altre streghe?
Perché le persone dovrebbero decidere di leggere la tua opera? Semplice, perché Streghe come le mie non le troverete da nessun’altra parte. Sono forti, agguerrite e, nonostante il mondo stesso in cui vivono cerchi di impedirglielo, cercano sempre di fare la cosa giusta (anche se questo concetto è molto soggettivo).
La mia vita era
passata velocemente, tra natali in famiglia con Murphen, Mikela e
Evaline, il lavoro di Oracolo per i sottoposti di Era, e la vecchiaia
che avanzava.
Quando seppi
dell'incidente in cui fu coinvolta la mia nipotina corsi in ospedale
e ci tornai ogni giorno per essere sicura che si risvegliasse. Avevo
avuto il terrore di aver cambiato qualcosa nella linea temporale
durante gli anni passati, ma quando Murphen mi disse che si era
svegliata senza alcun ricordo del passato feci un sospiro di
sollievo, non era cambiato nulla.
Era passato
quasi un anno dall'incidente di Evaline quando qualcuno bussò alla
mia porta. Andai a vedere allo spioncino e riconobbi subito chi
fosse. Era una donna bionda e snella, indossava un vestito bianco e,
nonostante il viso sciupato, il suo sguardo era più che mai vispo.
Accanto a lei una ragazza dagli occhi verdi e capelli mori con la
frangetta dritta.
Aprii la porta
e la feci entrare.
- Salve
Oracolo, ho bisogno di un tuo consiglio. - mi fece la donna.
- Somma Era,
siediti, prego. - le indicai la sedia riservata ai miei clienti
posizionata davanti a una vecchia scrivania scura. Io mi sedetti
davanti a Era e comincia a mescolare le carte, mentre Valentine e
altri due uomini entrarono nel mio ufficio.
- Ti ringrazio.
- mi fece un inchino Era.
- Cosa vuole
sapere la Grande Sacerdotessa di New Orleans? - le chiesi.
Lei fece un
profondo respiro. - Quello che vogliono tutti, Sacro Oracolo: il vero
potere.
- Di potere ne
avete in abbondanza con il vostro bagaglio di esperienza, Somma Era.
- le risposi.
Era si sporse
verso di me con un sorriso maligno. - Io voglio il vero potere.
Il potere ultimo!
Il potere
ultimo?, mi chiesi. Quale potrebbe essere il potere più
grande per una strega? Uccidere chiunque ti intralci? No, troppo
banale. Certo, la conoscenza per creare altre streghe, ragionai.
Dovevo evitare
che continuasse a cercare quel potere, non doveva averlo. Cominciai a
posizionare le carte sul tavolo e a girarne due, avevo deciso di
sfruttate la possibilità di mentire. - Questo potere non esiste in
questo mondo, mia Sacerdotessa. - le risposi.
Era batté con
la mano sul tavolo. - Esatto, in questo mondo no. Ma in altri? - mi
chiese con un po' di malizia.
Altri mondi?
Ma di cosa sta...? Aspetta, Tiffany diventerà una Matriarca nella
città di Samath che era letteralmente in un altro mondo. Forse non è
poi così assurdo, ragionai cercando di rimanere impassibile.
Presi un'altra
carta e la girai. - Forse. - Cominciai a sudare freddo.
Era si girò
verso la figlia. - Quindi esiste un modo per trovare quel tipo di
potere. - poi tornò a guardarmi. - Io e mia figlia in antichità
potevamo raggiungere il Monte Olimpo attraverso un portale di un
tempio ora in rovina. Esiste un tempio simile anche qui, magari in
quella putrida palude? - fece un gesto con la mano.
Girai un'altra
carta. - Può essere. Ma io non so dove si trovi e non posso
scoprirlo con la mia precognizione. - le risposi.
Era aggottò la
fronte - Lo capisco.
- Mi dispiace.
- le feci.
Lei annuì. -
Ma qualcuno deve pur sapere qualcosa. Dei discendenti indigeni, o
qualche congrega situata nel Bayou e che la conosce come le sue
tasche. - provò a ragionare.
No! No! No!
Non pensare a quello che credo, ti prego!, la supplicai nella mia
testa.
Era alzo lo
sguardo sorridendo. - So cosa fare. - Il suo sguardo era quello di un
sadico.
- No credo
che... - provai a dirle ma lei mi fermo.
Mi prese le
mani e mi guardò negli occhi. - Grazie Oracolo. Lei mi ha aiutata a
illuminare la via da percorrere. Lei mi ha salvata. - Poi s alzò,
fece un cenno ai due uomini e a Valentine e si avviò verso l'uscita.
Valentine fece
per seguire sua madre quando la fermai dicendole: - Tu, aspetta!
Lei rimase
immobile senza girarsi. - Cosa vuoi da me, Oracolo?
Attesi che Era
fosse abbastanza lontana. - Il tuo piano funzionerà ma perderai
molto in cambio. - le dissi.
Valentine
rimase in silenzio per qualche secondo. - Nulla ha più valore per me
della libertà. - mi ringhiò.
- Quindi
l'amore, l'amicizia e la fiducia per te sono nulla? - le chiesi.
Lei si girò
verso di me. - Voglio la libertà per poter vivere e trovare quelle
cose. Ma devo essere libera da mia madre prima. Questo o un'eternità
di dolore e schiavitù.
Sospirai,
speravo di poterla aiutare e farle capire che senza i suoi amici,
senza la sua congrega, non avrebbe mai raggiunto la vera libertà. -
Allora permettimi di darti un consiglio: quando penserai di star per
cadere nel baratro ricorda sempre che puoi farcela.
Valentine
annuì. - Ti ringrazio per il consiglio. Addio Oracolo. - si girò e
se ne andò.
- Addio e buona
fortuna, vecchia amica mia. - dissi con le lacrime agli occhi.
Abbassai lo
sguardo e notai che le mie mani stavano tremando. Ero stata io a
consigliare a Era di sterminare la famiglia di Jolene. Avevo causato
altre morti, mi sentivo incolpa e scoppiai a piangere.