Era passato un
anno da quell'incontro con la Gran Sacerdotessa, ero rimasta depressa
dopo il massacro del Bayou e mi risollevai quando seppi della morte
di Era a Jackson Square. I giornali ne parlarono in continuazione
quando fui
chiamata al cellulare.
Accettai la
chiamata. - Pronto.
- Oracolo, sono
Steve. - mi rispose.
- Steve? Come
fai ad avere il mio numero?
- Google.
Volevo infirmarla che ho concluso la missione che mi ha assegnato.
Sono pronto a tornare al suo servizio. - spiego Steve.
- Quindi hai
dato la casa a Evaline... - dissi. Poi cambiai discorso. - Non sai
che Era è morta? Non hai nessun dovere nei miei confronti.
- Sì, ho fatto
tutto come aveva detto. Ho bisogno di distrarre la mente e aiutare
lei è un ottimo modo, soprattutto dopo la morte di mio figlio Jaden.
- continuò lui.
- Oh mio dio.
Mi dispiace. - Per un attimo non ci arrivai, poi però ripensai
all'amico di Tiffany decapitato da Jalaer Solair, il suo nome era
Jaden.
Accettai la sua
proposta e il giorno dopo era venuto, come aveva fatto vent'anni
prima, alle otto del mattino.
- Comunque, non
mi avevi detto che la donna a cui dovevo vendere la casa fosse così
bella. Per poco non mi veniva un infarto. - scherzò durante una
piccola pausa.
Io mi misi a
ridere. - Sì, mia nipote Evaline è sempre stata meravigliosa, in
tutti i sensi.
- Tua cosa? Oh,
cavolo, dovevi dirmelo avrei... o forse no? - chiese alzando il
sopracciglio.
Io mi limitai a
sorridere. Poi cambiai espressione e diventai più seria. - Ho un
altro compito per te. Stavolta, però, le mie capacità non ti
aiuteranno. - gli confessai.
- Qualunque
cosa, Oracolo. - mi fece un inchino.
- Scopri tutto
quello che puoi su un portale dimensionale che potrebbe trovarsi qui
a New Orleans. - gli ordinai.
- Se posso
chiedere, come mai le interessa una cosa del genere? - Sembrava
curioso ed eccitato all'idea di mettersi subito a lavoro.
- Era voleva il
potere che si trova oltre quel portale, io voglio fare in modo che
nessuno lo ottenga! - gli spiegai.
Lui sorrise e
si mise subito a lavorare. Nei mesi successivi scoprimmo che in un
sito sacro degli indigeni del Bayou esisteva una antica piramide, ma
la sua esatta ubicazione era rimasta ignota. Scoprimmo anche il suo
nome, o almeno la sua traduzione: Tempio Ancestrale.
Presi un vecchio
foglio di carta ingiallito e cominciai a scrivere una lettera per
Evaline in caso mi fosse successo qualcosa. Infatti tutto quel lavoro
di ricerca aveva fatto irritare il nuovo Gran Circolo, composto dai
capi di varie congreghe e creato per evitare una sanguinosa guerra
per il potere in città.
Una notte Steve
entrò di corsa in casa, aveva il fiato corto e il viso preoccupato.
- Ho buone e cattive notizie. - disse bevendo un bicchiere d'acqua.
- Certo, prendi
fiato e dimmi tutto. - gli appoggiai luna mano sulla spalla.
- Ieri
pomeriggio l'hanno esclusa dal Gran Circolo... - disse lui col
fiatone.
- Ah, meno
male... e quella cattiva? - gli chiesi curiosa.
Lui mi guadò
storto. - Era questa quella cattiva. L'altra notizia è che alcune
persone sono apparse misteriosamente nel Bayou. Le hanno avvistate le
sentinelle della coalizione del Reggente. - spiegò.
- Quante erano
queste persone? - continuai.
- In sei,
quattro uomini e due donne. - rispose Steve prendendo un bicchiere e
bevendo dell'acqua.
- Arthur e i
suoi compagni... quindi c'è sicuramente anche lui. - ragionai
a bassa voce. - Quando è successo?
- Circa una
settimana fa. - rispose ancora bevendo un altro sorso d'acqua. - Ma
come mai sei così interessata a questi tipi?
- Hai detto che
sono misteriosamente apparsi nel Bayou, giusto? E il Tempio Ancestrale
si trova in un sito sacro nella palude. Sono convinta al cento per
cento che questi sei individui provengano da un altro mondo. - gli
spiegai.
- Significa che
forse sono più pericolosi di quel che sembrano. Cosa facciamo? -
l'uomo era davvero spaventato.
- Tu non
immagini nemmeno quanto possano essere pericolosi. Faremo l'unica
cosa che possiamo fare con la nostra attuale forza: nulla. Dobbiamo
solo aspettare e vedere cosa succede. - gli sorrisi. Lui non sembrava
convinto ma annuì lo stesso.
Mi spiaceva di
non poter fare altro ma avevo un ultimo compito da svolgere. Se
avessi agito diversamente non avrei mai più avuto la possibilità di
incontrare quella persona e di conseguenza avrei cambiato il futuro. E
questo non potevo permetterlo.
Nessun commento:
Posta un commento