Quando riaprii gli occhi mi sentii riposata e appagata, cosa che non
credevo possibile in quel momento della mia vita. Abbassai lo sguardo
notando il braccio di Warren che mi stringeva delicatamente a se.
Sorrisi, non mi era mai successa una cosa del genere e ammisi a me
stessa che era una bella sensazione, sembrava quasi un gesto di
protezione.
Istintivamente gli strinsi il braccio e chiusi gli occhi per
addormentarmi di nuovo, volevo assaporare quel momento il più a
lungo possibile.
- Ehi, ti sei svegliata finalmente - mi sussurrò all'orecchio
Warren.
- Sì, ma vorrei dormire ancora un po' se non ti dispiace - gli
risposi.
- Come vuoi tu, cherie - Dal tono che aveva sembrava felice della
cosa, però sapevo che non poteva durare. Ero la persona sbagliata al
momento sbagliatissimo per una relazione.
Restammo in quella posizione e in silenzio per un'altra ora, dovevo
affrontare quel discorso con lui ma non volevo rovinare l'unico
momento davvero bello di quel periodo.
Alla fine persi coraggio e i girai. - Devo dirti una cosa.
- Fammi indovinare, ti sei innamorata me, vero? Succede sempre con le
numerose ragazze immaginarie che ho avuto - scherzò accarezzandomi
una guancia. Quel gesto rendeva ancora più difficile dirglielo.
Feci no con la testa. - Quello che sto percorrendo è un viaggio
molto pericoloso e se non rimango concentrata rischio di farmi
ammazzare. E io non voglio morire - spiegai, soprattutto perché
volevo tornare dalla mia nuova famiglia.
- Quindi? - mi chiese confuso lui.
Lo baciai sulle labbra. - Quello che succede a Houston, rimane a
Houston - decretai.
Il viso di Warren fece lentamente trasparire il senso di delusione
delle mie parole. Quel discorso non valeva solo per me ma anche per
lui, per poco non lo uccidevano solo per aver spiato una casa.
- D'accordo, quindi finché siamo qui possiamo fare ancora sesso come
una coppia vera - mi disse mentre si portava sopra di me e si
avvicinò per baciarmi.
Lo lasciai fare, anche perché anch'io avevo voglia di stare con lui.
Nonostante alcuni lamenti di dolore alle ferite non del tutto
guarite, la possibilità di coccolarci ancora un po' era il miglior
regalo che potessi ricevere.
Ci stavamo ancora baciando quando il cellulare iniziò a squillare. -
Warren... devo... devo rispondere - cercai di fermarlo controvoglia.
- Lascialo squillare - mi disse mentre mi stimolava i capezzoli con
la lingua.
Cercai di contenermi, anche se era difficile. - Se... non rispondo
continuerà a suonare e addio romanticismo.
- Se rispondi, addio Houston, me lo sento - mi confessò mentre mi
accarezzava il seno.
Lo guardai male, con uno sforzo presi il cellulare e lessi lo
schermo: era Amita.
Risposi alla chiamata. - Buongiorno
- No, non lo è - mi rispose.
Mi alzai a sedere e guardai preoccupata Warren. - Che cosa succede?
- Non vediamo Den da tre giorni - mi disse.
- Okay. Dov'era l'ultima volta che l'hai visto? - le chiesi con
calma.
- A casa mia... - rispose Amita.
- Bene. Significa che deve essere successo qualcosa durante il
tragit... - provai a ragionare.
Amita, in un raptus mi disse: - Abbiamo fatto l'amore e se n'è
andato nel cuore della notte, diceva di voler risolvere la faccenda
una volta per tutte. Sono preoccupata
- E tu non sai dove sia finito? - le chiesi.
- Ti ho chiamata proprio perché non so dove sia - sembrava confusa
dalla mia domanda.
Maledii il fatto di non aver mai trovato il tempo di spiegare ad
Amita in cosa consistesse il suo potere. - Tu hai avuto degli incubi
di recente, giusto? - continuai.
- Sì, ma cosa centra? - domandò sempre più agitata.
- Raccontameli - le ordinai.
Fece un profondo respiro, lo avevo sentito da un fruscio nella
chiamata. - È uno solo in realtà. Den e uno strano tipo dentro un
magazzino che litigano. Poi una luce abbagliante investe entrambi e
mi sveglio.
- Da quanto hai questi sogni? - chiesi ancora.
- Da alcune settimane - rispose.
Scesi dal letto e cominciai a vestirmi. - Okay, facciamo così. Io e
Warren partiamo subito, tu e Alan cercate di rintracciarlo. - le
dissi.
- Va bene. - Poi fece una pausa. - Kaileena, fate presto - e
riagganciò.
Warren mi guardò negli occhi. - Cosa succede?
- Nulla di buono - tagliai corto.
La sensazione terribile che avevo avuto quando Warren era stato
rapito era tornata a galla e mi faceva gelare le ossa.
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