Mi
rimisi in piedi e, stando attenta ai quattro maestri feriti,
raggiunsi la scala a chiocciola in legno che dava al secondo piano ma
mi bloccai.
Dovevo
riflettere bene. Se salivo le scale molto probabilmente le persone
che avevano tradito lo zio Mei sarebbero riuscite a scappare. Se
restavo per uccidere i traditori, Melinda Rodes sarebbe sicuramente
fuggita e non l'avrei più trovata.
Alla
fine presi la mia decisione. Quei quattro sono stati smascherati e
sono praticamente morti che camminano, pensai.
Salii
spedita la scaletta e raggiunsi il corridoio rivestito di stucco
bianco e dal soffitto tondeggiato. Percorsi tutto il tunnel fino ad
arrivare ad una specie di laboratorio pieno di strani macchinari con
dei tubi che scendevano verso dei fori nel pavimento, il liquido al
loro interno era viola e blu come quelli delle vasche per creare
streghe impazzite.
Dall'altra
parte della stanza c'era un'ultima porta che dava all'esterno. Con
molta circospezione cercai di raggiungere l'uscita. Speravo di non
trovare altre sorprese lungo il tragitto quando per sbaglio non urtai
un piede.
Era
uno degli uomini di Melinda Rodes ridotto a brandelli come se un orso
lo avesse attaccato, di lui erano rimaste le gambe e la parte
inferiore del torso.
Da
dietro due macchinari, altrettanti uomini uscirono dal loro
nascondiglio. Capii che erano streghe dal loro modo di muoversi e dai
loro rantoli simili a quelli di zombie cinematografici.
Streghe
impazzite. Mi mancavano solo queste, sospirai. Ero davvero
stanca, non ne potevo più di combattere e mi faceva male da per
tutto.
Guardandoli
meglio notai che avevano lo sguardo da invasati, la bocca schiumava
bava e le braccia erano zuppe di sangue.
Puntai
le pistole e sparai. Due fori nel petto di entrambi cominciarono a
sanguinare ma i due sembravano non averne risentito. Infatti si
guardarono per un lungo istante e scattarono verso di me gorgogliando
e ringhiando. Erano veloci e imprevedibili nei movimenti, tanto da
rendermi impossibile mirare con sicurezza prima che mi
raggiungessero.
Il
primo lo feci ruzzolare a terra con una tecnica militare e il secondo
lo colpii con il calcio di una delle pistole. Il secondo scrollò la
testa frastornato.
Quindi
il vostro punto debole è la testa, eh?, sorrisi.
Rinfoderai
le pistole e cominciai a colpire la seconda strega impazzita con
calci e pugni cercando di colpire la testa. Sapevo che riempirli solo
di proiettili non sarebbe servito a niente, dovevo creare un trauma
molto grosso al cervello per fermarle. Speravo di riuscire a trovare
qualcosa che potesse aiutarmi in questo frangente.
Purtroppo
però, le mie tecniche fecero solo infuriare ancora di più la strega
impazzita che con una spinta mi gettò violentemente verso uno dei
macchinari. Il dolore alle costole fluttuanti era lancinante, erano
davvero fortissime fisicamente.
Accanto
a me c'era un pezzo di metallo verticale e acuminato che fuoriusciva
dal rivestimento della strana macchina. Se mi avesse spinta pochi
centimetri più in là..., rabbrividii al solo pensiero.
Poi
mi venne un'idea. La strega impazzita sembrava non avere coscienza o
intelligenza e si stava per scagliare di nuovo contro di me. Con una
presa usai la sua stessa forza per far cozzare la testa contro lo
spuntone metallico.
Funzionò
alla perfezione. Il cranio della strega impazzita si aprì come un
uovo macchiandomi la giacca di sangue.
La
strega impazzita che inizialmente era caduta si era già rialzata.
Cominciò a correre verso di me come una pazzoide, io scappai
evitando i suoi attacchi finché non vidi un fucile a pompa nascosto
sotto un carrello.
Riuscii
ad afferrarlo, mi spostai oltre dei contenitori di acido corrosivo e
attesi che la strega impazzita non fosse a tiro controllando che il
fucile fosse carico. Appena la strega impazzita passò accanto ai
serbatoi di acido sparai perforandoli. La pressione fece spruzzare il
contenuto in faccia al mio avversario che urlò e si contorse.
