Uscii
dall'antica chiesa per ritrovarmi in una stanza buia e piena di
carcasse di animali penzolanti attaccate a degli uncini.
Improvvisamente
cadde davanti a me un ammasso di ferraglia e plastica, dal logo che
riconobbi su un pezzo di plastica capii che era uno dei droni che
avevamo portato.
-
Eravate voi quel giorno, vero? - mi chiese una voce bassa e rauca.
Io
mi nascosi dietro una delle carcasse, volevo guadagnare tempo per
escogitare un piano e fare fuori quella strega.
-
Allora, non rispondi? - mi fece ancora la voce. - Ho riconosciuto la
firma nel codice di quei droni.
Mi
spostai dietro un'altra carcassa. - Se sai già tutto questo e hai le
prove, perché fai domande? È da maleducati.
-
Perché, se siete voi, significa che siete anche i responsabili della
morte dei mie cinque adepti usando il Reggente di quell'accozzaglia
di perdenti come esca. Il che è un problema soprattutto quando il
mio Gran Maestro lo verrà a sapere, e lui è incline a innervosirsi
molto facilmente. - spiegò l'uomo.
-
Ex Reggente, prego. Quindi hai paura del tuo capo, pensavo fossi un
tipo cazzuto - gli risposi cercando di restare al passo con i
movimenti del mio avversario. - Però, a mia discolpa, posso dirti
che può capitare se cercano di ucciderti. Ma come mai chiacchieri
così tanto per essere un assassino?
Percepii
la sua forza vitale avvicinarsi velocemente, appena in tempo per
schivare il suo attacco con un coltellaccio rimediando solo un lieve
graffio al braccio. Merda, imprecai.
-
Per distrarti - mi sussurrò il macellaio prima di mettersi a ridere.
Mi
girai verso la sua posizione con le pistole pronte a sparare, ma il
mio avversario era sparito di nuovo dietro agli enormi pezzi di carne
penzolanti. Cazzo, imprecai di nuovo.
Era
così veloce nei spostamenti che cercare di mantenere le distanze era
inutile. Se avessi continuato con quella strategia sarei morta in
quel lurido posto.
Provai
a percepire la forza vitale con gli occhi aperti, cosa molto
difficile in una situazione tranquilla, figurarsi in un combattimento
mortale. Io consumavo energie e accumulavo stress inutile mentre una
Strega Hashashin poteva seguire le tracce del suo obbiettivo
rimanendo concentrato su tutto il resto. Ero letteralmente in
svantaggio.
Devo
attaccare e sperare di ferirlo, ragionai, anche se la cosa non mi
piaceva per niente.
Vidi
una figura scura muoversi attorno a me, stava attendendo il momento
opportuno per cogliermi di sorpresa e in quell'ambiente era questione
di attimi. Sparai in direzione di quello che sperai fosse il mio
avversario e mi avvicinai correndo. Finii i proiettili della pistola
destra colpendo carcasse inermi. La Stregha Hashashin, nascosta
dietro la metà di un animale, mi diede un calcio allo stomaco per
interrompere la raffica. Indietreggiai di qualche passo senza fiato,
il mio avversario approfittò di quell'istante per usare una presa e
disarmarmi. Non riuscii nemmeno a reagire osservando la pistola
sinistra volare lontano.
Subito
dopo vidi un pugno arrivarmi al volto. Indietreggiai di qualche altro
passo stordita, il naso mi faceva male.
Andiamo,
Kaily, hai affrontato gente peggiore di questo ciccione di merda,
cercai di incoraggiarmi da sola.
Scrollai
la testa per riprendermi appena in tempo per parare altri attacchi a
mani nude da parte del mio avversario. La forza e la precisione di
ogni tecnica era notevole e facevo fatica a tenergli testa. La mia
fortuna era che potevo sfruttare le carcasse per evitare le sue
prese.
Ad
un certo punto l'uomo si fermò, si mise una mano dietro la schiena e
tirò fuori due coltellacci per tagliare la carne. - Mi sono
divertito, ma adesso basta scherzare - sorrise sadico.
-
Oh, cazzo... - sbottai esausta.
Ero
così impegnata a schivare e parare le sue tecniche che non mi ero
accorta che fosse letteralmente disarmato e che stava solo giocando
con me. Già era pericoloso a mani nude, con i coltelli sarebbe stato
letale anche solo avvicinarsi.
