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mercoledì 30 maggio 2018

[Spinoff] Episodio 39


Mi rimisi in piedi e, stando attenta ai quattro maestri feriti, raggiunsi la scala a chiocciola in legno che dava al secondo piano ma mi bloccai.
Dovevo riflettere bene. Se salivo le scale molto probabilmente le persone che avevano tradito lo zio Mei sarebbero riuscite a scappare. Se restavo per uccidere i traditori, Melinda Rodes sarebbe sicuramente fuggita e non l'avrei più trovata.
Alla fine presi la mia decisione. Quei quattro sono stati smascherati e sono praticamente morti che camminano, pensai.
Salii spedita la scaletta e raggiunsi il corridoio rivestito di stucco bianco e dal soffitto tondeggiato. Percorsi tutto il tunnel fino ad arrivare ad una specie di laboratorio pieno di strani macchinari con dei tubi che scendevano verso dei fori nel pavimento, il liquido al loro interno era viola e blu come quelli delle vasche per creare streghe impazzite.
Dall'altra parte della stanza c'era un'ultima porta che dava all'esterno. Con molta circospezione cercai di raggiungere l'uscita. Speravo di non trovare altre sorprese lungo il tragitto quando per sbaglio non urtai un piede.
Era uno degli uomini di Melinda Rodes ridotto a brandelli come se un orso lo avesse attaccato, di lui erano rimaste le gambe e la parte inferiore del torso.
Da dietro due macchinari, altrettanti uomini uscirono dal loro nascondiglio. Capii che erano streghe dal loro modo di muoversi e dai loro rantoli simili a quelli di zombie cinematografici.
Streghe impazzite. Mi mancavano solo queste, sospirai. Ero davvero stanca, non ne potevo più di combattere e mi faceva male da per tutto.
Guardandoli meglio notai che avevano lo sguardo da invasati, la bocca schiumava bava e le braccia erano zuppe di sangue.
Puntai le pistole e sparai. Due fori nel petto di entrambi cominciarono a sanguinare ma i due sembravano non averne risentito. Infatti si guardarono per un lungo istante e scattarono verso di me gorgogliando e ringhiando. Erano veloci e imprevedibili nei movimenti, tanto da rendermi impossibile mirare con sicurezza prima che mi raggiungessero.
Il primo lo feci ruzzolare a terra con una tecnica militare e il secondo lo colpii con il calcio di una delle pistole. Il secondo scrollò la testa frastornato.
Quindi il vostro punto debole è la testa, eh?, sorrisi.
Rinfoderai le pistole e cominciai a colpire la seconda strega impazzita con calci e pugni cercando di colpire la testa. Sapevo che riempirli solo di proiettili non sarebbe servito a niente, dovevo creare un trauma molto grosso al cervello per fermarle. Speravo di riuscire a trovare qualcosa che potesse aiutarmi in questo frangente.
Purtroppo però, le mie tecniche fecero solo infuriare ancora di più la strega impazzita che con una spinta mi gettò violentemente verso uno dei macchinari. Il dolore alle costole fluttuanti era lancinante, erano davvero fortissime fisicamente.
Accanto a me c'era un pezzo di metallo verticale e acuminato che fuoriusciva dal rivestimento della strana macchina. Se mi avesse spinta pochi centimetri più in là..., rabbrividii al solo pensiero.
Poi mi venne un'idea. La strega impazzita sembrava non avere coscienza o intelligenza e si stava per scagliare di nuovo contro di me. Con una presa usai la sua stessa forza per far cozzare la testa contro lo spuntone metallico.
Funzionò alla perfezione. Il cranio della strega impazzita si aprì come un uovo macchiandomi la giacca di sangue.
La strega impazzita che inizialmente era caduta si era già rialzata. Cominciò a correre verso di me come una pazzoide, io scappai evitando i suoi attacchi finché non vidi un fucile a pompa nascosto sotto un carrello.