Quando
la strega impazzita finì di urlare aveva la pelle della faccia
completamente sciolta, ma continuò ad avanzare imperterrita. Io
mirai con il fucile a pompa verso la sua testa e la feci
letteralmente esplodere. Il corpo ormai senza vita cadde a terra
all'indietro.
Attesi
qualche secondo per essere sicura e lasciai cadere il fucile a pompa.
- Cazzo, questi tizi erano peggio dei normali zombie - sbottai
riprendendo fiato.
Dopo
essermi ripresa qualche secondo, corsi verso l'uscita, scesi una
scala di servizio che dava su un parcheggio esterno rispetto alle
mura del forte.
Era
pieno di auto di tutti i tipi ma provai a cercare Melinda Rodes fila
dopo fila. Improvvisamente udii un'auto di lusso venirmi in contro a
tutta velocità, rotolai sopra un cofano di un'altra vettura per
evitare di essere investita. Quando mi rialzai feci appena in tempo a
vedere l'auto girare a destra e uscire dal parcheggio.
Provai
a correre per raggiungerla e successivamente a sparare verso il
conducente ma fu tutto inutile.
-
Merda! - imprecai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.
Era
l'unica possibilità per prendere quella donna e me l'ero fatta
sfuggire, di nuovo.
-
Che hai da urlare tanto? - mi fece Amita che mi aveva raggiunta.
-
Quella era la Rodes che scappava. E come hai fatto ad arrivare qui
così in fretta? - le chiesi frastornata e dolorante.
-
Dopo aver battuto quella mezza sega ho fatto il giro lungo - rispose
Amita.
-
Il giro lungo... - ripetei incredula.
In
quell'istante arrivò Warren in sella alla mia moto. - Lo sai che la
Rodes sta scappando alla guida di un'auto di lusso? - indicò la
direzione pigiando qualcosa sul suo telefono.
Subito
dopo molteplici esplosioni detonarono in tutto il forte distruggendo
ogni attrezzo che potesse servire per creare streghe impazzite.
Almeno una vittoria l'abbiamo portata a casa, pensai
tristemente.
-
Davvero? Di solito quelle automobili hanno interni in pelle, radio
bluetooth... - scherzò Amita con una strana tranquillità.
-
Playstation 4, poggia bicchieri, minibar sui sedili posteriori e Wi
Fi sempre acceso per internet e le emergenze - continuò Warren.
Inizialmente
pensai che non prendessero la cosa seriamente, poi però, capii che
mi stavano suggerendo qualcosa. - C'è internet in quell'auto,
quindi... - provai a dire.
Warren
mi diede un altro cellulare con aperta una app della mappa di tutta
la zona e un puntino lampeggiante che si muoveva. - Già fatto. Ho
chiesto ad Alan di monitorare tutte le reti della zona. Non è stato
difficile capire quale seguire, è l'unica che si è attivata
nell'ultima mezzora.
-
Grazie - gli dissi con tutta la gratitudine che potevo donare. -
Amita, dai un bacio ad Alan da parte mia.
-
Hai davvero la fissa di baciare la gente tu, eh? Comunque lo farò -
rispose imbarazzata.
-
Che centrano i baci? Aspetta, mi sono perso qualcosa? - chiese
Warren.
Io
montai sulla mia moto. - No, niente. - Sorrisi.
-
Sì, come no - sbottò lui.
-
Senti casanova, sai che daranno la colpa a noi per quello, vero? -
cercò di cambiare discorso Amita indicando il forte reso
completamente inutilizzabile.
Warren
fischiò compiaciuto. - Poco ma sicuro, ma Alan saprà fare la sua
magia.
Lasciai
discutere i due ragazzi e partii per raggiungere l'ultimo tassello
della mia vendetta. Questa volta non ci sarebbero stati imprevisti o
ostacoli a impedirmi di uccidere la responsabile della morte, non
solo di mio zio, ma anche di altre centinaia di streghe rapite e
torturate per diventare soldati sacrificabili.
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