Nei giorni successivi ricevemmo un pacco dalla Coalizione del Bayou
con all'interno tutto il materiale di Chuck sulla Thuleyman
Corporation.
- Davvero gentili questi della Coalizione - fece Warren.
- Credo sia una ricompensa per averi liberati - lo corressi.
Ci mettemmo subito al lavoro, io controllai la documentazione
cartacea e Amita, Warren e Alan i numerosi file di hard-disck e
schede DS della scatola.
Dopo file su file praticamente inutili Alan trovò qualcosa. -
Ragazzi, venite a vedere questo video - ci fece.
- Cos'è, l'ennesimo video sulle tette nude di ragazze ubriache sui
carri? - chiese Warren.
- Purtroppo no - rispose Alan.
Warren lo guardò sorpreso dalla sua risposta mentre io e Amita ci
avvicinavamo per guardare.
- Che c'è? Anche a me piacciono le forme femminili - disse Alan poi
premette play.
Il video iniziava con un'entrata simile a quella di un castello o un
fortino in mattoni con grata in ferro e torri di guardia ai lati. Il
cortile interno era completamente asfaltato e al posto del mastio
c'era un caseggiato di due piani. Chuck attraversò un portone in
legno antico e si ritrovò in un grande salone e disseminate ovunque
c'erano delle vasche trasparenti con un liquido blu scuro. Alcuni
tubi viola andavano dalle macchine poste in alto e finivano dentro
alle vasche. La risoluzione era pessima.
- Questo è tutto? - chiese Amita.
- Beh, sì. Ma grazie a questo video sappiamo che potrebbe essere in
quel posto, ci basta solo trovarlo. - rispose Alan.
- In pratica non abbiamo niente - sbraitò Amita e gettando i suoi
appunti a terra.
Io riguardai il video e stoppai arrivata alle vasche. - Aspetta, cosa
contengono? - le indicai.
- Da quello che vedo, hanno l'altezza media di un essere umano, forse
poco più grande. E l'ombra che appena si intravede qui indica che
qualcosa di umanoide viene tenuta al suo interno. Penso che quei tubi
servano a iniettare qualcosa a qualcuno - rispose Alan.
Esperimenti su streghe? Se è così, in quel posto ci sono almeno
una ventina di vasche, pensai con un brivido di terrore. Avevo
sentito come Tiffany avesse affrontato una strega impazzita in
Bourbon Street, tre agenti e una donna erano stati letteralmente
fatti a pezzi.
- Qualunque cosa stessero facendo di sicuro viola la Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani - fece Warren risvegliandomi dal
pensiero di un'invasione di streghe impazzite.
- Nel mondo delle streghe quei diritti valgono quanto la carta su cui
sono stati scritti, ossia nulla. Il problema è: cosa stanno facendo
esattamente e cos'è quel liquido viola nei tubi? - mi chiesi ad alta
voce.
- Niente di buono. Non raccatti così tanta gente per poi non farci
nulla - rimarcò l'ovvio Amita.
- Deduco che l'unico modo per saperne di più sia andare a vedere di
persona - fece Alan.
Dalla struttura architettonica sembrava essere un fortino della
guerra D'Indipendenza riconvertito negli anni cinquanta a fabbrica di
qualche tipo. Da quel che ricordavo strutture del genere erano sparse
nei punti nevralgici e strategici dello stato, e quello in
particolare era stato costruito in periferia come supporto alla città
di New Orleans. Il problema era che forse era diventato la base
principale nemica visto che Chuck si era prodigato a girare un video
della struttura. In più, in quanto fortino, poteva essere difeso
facilmente e con pochi uomini fidati.
- È troppo pericoloso... - provai a dire.
- Se Chuck cerca un posto dove nascondersi allora un fortino
inquietante sarebbe perfetto. È ben difeso e lontano dalla città,
il che da anche molta privacy. - mi sovrastò Amita.
Non potevo dire di no, sospirai rassegnata. - Okay, ma solo
ricognizione e da debita distanza. Sarebbe un suicidio ingaggiare
battaglia senza nessuna informazione e dobbiamo decidere cosa fare
nel caso il nostro obbiettivo non si trovasse lì.
- Tranquilla, ci penso io. C'è molto altro materiale da controllare
- rispose Alan.
- D'accordo. - Estrassi una delle mie pistole e la diedi a Amita. -
Se qualcuno che non sia io... - Warren si schiarì la voce per
attirare l'attenzione, per un attimo sperai che si fosse dimenticato
della promessa di portarlo con me. - O Warren, prima ficcagli una
pallottola in testa e poi fai le domande, okay?
Lei prese l'arma senza esitare. - Okay! - rispose secca. Il suo
comportamento era un problema, speravo solo che la situazione non le
sfuggisse di mano.
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