Sfrecciai
per le strade della periferia cercando di non perdere il segnale che
avevo sul cellulare. Controllavo costantemente lo schermo rischiando
di fare un incidente, ma non mi importava.
Devo
fermare la Rodes a ogni costo, pensai superando l'ennesima auto
troppo lenta.
Dopo
un po' di strada intuii la direzione che stava prendendo: New Orleans
nel quartiere di Algiers Point. Era strano che andasse in quella
direzione, non aveva nessun contatto in quella parte di città.
Oltrepassai
il Crescent Connect e arrivai in zona pochi istanti dopo Melinda.
Rimasi a debita distanza ad osservare finché la donna entrò in un
vicolo tra due palazzine condominiali e si fermò. Senza farmi
notare, parcheggiai, feci il giro ed entrai in uno degli edifici.
Percorsi un corridoio fino ad arrivare alla porta di servizio che
dava sul vicolo. Accanto c'era una finestra e mi misi a controllare
che tutto andasse liscio.
Perfetto,
non c'è nessuno, esultai.
Stavo
per intervenire e uccidere la mia preda quando dal nulla apparve un
cerchio nero sulla parete dell'edificio di fronte e da esso
spuntarono fuori due donne, una sulla quarantina e mora e l'altra una
adolescente bionda. Per Melida sembrava una cosa del tutto normale.
-
Sei in ritardo, Melinda - fece la donna adulta.
-
Ho avuto degli imprevisti, Santa Seteria - rispose Melinda
inginocchiandosi.
Oh,
cazzo, sbottai. Da quello che mi aveva raccontato lo zio Mei i
Santoni erano le cariche più alte tra gli Stregoni. Erano persone
praticamente intoccabili, a meno che non si volesse un bersaglio
perenne sulla schiena.
-
Sai bene che non ammetto imprevisti, Melinda. Mi avevi
promesso un esercito asservito ai miei ordini - disse Seteria
guardandosi attorno. - Ma io vedo solo te. Più che un imprevisto lo
chiamerei un fallimento.
-
Mi... mi dispiace - rispose tramando Melinda.
-
Ti dispiace? E secondo te come faccio a recuperare il Primo Grimorio?
- Seteria guardò truce la donna inginocchiata.
-
Io... - provò a dire Melinda.
-
Quello è l'unico manuale esistente per creare Matriarche dal nulla -
sbraitò Seteria.
La
ragazza mise una mano sul ventre della donna per farla calmare. -
Cerca di mantenere il controllo, madre. Potrebbe sentirci qualcuno.
Seteria
si schiarì la voce e si ricompose. - Sì , hai ragione, Jessica. Ti
ringrazio cara. Allora, ricapitolando, hai usato tutto il mio siero
per incrementare le capacità naturali ma non hai un ancora nessun
esercito e ho fatto rintracciare da mia figlia la Strega Cronocineta
per i tuoi alleati ma non hanno ancora concluso nulla. Quindi io non
ho nulla. È questo che mi stai dicendo?
-
Il ritardo con la Strega Cronocineta è per colpa di Emris, ha rapito
la ragazzina - rispose Melinda.
-
E per quale cazzo di motivo lo avrebbe fatto? - chiese Seteria
cercando di non far esplodere la rabbia.
-
Non... non lo so. Ma uno dei miei uomini mi ha riferito che durante
Samain ha fatto un rito per aprire un portale temporaneo per Samath -
rispose Melinda sempre più terrorizzata.
-
Quindi la Strega Cronocineta è a Samath? - continuò Seteria.
-
No... una dilettante si è sacrificata salvandola all'ultimo istante.
La ragazzina è ancora in questo mondo - rispose Melinda.
-
Emris... quel bastardo opportunista. Sapevo che rapire un bambino per
ottenere raro come quello di uccidere qualunque cosa si sarebbe
dimostrata una cattiva idea, ancora peggio quella di allevarlo come
uno della famiglia - sbraitò Seteria.
-
Mi dispiace... - piagnucolò Melinda.
-
Mi dispiace, mi dispiace. Non sai dire altro, sorella? - impazzì
Seteria. - Sei una delusione, Melinda. Se nostro padre sapesse che
tutti i suoi sforzi sono stati inutili, pace all'anima sua. Ha anche
cercato di creare un gruppo adatto a questa missione rapendo i
bambini più dotati che potessero offrire i mondi più pacifici -
disse cercando di bloccarsi. - Odio questo dannato mondo, qui la
Maledizione dell'Empatia funziona fastidiosamente male.
Sentii
una fitta alle costole che mi fece piegare dal dolore, l'adrenalina
stava calando e tutte cominciavano a fare un male cane. Cercai di non
emettere nessun rumore, non volevo essere scoperta proprio in quel
momento. Feci un profondo respiro e a fatica mi rialzai per sentire
il resto della conversazione.
