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mercoledì 28 febbraio 2018

[Spinoff] Episodio 26

 Erano passati tre giorni dalla liberazione della Coalizione del Bayou e in questi giorni Amita era diventata apatica. Forse mi ero sbagliata riguardo i suoi sentimenti, forse lei provava davvero qualcosa per Den. Provai a parlarle ma lei se ne andava appena iniziavo, era evidente che fosse arrabbiata con me.
I genitori di Den invitarono Amita, Warren e Alan al suo funerale. Io mi infiltrai senza farmi notare. La cerimonia fu toccate e piena di lacrime, Den fu seppellito accanto a sua sorella. Ero rimasta in disparte per tutto il tempo, non riuscivo a sopportare tutti quei fronzoli di falso cordoglio da parte di parenti che nemmeno conoscevano il defunto.
È come prendere in giro la memoria dei morti, pensai disgustata.
Io ero appoggiata a uno dei tumoli funerari quando vidi Amita venimi incontro. Il suo viso era cambiato da apatico a infuriato. Rimasi in silenzio aspettando che lei parlasse, di sicuro aveva bisogno di sfogarsi.
Appena mi arrivò vicina mi diede uno schiaffo. - Avevi detto che avresti ucciso quel bastardo.
- So cosa ho detto e la promessa è ancora valida - le risposi mentre mi massaggiavo la guancia.
- E perché sei qui a perdere tempo? - mi chiese con sguardo truce.
Quella domanda mi fece perdere le staffe. - Non sto perdendo tempo. Sto dicendo addio ad un amico. E per tua informazione, se non fosse stato per quel anziano a quest'ora sarei morta anch'io.
- Tutte scuse, Kaileena - mi disse.
- Scuse? Aveva le capacità di quattro congreghe al massimo del loro potenziale e l'unico modo per renderlo inoffensivo era quello di sciogliere il patto con la Coalizione, e così ho fatto. Se ti fossi degnata di ascoltare due minuti in questi giorni te lo avrei detto - le spiegai alzando la voce.
- Non m'interessa. Avevi promesso - sbraitò Amita.
- Ah, non ti interessa, certo. Non ti è venuto in mente che se Chuck fosse riuscito a eliminarmi poi avrebbe sguinzagliato l'intera Coalizione contro di te, Warren e Alan? - le urlai. Sapevo cosa stava passando ma dovevo farle aprire gli occhi prima di farsi ammazzare.
Lei mi guardò confusa e poi abbassò lo sguardo, aveva capito alla fine.
L'abbracciai. - Senti, capisco cosa sta provando in questo momento, ci sono passata pure io. Ma, fidati, in queste cose è meglio avere un po' di pazienza - le spiegai.
- E questa da dove viene? - mi chiese con un nodo alla gola.
Tornai a guardarle il viso ormai rigato dalle lacrime e dal mascara. - Me lo avete insegnato voi.
Lei si asciugò le lacrime e fece un profondo respiro per calmarsi. - Va bene, ti darò una seconda possibilità. Se fallisci di nuovo, lo faro io stessa.
Feci un sospiro di sollievo. - D'accordo - Avevo rimandato il peggior scenario per Amita.
Una strega assetata di sangue in questa città bastava e avanzava. E poi contavo sul fatto che Amita avrebbe aiutato la Coalizione una volta finita questa faccenda.
Quando tornai a casa mi misi al computer per cercare qualche indizio su Chuck ma non trovai nulla. A dire il vero non avevo voglia di fare niente. Era stata una giornata particolarmente pesante per via del funerale e per aver deluso Amita. Decisi di stendermi sul divano, chiudere un po' gli occhi e rilassarmi.
Improvvisamente sentii suonare il campanello, mi svegliai di colpo, presi la pistola e la puntai verso la porta. Questa cosa era sospetta, nessuno suonava mai il campanello di casa. Con circospezione andai alla porta e osservai dallo spioncino: era Warren.
Misi via la pistola e gli aprii. - Cosa ci fai qui?
- Ciao anche a te, chérie. Hai... pianto? - mi chiese Warren.
- No, perché? - gli feci confusa.
- Niente, hai gli occhi arrossati e le guance umide - mi rispose lui.
Io mi toccai le guance e sotto agli occhi, entrambi erano umidi. - È da un po' che non pulisco e mi deve essere entrata della polvere negli occhi - provai a ragionare. Non ricordavo di aver pianto.
- D'accord, chérie. Come dici tu - fece spallucce poco convinto.
- Ripeto, cosa ci fai qui? - chiesi di nuovo irritata.
- Volevo parlarti da sola. Amita e instabile e Alan non riesce a farsene una ragione. Certo, non è come perdere due figli, come per i genitori di Den, ma è comunque dura. Comprenez-vous? - mi fece nervoso.
Voleva una confidente per poter buttare fuori tutto ciò che provava ma non ero la persona adatta. - Warren, io non sono la tua ragazza e non sono nemmeno una psicologa. Pensavo di avertelo già spiegato a Houston?
- Lo so, anche se non mi piace la cosa. Il problema è un altro. Mi sento responsabile per la morte del mio amico... - provò a confessare Warren.
- Taglia corto - gli dissi. Stava divagando e non ero in vena di giochetti quel giorno.
Lui si guardò attorno, ingoiò un po' di saliva e disse: - Quando andrai a prendere quel fils de pute, voglio venire con te - dichiarò il ragazzo.
- No - gli risposi secca.
- Perché no? - mi chiese lui sorpreso.
- Perché non se ne parla. È pericoloso e non posso farti da balia - gli risposi fredda. Era vero, non potevo fare la babysitter quando la città era letteralmente in guerra.
- Cazzate. Sai benissimo che me la so cavare in questo mondo - mi ringhiò lui.
- Forse nel tuo mondo, ma nel mondo delle streghe saresti come un agnellino in mezzo ai lupi - continuai io.
- Allora imparerò a cacciare lupi. Se vuoi continuare con le metafore, chérie, posso andare avanti tutto il giorno - mi fece. La tensione che aveva mi faceva intuire che era serio nelle sue intenzioni.
Risi nervosa, questa cosa non mi piaceva. - La fuori ci sono intere congreghe sul piede di guerra e Inquisitori che uccidono streghe a vista, e tutto per la mancanza di un potere centrale nella città. Le probabilità di finire uccisi è altissimo, già il fatto che sei qui è un enorme rischio.
- Allora smettila di preoccuparti per noi. Se non mi avessi salvato... - provò a dire.
- Saresti morto tu e sarebbe stata la stessa cosa - gli finii la frase. In realtà sarebbe stato peggio perché, volente o nolente, volevo bene a Warren.
Lui si avvicinò a me. - Lasciami venire con te oppure ti seguirò finché non lo troverai. Cosa decidi?
In qualsiasi modo volessi vederla sarebbe stato una palla al piede, ma era meglio sapere che era lì piuttosto che ritrovarmi in uno scontro con lui che sbuca all'improvviso.
- Va bene, ma seguirai i miei ordini senza fare domande, chiaro? - decretai.
- Certo, tutto cristallino, mon petit - sorrise lui.
Feci un respiro profondo per calmarmi. Questa storia di avere un gruppo sta diventando troppo impegnativa, pensai mentre Warren andava via. 

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