Quando
entrai in casa e chiusi la porta dietro di me, notai Amita immobile
davanti agli scatoloni. Poi si girò rivelando un volto rigato dalle
lacrime. Le andai vicino per abbracciarla.
-
Mi mancano e non voglio separarmi da loro - singhiozzò.
-
Lo so. Lo so. Ma loro non possono vivere dove vivrai tu. Sarebbe un
punto debole che non ti potrai permettere. E poi saranno più al
sicuro che per strada - le accarezzai la schiena e la testa per
consolarla.
L'accompagnai
sul divano e la lasciai sfogare tutta la tensione che stava provando.
Era comprensibile, era tornata ad essere sola e aveva paura.
Una
volta finito le passai u fazzoletto di carta. - Va meglio? - le
chiesi.
Amita
rise nervosa. - Sì, anche se con gli occhi gonfi sarò più brutta
del solito.
-
Ma cosa dici? Sei bellissima - sbottai.
Lei
mi guardò storta. - Scherzi? Ma mi hai vista bene? Ho un culo che
sembra quello di una mongolfiera e cellulite ovunque per colpa dei
dieci chili in più che non riesco a smaltire. Tu invece sei
perfetta, letteralmente.
-
Ah, sì? Sai cos'ho passato per avere un fisico del genere?
L'inferno. L'addestramento nei Navy Seal non è proprio una cazzata,
sai? E poi scommetto che Den non si è mai lamentato dei tuoi
rotolini di ciccia. - L'ultima frase cercai di essere il più gentile
possibile, cosa che funzionò visto che fece un sorriso dolce. -
Credimi, meglio avere dieci chili in più. -
Lei
mi abbracciò di nuovo. - Grazie. Quindi... sei stata una Navy Seal.
Interessante.
-
In realtà me ne sono andata poco prima di avviare la mia carriera
militare. Volevo imparare più tecniche di infiltrazione e
combattimento possibili per poi diventare una ladra. Ironico che mi
siano servite per una vendetta personale - le risposi.
-
Quindi ora tornerai a essere una ladra? - mi chiese a pochi
centimetri dal mio viso.
-
No... non posso più... - cercai di rispondere.
Improvvisamente
ci lasciammo abbandonare allo strano legame che provavamo l'una per
l'altra. Non provavo eccitazione o desiderio, era come essere nel
dormiveglia e poi cominciare a sognare. Ci baciammo e accarezzammo
finché Amita non si staccò.
-
Oddio! Scusa. Non so che mi è preso - si mise una mano sulla bocca.
-
Tranquilla, anche per me è stato strano - le risposi.
-
Ma perché ci succede questo? - mi chiese confusa.
-
Non lo so. Ho provato una sensazione simile le prime volte che ero
vicina a Evaline perché lei possiede i poteri di un Guardiano. Ma
questo ha qualcosa di diverso, in qualche modo non sembrava una
forzatura - cercai di capire, senza risultato.
-
Quindi si possono forzare i sentimenti di una persona? - chiese
confusa.
-
Più il desiderio sessuale. Ma con te è stato diverso - ripetei per
essere chiara.
-
Credo di capire. Era più profondo, più intimo. Quasi ancestrale -
rispose.
-
Sì, esatto. Se poi calcoli che in genere non provo attrazione per le
donne... - dissi.
-
Nemmeno io sono gay - ribatté Amita con lo sguardo verso il vuoto.
Sapevo
che stava per crollare dal sonno perché anch'io mi sentivo esausta.
Decidemmo di dormire assieme sul divano, io non riuscivo a fare un
passo e lei non riusciva a tenere gli occhi aperti. Quella fu la
prima volta che riuscii a dormire assieme a un'amica senza volere
nulla in cambio, e la sensazione mi piaceva, mi rendeva tranquilla.
Il
giorno dopo ci svegliammo presto e partimmo per raggiungere l'isola
della Coalizione del Bayou. Quando arrivammo la gente ci accolse
gentilmente e ci accompagnò dai loro anziani.
Io
e Amita entrammo nella tenda più grande posizionata al centro
dell'isola. L'interno era pieno di artefatti, stoffe e tappeti.
Alcune lampade a olio spente erano appese a dei bastoni lungo tutto
il diametro della tenda.
Ma
quello che mi fece più impressione fu l'enorme muro lungo dieci
metri e alto cinque con incise parole che non riuscivo a identificare
posizionato al centro della tenda. Al centro di esso c'era un a
specie di porta alta all'incirca tre metri e larga due e mezzo.
All'interno un altro strato di muro bloccava la possibilità di
vedere attraverso della parete
Sotto
a questo strano edificio incompleto c'erano tre gradini dove erano
seduti quattro anziani. Ognuno aveva una toga di colore diverso:
l'anziano che avevo salvato aveva quella marrone chiaro, mentre gli
altri avevano le toghe di color verde, porpora e rossa.
-
Eccoti, finalmente, Kaileena Mine - mi salutò l'anziano che avevo
salvato.
-
Vedo che stai meglio - lo salutai con un leggero inchino.
L'anziano
con la toga verde guardò Amita. - E quella chi è?
-
È evidente che non fa parte della nostra discendenza - sbottò
quello con la toga color porpora.
-
Concordo, non è nemmeno americana - fece quello con la toga rossa.