-
In più hai fatto uccidere Mei Song, uno dei più vecchi Stregoni.
Nonostante avesse combattuto contro nostro nonno, non dovevi farlo
fuori. Sai benissimo che non si deve mai eliminare uno
Stregone. Ma tu l'hai fatto giustiziare come un qualsiasi rifiuto
umano - continuò Seteria, aveva il viso rosso di rabbia.
-
Intralciava i nostri piani... - provò a dire Melinda.
-
Non mi interessa. E poi, è stata quella la causa dei vostri
fallimenti - decretò Seteria.
-
I... io non so come scusarmi, sorella - fece Melinda, stava tremando.
-
Oh, sorellina. Puoi farlo in un solo modo - le rispose Seteria con
uno sguardo eloquente.
-
No. No, no, no. Ti prego. Ti prego, non farlo. Siamo una famiglia -
Melinda si inginocchiò e posò le mai a terra in segno di supplica.
-
Jessica, amore della mamma, uccidila - ordinò Seteria.
Jessica
tirò fuori dalle tasche due kunai lunghi quanto un pugnale e
cominciò a giocherellarci. Fu in quel momento che sentii la forza
vitale della ragazza, anche lei era una strega. Subito dopo, quattro
figure umanoidi fatte di asfalto e terriccio si alzarono davanti a
Melinda.
Quei
golem sono simili a quelli che hanno attaccato Thessa e la sua
scorta..., sgranai gli occhi stupita.
Senza
esitare, Jessica si lanciò sui quattro golem. Uno dopo l'altro
furono ridotti in frantumi. Quello che era strano era che li aveva
colpiti in punti vitali come se fossero esseri umani, non golem.
-
Tu... tu sei pazza... Hai diablerato tua figlia donandole la capacita
sottratta a Emris. Hai condannato la tua stessa figlia ad un continuo
massacro? - chiese Melinda sconcertata.
-
Diablerare? Che termine rozzo. Chi l'ha inventato? - si chiese in
generale Seteria.
-
Credo che venga da un gioco da tavolo, madre. Alcuni compagni di
scuola ci giocano facendo finta di essere vampiri - rispose Jessica.
Seteria
scoppiò a ridere. - Un gioco da tavolo? Questo si che è cadere in
basso. Comunque, rispondendo alla tua domanda, sorella, non sembra
che mia figlia sia triste, tutt'altro.
-
Ma non... - provò a dire Melinda, ma fu trafitta al petto dai due
kunai di Jessica.
Jessica
si avvicinò a Melinda per recuperare le sue armi e pulirle sui
vestiti della sua vittima.
-
Era ora - sbottò Seteria.
Poi
si girò, si concentrò e fece u gesto con la mano. Subito dopo
riapparve il portale nero a mezz'aria. Le due donne entrarono
all'interno e un'istante dopo sparì.
Rimasi
a guardare la scena, stupefatta. Era successa una cosa che andava al
di là delle aspettative, anche nel mondo delle streghe. Di sicuro
quelle donne non erano normali. Piani malvagi che avevo
involontariamente sentito, streghe che viaggiano attraverso portali,
discorsi su altri mondi e la scoperta di una seconda Strega
Legionaria oltre a Evaline.
Presi
per l'ennesima volta un bel respiro e riordinai le idee. Non c'era il
tempo per altre faccende, dovevo assicurarmi che Melinda fosse morta.
Aprii la porta di servizio trovandomi sulla sinistra Melinda ancora
viva ma in agonia. Non nego che un po' mi piaceva vederla in quello
stato.
Mi
avvicinai e con un po' di fatica mi inginocchiai accanto a lei, non
l'avevo uccisa ma volevo assistere al suo ultimo respiro.
-
Hai... hai sentito... tutto? - mi chiese Melinda mentre vomitava
sangue.
-
Ogni cosa, ma quello che hai detto non giustifica quello che hai
fatto - le risposi con rabbia.
-
Lo... so. Ti... chiedo solo... di fermare... mia sorella... Seteria,
lei... molto più... pericolosa di me - mi supplicò mentre aveva le
convulsioni.
Anche
se si trattava di un mio nemico non potevo rifiutarmi di esaudire
l'ultimo desiderio di una persona. - Tranquilla, conosco qualcuno in
grado di far tremare i pilastri di qualsiasi mondo - le risposi.
Melinda
sorrise ed esalò l'ultimo respiro con un piccolo rantolio.
Mi
rialzai e me ne andai prima dell'arrivo della polizia. Il problema
era che non sentivo alcun sollievo per la morte di Melinda, ma solo
tanta pena.
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