Feci un cenno a Warren e lui mi raggiunse davanti all'entrata della
base.
- Hai un piano? - mi chiese.
- Più o meno. So dove trovarlo ma non so se riuscirò a farcela da
sola, possiede i poteri di quattro congreghe - gli spiegai.
Lui mi guardò dubbioso. - Okay, quindi stai andando a combattere
contro un tizio che, oltre a lanciare fulmini dalle mani, ha anche
altri tre poteri?
- Quella è l'idea - risposi.
- A rigor di logica sarebbe un maledetto suicidio - mi sussurrò
furioso.
- Ma io ho queste - e poggiai la mano sul fianco, dove tenevo le
pistole.
- La classica frase da spaccone americano, certo - sbuffò.
Io gli diedi uno scappellotto contrariata. - Ricordi cosa di ho detto
ieri? - lui fece sì con la testa. - Bene, tu non puoi aiutarmi in
quelle condizioni quindi devo farlo da sola. Tranquillo, non morirò
- gli dissi.
Poi senza dargli il tempo per rispondere uscii dal garage, tornai
alla moto e partii per raggiungere Mandes.
Durante il tragitto ripensai a tutto quello che era accaduto: Warren
che veniva rapito, torturato da un tipo obeso, il fatto il Reggente
che avesse informazioni che neanche i Cani da Guardia potevano
reperire, lo strano modo di comunicare con il Gran Circolo di Houston
e la morte di Den.
Quel bastardo lavora sicuramente per la Compagnia sin dal
principio, imprecai. Non volevo pensarlo, ma forse era
responsabile anche dell'attacco al Gran Circolo di New Orleans.
Aumentai la velocità, volevo raggiungere la casa di Chuck il più in
fretta possibile, non vedevo l'ora di piantargli una pallottola in
fronte. Una volta arrivata capii subito che se n'era andato, il posto
era completamente ripulito, nessuna roulotte, nessuna auto senza
ruote e nemmeno le sedie e il frigo portatile per birre. Nulla.
- Figlio di puttana! - sbraitai calciando il terreno per la
frustrazione.
Cercai di calmarmi, poi presi il cellulare e telefonai a Warren. - Ho
bisogno di informazioni, Chuck è sparito.
- Aspetta, cherie. Ora chiedo. - rispose e rimasi ad aspettare
qualche secondo. - Ecco qua, se il nostro Chucky si vuole nascondere
nel Bayou, un posto potrebbe essere l'isola dove si radunano i nativi
di questa zona.
- Potrebbe essere? - chiesi spazientita.
- Beh, cherie, tu hai detto che sono congreghe antiche, quindi perché
non usare un posto antico per riunire le congreghe? Sai,
rievocazioni, sabbat, estbat, sacrifici. Cose di questo tipo. Abbiamo
controllato il libro nero che la nonna di Amita le ha lasciato e sul
bordo di una pagina c'erano delle coordinate e indovina? Puntano
proprio su una di queste isole - spiegò il ragazzo.
- Okay, mi hai convinta a sacrifici. Mandami quelle coordinate - gli
chiesi.
- Già fatto, mon amour - rispose
- Grazie - gli dissi e riattaccai.
Controllai con Google Maps l'ubicazione e scoprii che era davvero
un'isoletta in mezzo alla palude e alla boscaglia. Rimontai in sella
alla moto e partii. Corsi come una pazza fino ad arrivare a una
strada sterrata, la percorsi per intero ritrovandomi in un
accampamento con tende di varia grandezza e de molti colori. La gente
che ci abitava era varie età, da bambini ad anziani, e tutti
guardavano me attoniti. Provai a percepire la loro forza vitale e
scoprii che erano tutti delle streghe.
Forse non si aspettavano di vedermi, sorrisi. Di sicuro avevo
sortito l'effetto sorpresa.
Sganciai il cavalletto, spensi il motore e smontai dalla moto. - Sto
cercando il Reggente, sapete dov'è? - chiesi.
- Chi lo vuole? - mi fece uno degli uomini più anziani. Era
incappucciato da un mantello bianco.
- Kaillena Mine, ho delle domande da fargli - gli risposi.
- Non ho mai sentito il tuo no... - provò a dire mentre si toglieva
il cappuccio ma si bloccò appena mi vide. Rimase a fissarmi per
qualche secondo, poi mi fece segno di seguirlo. - Mi scuso per il mio
comportamento. Prego da questa parte.
L'anziano mi accompagnò in rigoroso silenzio attraverso tutto
l'accampamento. C'erano due tende grandi vicino l'unica via
d'accesso, una adibita a mensa e l'altra a ospedale da campo.
Oltrepassate queste due strutture c'era uno spazio con vari
terrazzamenti in pietra con numerose tende da campeggio. A destra una
costruzione in legno che veniva usata come campo d'addestramento. Ed
infine la tenda più grande situata al centro perfetto dell'isola.
Non riuscivo a capirne l'utilizzo ma era grande come quella di un
circo.
Proprio davanti l'entrata di quel tendone c'era la mia prossima
vittima. - Dolcezza, cosa ti porta da me? - Era palesemente una presa
in giro.
- Iniziamo dal perché hai tradito il Gran Circolo di New Orleans -
gli risposi.
- Affari, devo mantenere un posto di rilievo per continuare ad essere
potente - spiegò.
- Hai fatto un patto con la Rodes per rimanere il Reggente, ecco
perché hai rifiutato la proposta del Gran Circolo ad unirti a loro -
ipotizzai.
Chuck alzò le spalle. - Ops, colpa mia.
- Hai fatto portare Warren a Houston per avere più informazioni
possibili sulla Compagnia, scommetto che ti hanno tagliato fuori dai
loro piani, vero? Ma hai fatto anche un grave errore. - ragionai a
voce alta in modo che i presenti potessero sentire.
- Prego, continua, è interessante - mi fece lui.
- Hai ammazzato a sangue freddo un mio amico, e adesso sono qui per
pareggiare i conti - ringhiai.
Chuck batté le mani. - Ottima deduzione, davvero. Ma guardati meglio
attorno.
Feci come aveva detto stando attenta a non abbassare mai la guardia.
Da prima vidi l'anziano che tremava in ginocchio, poi alzando lo
sguardo vidi le altre streghe attorno a noi pronte ad attaccare.
Quello che era strano era il loro viso, sembrava come se dovessero
agire in quel modo.
All'inizio non capii, poi però l'illuminazione. - Sono tutti sotto
il tuo controllo.
- Abbiamo Capitan Ovvio qui con noi - esultò il Reggente.
- Quindi non sei un genio informatico, sei solo un eunuco che fa fare
tutto il lavoro ai suoi uccelletti - provai a insultarlo.
Lui si mise a ridere. - Bell'analogia, te lo concedo. Ma adesso cosa
ne facciamo di te? - si rivolse ai membri della Coalizione.
Con uno scatto estrassi le armi e provai a colpirlo ma lui alzò un
muro di terreno a proteggersi. Gli altri membri della Coalizione
cercarono di attaccarmi con i loro poteri ma io sparai una raffica ai
loro piedi sperando di farli desistere.
- Voi non centrate nulla, non voglio farvi del male - urlai.
- Non possiamo farne a meno, se lui ordina noi obbediamo - mi spiegò
l'anziano con espressione dispiaciuta.
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