div id='fb-root'/> expr:class='"loading" + data:blog.mobileClass'>

Libri Precedenti

mercoledì 31 gennaio 2018

[Spinoff] Episodio 22



In realtà, da quando avevo incontrato i Cani da Guardia avevo sentito una strana sensazione, come se all'improvviso dovesse succedere l'irreparabile. Presi le mie cose e quelle di Warren e le gettai alla rinfusa nello zaino che mi ero portata.
Feci per uscire dalla stanza quando lui mi bloccò per il braccio, mi girò la testa e mi baciò per alcuni secondi. - Ti sei calmata? - mi chiese.
- No, non posso stare calma. Io devo... devo tenervi al sicuro - gli risposi guardandolo negli occhi. Era colpa mia se si facevano male, o peggio.
Mi avvolse il viso con le mai. - Ascolta, anche se corressimo alla massima velocità, quanto ci impiegheremo a tornare a New Orleans? - mi chiese di nuovo.
- Se partiamo subito, arriveremo domani mattina - gli risposi ancora agitata.
- Bene, e in questo lasso di tempo non potresti fare comunque nulla, giusto? - fece lui.
Annuii. Sapevo dove stava andando a parare.
- Quindi è inutile agitarsi, no? - continuò il ragazzo.
Aveva ragione, anche se avessi corso come una pazza non avrei potuto fare nulla. Presi un profondo respiro e mi calmai. - Sì, scusa - gli sorrisi.
- Tranquilla. Se questo è l'unico momento che ho per farti da ragazzo, tanto vale aiutarti a non perdere la testa - mi fece l'occhiolino. Poi mi lasciò andare, aprì lo zaino, prese i vestiti che gli avevo comprato e se li mise. Infine prese la maschera e la indossò.
Ero così agitata che non mi ero resa conto che Warren era rimasto nudo per tutto il tempo. Con le ferite che aveva non era bene che stesse nudo. Per un attimo mi stupii del carico di stress che poteva portare una come Evaline, sempre in ansia per ogni membro della congrega. Ha davvero una gran forza quella ragazza, pensai.
Mezz'ora dopo eravamo partiti per New Orleans.
Come previsto arrivammo in mattinata del giorno dopo.
Quando entrammo nella base l'atmosfera era glaciale, Amita era sdraiata sul divano con una trapunta a farle da coperta e fissava il vuoto, Alan guardava il suo schermo con le mai giunte davanti alla bocca.
Mi avvicinai di qualche passo. - Lo avete trovato? - chiesi con un po' di timore.
Alan mi fece di sì con la testa e mi indicò lo schermo con un dito.
Andai a vedere cosa voleva e appena lo raggiunsi fece avviare un video di sorveglianza. Inizialmente non c'era nessuno, poi si intravvide una figura di spalle.
- Chi è? - chiesi ad Alan.
- Den! - rispose secco.
Nel vide, Den sembrava stesse aspettando qualcuno che non fece tardi ad apparire. La seconda figura aveva qualcosa di famigliare ma non riuscii a capirlo per via del berretto che indossava e la risoluzione che era pessima. Improvvisamente Den iniziò a urlare qualcosa, purtroppo l'audio non c'era, ed infine provò a colpire l'uomo. L'individuo col berretto riuscì a spingere lontano il ragazzo che provò subito dopo a caricare l'avversario. L'uomo fece un gesto con le mani e trapassò il petto di Den con una saetta. Il corpo del ragazzo cadde a terra con la ferita ancora fumante.
Per un istante l'uomo alzò la testa e distrusse la telecamera, ma io lo riconobbi subito: il Reggente.
- Oddio - sbottò Warren.
- Hanno trovato il corpo? - chiesi.
- Sì, ieri pomeriggio. Aveva un foro cauterizzato all'altezza del cuore. È morto sul colpo - mi rispose Alan senza mai alzare gli occhi dall'immagine del responsabile.
- Cristo santo! - commentò Warren.
- Gesù non centra un bel niente, questo è un tentativo molto goffo di liberarsi dei testimoni scomodi - replicò Alan con falsa freddezza. In realtà sapevo che stava ribollendo di rabbia.
- Tranquillo, so chi è l'assassino. È il capo della Coalizione del Bayou, Chuck Mandes alias il Reggente - gli dissi mettendogli una mano sulla spalla.
- Coalizione del Bayou? - mi chiese Warren.
- È una specie di alleanza forzata, attraverso un complicato rito o roba del genere, di quattro congreghe molto antiche. Il Reggente è il capo di queste congreghe - spiegai.
Warren fece sì con la testa, ma sapevo che non c'aveva capito nulla.
- E come sta Amita? - chiesi infine.
- È catatonica da quando lo abbiamo saputo - rispose Alan.
Era comprensibile, il suo ragazzo era stato brutalmente ucciso da una persona che sapeva scagliare fulmini dalle mani, per la maggior parte delle persone sarebbe impossibile da credere anche se lo vedesse con i propri occhi.
Le andai vicino, era giunta l'ora per lei di affrontare un discorso che potrebbe distruggerla completamente. - Mi dispiace tanto, Amita - le spostai una ciocca di capelli dal viso.
- Lo sai, è stato lui a riunirci per combattere la Compagnia. Aveva perso la sorella per colpa delle attrezzature difettose comprate da loro. Aveva solo sette anni - mi raccontò.
- Capisco - risposi.
- Davvero? Hai mai amato in vita tua, soldatina? - mi chiese con disprezzo.
- E tu, amavi Den? - Dovevo iniziare prima o poi.
Lei mi guardò furiosa. - Ovvio che sì - rispose.
- Sicura? - continuai.
- Perché insisti? - mi urlò. - Sì, lo amavo. Stavamo bene insieme. Era il mio Den, capisci? Era... era... - Più continuava a parlare e più la sua sicurezza veniva meno.
Aspettai che si calmasse poi diedi con calma la mia spiegazione per il mio atteggiamento: - Vedi, spesso le Streghe Chiaroveggenti inesperte credono di provare sentimenti per qualcuno, ma in realtà si tratta di altro. Il dono di questo tipo di strega è famoso per predire la morte di altre persone.
- Quindi stai dicendo che stavo con lui perché ho scambiato l'amore con la pietà? - sembrava disgustata dalla mia spiegazione.
- Inconsciamente, sì - le risposi schietta fissandola negli occhi.
Lei cambiò lentamente espressione, riusciva a sentire che non stavo mentendo. - Sembra più una maledizione che un dono.
Annuii, sapevo che per lei era dura da accettare ma forse potevo alleggerirle un o' il peso da portare. - Devo chiederti una cosa?
- Hai fatto trenta... - rispose al limite della sopportazione.
- Devi decidere tu. Vuoi che il colpevole venga arrestato o vuoi che lo uccida? - le chiesi.
Lei fissò il vuoto qualche secondo per decidere, poi si alzò, mi prese la maglia e avvicinò il suo viso al mio, aveva gli occhi iniettati di sangue. - Uccidi quel figlio di puttana e fa in modo che soffra il più a lungo possibile.
Sorrisi, era quello che speravo di sentire. - Sarà fatto!  


Per chi volesse contribuire in questo modo all'editing dei libri: Grazie mille.


Libri Precedenti:

Nessun commento:

Posta un commento