Mi
guardai attorno frenetica sperando di trovare qualcosa che potesse
aiutarmi, ma non trovai nulla. Schivai i primi fendenti che
tranciarono a metà i pezzi di carne appesi continuando a osservare
disperata l'ambiente nei brevi momenti che mi dava il macellaio.
Schivai
l'ennesimo attacco e con la coda dell'occhio li vidi: due uncini in
metallo appesi a dei chiodi su una colonna quadrata in mattoni a
pochi passi di distanza.
Corsi
verso la carcassa più vicina mi ci aggrappai per raggiungere gli
uncini e usandola come barriera provvisoria dagli attacchi della
Strega Hashashin. Riuscii a prendere i due ganci poco prima di udire
il rumore di carne che veniva squarciata. Abbassai lo sguardo notando
una lama appuntita e larga trapassare le costole dell'animale morto
aprendolo in due. Nel momento in cui vidi il viso dell'uomo capii
quanto fosse furioso.
Scesi
rotolando a terra per poi rialzarmi e mettermi in guardia. Attesi
l'attacco dell'uomo approfittando di quei momenti per riprendere
fiato.
-
Stai diventando più forte mentre combatti - commentò lui.
-
E allora? - chiesi cercando di respirare il più profondamente
possibile.
-
Se continuiamo così ancora per un po', sarà difficile per me
eliminarti - rispose.
-
Fottiti, maledetto psicopatico! - inveii.
Il
macellaio attaccò per l'ennesima volta, ma parai alcuni colpi e
ruotai di centottanta gradi perforandogli il fianco. Lui urlò e si
girò per colpirmi con una delle lame, ma io strappai l'uncino dal
suo corpo e con l'altro gli strappai il muscolo dell'avambraccio.
L'uomo
si allontanò, appoggiò un ginocchio a terra e osservò le ferite
preoccupato.
-
Questi fanno male, vero maiale? - gli sbraitai entusiasta.
Lui
si rialzò, si mise in bocca qualcosa e mi guardò truce. - Adesso ti
ammazzo e basta.
Il
mio entusiasmo si trasformo lentamente in puro terrore, le ferite che
gli avevo inferto non erano che punture per lui. Sembrava non aver
accusato per niente i colpi.
L'uomo
fece uno scatto e provò a colpirmi ma io riuscii a parare ogni colpo
e a disarmarlo agganciando i suoi coltelli con gli uncini e
gettandoli lontano. Con quella mossa avevo perso a mia volta gli
uncini ma almeno eravamo alla pari.
Io
e il macellaio ci scambiammo pugni, calci e tecniche di sottomissione
ma nessuno dei due voleva cedere.
Durante
l'ultima di quelle prese stava per strangolarmi a morte, ma io con le
unghie gli graffiai con tutta la forza che possedevo la ferita sul
fianco e mi divincolai. Lui urlò di dolore e abbassò la guardia
quindi ne approfittai per sferrargli una raffica di calci fino a
farlo sbattere contro una delle colonne in mattoni. Gli diedi altri
due pugni sulla ferita e altri calci in faccia con tutta la forza che
mi era rimasta, ma lui rimase in piedi ad incassare ogni sferzata
come se non gli importasse.
Infine
riuscì a parare l'ultimo calcio, ad afferrarlo per poi farmi
avvicinare e tirarmi una violenta testata sul setto nasale.
Indietreggiai
stordita, provai a riprendermi ma lui mi diede un calcio frontale
allo stomaco così forte che mi fece cadere a terra. Il dolore era
così acuto che per qualche secondo non riuscii a respirare.
Non
pensavo fosse così forte, pensai terrorizzata.
Quando
rialzai la testa sgranai gli occhi, davanti a me c'era la bocca di
una pistola, la mia pistola.
Chiusi
gli occhi rassegnata, avevo fallito di nuovo. Per terminare la mia
vendetta non avevo messo in conto di poter incontrare streghe più
forti di me e per questo ci avevo rimesso la vita.
Abbassai
la testa aspettando la mia esecuzione pensando: Mi dispiace tanto,
Evaline!
Dalla
mia destra udii un fischio e subito dopo lo sparo che mi fece
sussultare. Dopo un paio di secondi sentii il tonfo di qualcosa di
grosso che cadeva a terra.
-
Questo è per aver torturato il mio amico, bastardo maniaco - ringhiò
una voce femminile e famigliare.
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