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mercoledì 14 marzo 2018

[Spinoff] Episodio 28

 Io e Warren uscimmo dalla città e ci dirigemmo a ovest fino ad arrivare in un piccolo villaggio isolato, il cartello di benvenuto segnava milleduecentotrentasei anime.
Lo stile delle abitazioni e dei negozi era di inizio novecento mentre la strada principale aveva riferimenti architettonici che rimandavano alla guerra di secessione americana. In fondo alla via principale c'era un fortino antico a ridosso di un affluente minore del fiume Mississippi.
- Stavo pensando: questa è una piccola cittadina quindi come fanno a non sapere che vicino a casa loro c'è la base di un'organizzazione segreta mortale? - chiese Warren alle mie spalle.
- La gente comune tende a mettere i paraocchi per non avere problemi - gli risposi.
- Come fa la mafia? - chiese ancora lui schifato.
- Sì - risposi secca. Quella domanda mi fece tornare alla mente lo zio Mei e il suo desiderio di rendere legali le attività clandestine della comunità cinese ed era anche un ricordo doloroso perché non c'era riuscito.
Parcheggiammo vicino a un palazzo si tre piani dal tetto a pianerottolo, una postazione perfetta per osservare il forte: aveva pareti esterne molto alte e spesse e il cancello era rinforzato da una grata in ferro antica.
- D'accordo. Proviamo a fare un giro del perimetro e vediamo se troviamo un'entrata più sicura - dissi.
- Come vuoi tu, tête - rispose Warren mentre nascondeva due valige dietro a un comignolo.
Sfruttammo la copertura che i palazzi e le case ci davano per percorrere e osservare le mura del forte. La muratura era vecchia e logorata in alcuni punti ma niente che potesse sembrare un varco disponibile.
Tornammo al pianerottolo e sfogai la mia frustrazione calciando il pavimento: - Merda! - imprecai.
- Quindi, che facciamo, chérie? - chiese Warren, anche se sembrava più una presa in giro.
- Sta zitto. Devo riflettere - risposi sgarbata.
- Va bene, non scaldarti. Intanto che tu rifletti, io posso cominciare a montare il drone? - continuò ancora lui.
Mi girai di scatto e urlai: - Ti sembra il momento di...? - e mi bloccai. Aveva previsto che sarebbe stato troppo pericoloso e quindi aveva portato l'attrezzatura. Mi avvicinai, gli abbassai la maschera e lo baciai sulle labbra. - Sei un genio - gli dissi.
- Ehi, cos'è tutto questo affetto improvviso? - mi fece con voce suadente.
Lo fissai per qualche secondo rincuorata dalla sua presenza poi mi ripresi e mi divincolai dal suo abbraccio. Ero imbarazzata, avevo infranto la regola che io stessa avevo creato. - G-grazie... - mi schiarii la voce.
Warren rialzò la sua maschera con le borchie. - Non c'è di che, chérie.
- Non fare il finto modesto, avevi previsto una situazione del genere e lo hai portato - li dissi.
- Ho solo pensato: se è un fortino l'unico modo per entrare è l'alto, quindi ho portato Jimmy - disse Warren mentre lo montava.
- Hai dato un nome a quel coso? - chiesi preoccupata.
Warren si affrettò ad abbracciare e coccolare il drone. - Non dice sul serio. È solo maleducata, anche se bella come un angelo - disse, poi mi guardò contrariato. - Jimmy ha un animo sensibile, chiedi scusa.
Io alzai gli occhi al cielo e me ne tornai sul bordo del soffitto a osservare col mirino del fucile da cecchino la situazione senza dire nulla.
Dopo una decina di minuti il drone cominciò a ronzare e si alzò in volo in direzione del forte. Warren aveva collegato via bluetooth il pad che comandava il velivolo a un computer portatile sul quale si poteva vedere il video in tempo reale della telecamera.
Senza farsi notare Warren fece entrare il drone da una finestra aperta.
- Ehi, stai attento. Se sentono quel coso, addio Jimmy - lo schernii.
- Tranquilla, mon amour. Jimmy ha ogni tipo di confort, sedili reclinabili, vodka maritini agitati non mescolati, anteprime mondiali in full HD e volo silenzioso - rispose il ragazzo premendo un bottone sul pad.
Effettivamente, quando il drone era passato sopra le teste di alcuni individui incappucciati questi non si erano accorti di nulla. Quei tipi hanno qualcosa di famigliare, pensai turbata.
Warren pilotò Jimmy in un grande salone pieno di vasche con il liquido viste nei video. Le persone all'interno si contorcevano e sembravano soffrire moltissimo. Una di esse era vuota e a poca distanza due uomini stavano trasportando una ragazza nuda, completamente bagnata e in preda alle convulsioni.
- Seguili - ordinai a Warren.
- Signorsì, madame! - rispose lui.
I due uomini portarono la ragazza in un'altra stanza dove persone di varie età vestite con semplici pigiami da ospedale cercavano di calmarsi o erano completamente fuori controllo. Improvvisamente una di loro sferrò un attacco elementale contro un'altra e la bruciò viva, senza motivo. I due uomini, come se niente fosse, spensero il corpo in fiamme e lo trasportarono fuori.
- Sembra un campo di esperimenti nazista... - commentò Warren disgustato.
- No, è molto peggio - gli dissi.
- Perché, che stanno facendo a quelle persone? - mi chiese lui.
Ricordai cosa mi aveva raccontato Evaline dello scontro con la strega impazzita, di come fosse stata fuori controllo e di come stesse soffrendo. - Stanno creando altre streghe impazzite - risposi incredula.
- Come quella che ha ucciso tre poliziotti in Bourbon Street? Ma cosa vogliono fare, conquistare il mondo? - mi chiese Warren cercando di ironizzare.
- O forse solo la città... - mormorai. La brutta sensazione si fece ancora più pressante, stava per succedere qualcosa di brutto.
Warren pilotò il drone a sinistra e scese nel seminterrato, una stanza piena di carcasse di animali appesi a degli uncini. In fondo alla camera un uomo obeso e sporco di sangue e grasso intento a tagliare la carne con un coltello.
Quando Warren avvicinò il velivolo per vedere meglio, l'uomo si voltò di scatto e gli lanciò il coltello. L'immagine sparì e il segnale sul pad si spense. - Jimmy, no! - urlò Warren allo schermo offline.
Bersaglio centrato al primo tentativo. Ha percepito che qualcuno lo stava osservando, quel tizio è un professionista, ragionai.
Gli misi una mano sulla spalla. - Mi dispiace per il tuo amico volante, ma adesso dobbiamo filarcela, okay?
Lui fece di sì con la testa, infilò tutto nel suo zaino facendo un discorso d'addio per il drone e ce ne andammo dal tetto prima di essere raggiunti dai sicari incappucciati. 

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