Riuscii ad afferrarlo, mi spostai oltre dei contenitori di acido corrosivo e attesi che la strega impazzita non fosse a tiro controllando che il fucile fosse carico. Appena la strega impazzita passò accanto ai serbatoi di acido sparai perforandoli. La pressione fece spruzzare il contenuto in faccia al mio avversario che urlò e si contorse.
Quando la strega impazzita finì di urlare aveva la pelle della faccia completamente sciolta, ma continuò ad avanzare imperterrita. Io mirai con il fucile a pompa verso la sua testa e la feci letteralmente esplodere. Il corpo ormai senza vita cadde a terra all'indietro.
Attesi qualche secondo per essere sicura e lasciai cadere il fucile a pompa. - Cazzo, questi tizi erano peggio dei normali zombie - sbottai riprendendo fiato.
Dopo essermi ripresa qualche secondo, corsi verso l'uscita, scesi una scala di servizio che dava su un parcheggio esterno rispetto alle mura del forte.
Era pieno di auto di tutti i tipi ma provai a cercare Melinda Rodes fila dopo fila. Improvvisamente udii un'auto di lusso venirmi in contro a tutta velocità, rotolai sopra un cofano di un'altra vettura per evitare di essere investita. Quando mi rialzai feci appena in tempo a vedere l'auto girare a destra e uscire dal parcheggio.
Provai a correre per raggiungerla e successivamente a sparare verso il conducente ma fu tutto inutile.
- Merda! - imprecai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.
Era l'unica possibilità per prendere quella donna e me l'ero fatta sfuggire, di nuovo.
- Che hai da urlare tanto? - mi fece Amita che mi aveva raggiunta.
- Quella era la Rodes che scappava. E come hai fatto ad arrivare qui così in fretta? - le chiesi frastornata e dolorante.
- Dopo aver battuto quella mezza sega ho fatto il giro lungo - rispose Amita.
- Il giro lungo... - ripetei incredula.
In quell'istante arrivò Warren in sella alla mia moto. - Lo sai che la Rodes sta scappando alla guida di un'auto di lusso? - indicò la direzione pigiando qualcosa sul suo telefono.
Subito dopo molteplici esplosioni detonarono in tutto il forte distruggendo ogni attrezzo che potesse servire per creare streghe impazzite. Almeno una vittoria l'abbiamo portata a casa, pensai tristemente.
- Davvero? Di solito quelle automobili hanno interni in pelle, radio bluetooth... - scherzò Amita con una strana tranquillità.
- Playstation 4, poggia bicchieri, minibar sui sedili posteriori e Wi Fi sempre acceso per internet e le emergenze - continuò Warren.
Inizialmente pensai che non prendessero la cosa seriamente, poi però, capii che mi stavano suggerendo qualcosa. - C'è internet in quell'auto, quindi... - provai a dire.
Warren mi diede un altro cellulare con aperta una app della mappa di tutta la zona e un puntino lampeggiante che si muoveva. - Già fatto. Ho chiesto ad Alan di monitorare tutte le reti della zona. Non è stato difficile capire quale seguire, è l'unica che si è attivata nell'ultima mezzora.
- Grazie - gli dissi con tutta la gratitudine che potevo donare. - Amita, dai un bacio ad Alan da parte mia.
- Hai davvero la fissa di baciare la gente tu, eh? Comunque lo farò - rispose imbarazzata.
- Che centrano i baci? Aspetta, mi sono perso qualcosa? - chiese Warren.
Io montai sulla mia moto. - No, niente. - Sorrisi.
- Sì, come no - sbottò lui.
- Senti casanova, sai che daranno la colpa a noi per quello, vero? - cercò di cambiare discorso Amita indicando il forte reso completamente inutilizzabile.
Warren fischiò compiaciuto. - Poco ma sicuro, ma Alan saprà fare la sua magia.
Lasciai discutere i due ragazzi e partii per raggiungere l'ultimo tassello della mia vendetta. Questa volta non ci sarebbero stati imprevisti o ostacoli a impedirmi di uccidere la responsabile della morte, non solo di mio zio, ma anche di altre centinaia di streghe rapite e torturate per diventare soldati sacrificabili.

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