Mi
schiarii la voce per prendere la parola. - Per prima cosa volevo dire
che voi due siete dei razzisti, che schifo - indicai l'anziano
porpora e l'anziano rosso. - Poi volevo informarvi che lei è la
nipote di Samari.
-
Impossibile. Quella famiglia si è estinta a causa di un incidente
aereo. Ho posizionato io stesso la bomba sotto coercizione del
precedete Reggente - fece l'anziano verde.
Guardai
Amita per capire come potesse stare a quell'affermazione, ma sembrava
tranquilla.
Lei
si fece avanti e prese la parola. - Prima di partire mi ammalai e mi
lasciarono a casa dai parenti di mio padre, che poi mi fecero da
tutori fino alla loro morte.
-
Questa è una menzogna, non sacrificherò la mia vita per un'estranea
qualsiasi - sbottò l'anziano porpora.
-
Mentire? Non credo sia possibile per una strega senza essere scoperta
da altre cinque streghe. Senti per caso che stia mentendo, o che
entrambe stiano mentendo? - chiese l'anziano marrone.
Tutti
e tre rimasero in silenzio. Io, invece, sorrisi soddisfatta, dopo
un'affermazione del genere chiunque sarebbe stato zitto per non fare
figure di merda.
Poi
ripensai a quello che aveva affermato l'anziano porpora. - Aspettate
un attimo. Lui ha appena detto “sacrificare la vita”? - chiesi.
L'anziano
marrone sospirò. - Sì, per concedere il potere delle congreghe
della Coalizione del Bayou alla futura Reggente serve il sacrificio
dei quattro esponenti più anziani. Una volta il rituale era più
brutale, i contendenti combattevano fino alla morte e il vincitore
diventava il Reggente. Fortunatamente, Samari decise di cambiare
questa assurda tradizione e decretò che solo gli anziani volontari
potevano concedere il loro potere e la loro vita al nuovo Reggente.
Come
un passaggio di testimone, ma perché ti sei offerto? - gli chiesi.
-
Perché io sto morendo. Andare contro il volere del Reggente
significa far esaurire la propria forza vitale. Quindi ho deciso di
donare i miei poteri al nuovo Reggente, se fossi sopravvissuto
abbastanza a lungo - rispose l'anziano marrone.
-
Quindi non ti ho salvato... - dissi a malincuore.
-
No. Ma hai salvato tutti gli altri. Ti ringrazio - mi fece un inchino
l'anziano marrone. Io ricambiai anche se ero delusa di me stessa.
-
Bene, quindi è deciso? - chiese l'anziano verde.
-
Sì, è deciso! - rispose l'anziano marrone.
L'anziano
porpora non proferì parola mentre l'anziano rosso si limitò a dire:
- Molto bene.
Io
alzai la mano per attirare di nuovo l'attenzione. - Avrei una piccola
obbiezione.
L'anziano
porpora si mise una mano sulle tempie. - Che cosa c'è ancora?
-
So che non potete eliminare quell'assurdo patto dal rito, ma potete
modificarlo, giusto? - chiesi.
Tutti
e quattro gli anziani rimasero in ascolto. - Continua - mi fece
l'anziano rosso.
Guardai
Amita, sembrava un cucciolo che entra per la prima volta nella sua
nuova casa con persone estranee. Non volevo che si caricasse di un
onere come quello di comandare a bacchetta ogni persona collegata
alla Coalizione.
-
La mia idea era che al posto di far “regnare” qualcuno, perché
non creare una specie di carica che cerchi di risolvere le faccende
interne della Coalizione del Bayou? Così vi eviterà di perdere il
libero arbitrio - proposi.
Gli
anziani rimasero a bocca aperta. “Ecco, ho detto una stronzata,
pensai. Poi si avvicinarono l'uno all'altro e cominciarono a
borbottare qualcosa e infine tornarono a guardarmi seri.
-
È un'ottima idea Kaileena Mine. E abbiamo già in mente un modo per
farlo funzionare nel rito. A quanto pare ci hai salvato, non una, ma
ben tre volte. La nostra gente sarà in debito con te e la tua
congrega a vita - sorrise l'anziano marrone.
-
Per così poco - gli feci l'occhiolino.
Mi
girai verso Amita, era visibilmente spaventata. L'abbracciai per
l'ennesima volta. - Tranquilla, te la caverai. Sono persone per bene.
E se avrai bisogno di aiuto sappi che fai parte della mia congrega,
quindi ti basterà solo chiedere.
Amita
mi guardò imbarazzata e con gli occhi lucidi dalla commozione. -
Faccio parte della tua congrega?
-
Nel mio gruppo non serve fare riti o iniziazioni, siamo Anime
Solitarie. Perciò sì, fai parte della nostra congrega e guai a chi
il contrario - le risposi dandole un bacio sulla fronte.
L'anziano
verde batté le mani. - Bene, abbiamo fino a domani sera per i
preparativi. E tu futuro, Patto della Coalizione Vivente, hai molto
da imparare prima di allora.
-
Patto della Coalizione Vivente? Non male - dissi impressionata.
-
Grazie - rispose l'anziano verde.
Salutai
Amita con un ultimo bacio sulla guancia e tornai a casa. Avevo
lasciato l'ultima piccola faccenda in sospeso come ciliegina sulla
torta.
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