div id='fb-root'/> expr:class='"loading" + data:blog.mobileClass'>

Libri Precedenti

mercoledì 9 maggio 2018

[Spinoff] Episodio 36


Uscii dall'antica chiesa per ritrovarmi in una stanza buia e piena di carcasse di animali penzolanti attaccate a degli uncini.
Improvvisamente cadde davanti a me un ammasso di ferraglia e plastica, dal logo che riconobbi su un pezzo di plastica capii che era uno dei droni che avevamo portato.
- Eravate voi quel giorno, vero? - mi chiese una voce bassa e rauca.
Io mi nascosi dietro una delle carcasse, volevo guadagnare tempo per escogitare un piano e fare fuori quella strega.
- Allora, non rispondi? - mi fece ancora la voce. - Ho riconosciuto la firma nel codice di quei droni.
Mi spostai dietro un'altra carcassa. - Se sai già tutto questo e hai le prove, perché fai domande? È da maleducati.
- Perché, se siete voi, significa che siete anche i responsabili della morte dei mie cinque adepti usando il Reggente di quell'accozzaglia di perdenti come esca. Il che è un problema soprattutto quando il mio Gran Maestro lo verrà a sapere, e lui è incline a innervosirsi molto facilmente. - spiegò l'uomo.
- Ex Reggente, prego. Quindi hai paura del tuo capo, pensavo fossi un tipo cazzuto - gli risposi cercando di restare al passo con i movimenti del mio avversario. - Però, a mia discolpa, posso dirti che può capitare se cercano di ucciderti. Ma come mai chiacchieri così tanto per essere un assassino?
Percepii la sua forza vitale avvicinarsi velocemente, appena in tempo per schivare il suo attacco con un coltellaccio rimediando solo un lieve graffio al braccio. Merda, imprecai.
- Per distrarti - mi sussurrò il macellaio prima di mettersi a ridere.
Mi girai verso la sua posizione con le pistole pronte a sparare, ma il mio avversario era sparito di nuovo dietro agli enormi pezzi di carne penzolanti. Cazzo, imprecai di nuovo.
Era così veloce nei spostamenti che cercare di mantenere le distanze era inutile. Se avessi continuato con quella strategia sarei morta in quel lurido posto.
Provai a percepire la forza vitale con gli occhi aperti, cosa molto difficile in una situazione tranquilla, figurarsi in un combattimento mortale. Io consumavo energie e accumulavo stress inutile mentre una Strega Hashashin poteva seguire le tracce del suo obbiettivo rimanendo concentrato su tutto il resto. Ero letteralmente in svantaggio.
Devo attaccare e sperare di ferirlo, ragionai, anche se la cosa non mi piaceva per niente.
Vidi una figura scura muoversi attorno a me, stava attendendo il momento opportuno per cogliermi di sorpresa e in quell'ambiente era questione di attimi. Sparai in direzione di quello che sperai fosse il mio avversario e mi avvicinai correndo. Finii i proiettili della pistola destra colpendo carcasse inermi. La Stregha Hashashin, nascosta dietro la metà di un animale, mi diede un calcio allo stomaco per interrompere la raffica. Indietreggiai di qualche passo senza fiato, il mio avversario approfittò di quell'istante per usare una presa e disarmarmi. Non riuscii nemmeno a reagire osservando la pistola sinistra volare lontano.
Subito dopo vidi un pugno arrivarmi al volto. Indietreggiai di qualche altro passo stordita, il naso mi faceva male.
Andiamo, Kaily, hai affrontato gente peggiore di questo ciccione di merda, cercai di incoraggiarmi da sola.
Scrollai la testa per riprendermi appena in tempo per parare altri attacchi a mani nude da parte del mio avversario. La forza e la precisione di ogni tecnica era notevole e facevo fatica a tenergli testa. La mia fortuna era che potevo sfruttare le carcasse per evitare le sue prese.
Ad un certo punto l'uomo si fermò, si mise una mano dietro la schiena e tirò fuori due coltellacci per tagliare la carne. - Mi sono divertito, ma adesso basta scherzare - sorrise sadico.
- Oh, cazzo... - sbottai esausta.
Ero così impegnata a schivare e parare le sue tecniche che non mi ero accorta che fosse letteralmente disarmato e che stava solo giocando con me. Già era pericoloso a mani nude, con i coltelli sarebbe stato letale anche solo avvicinarsi.
Mi guardai attorno frenetica sperando di trovare qualcosa che potesse aiutarmi, ma non trovai nulla. Schivai i primi fendenti che tranciarono a metà i pezzi di carne appesi continuando a osservare disperata l'ambiente nei brevi momenti che mi dava il macellaio.
Schivai l'ennesimo attacco e con la coda dell'occhio li vidi: due uncini in metallo appesi a dei chiodi su una colonna quadrata in mattoni a pochi passi di distanza.
Corsi verso la carcassa più vicina mi ci aggrappai per raggiungere gli uncini e usandola come barriera provvisoria dagli attacchi della Strega Hashashin. Riuscii a prendere i due ganci poco prima di udire il rumore di carne che veniva squarciata. Abbassai lo sguardo notando una lama appuntita e larga trapassare le costole dell'animale morto aprendolo in due. Nel momento in cui vidi il viso dell'uomo capii quanto fosse furioso.
Scesi rotolando a terra per poi rialzarmi e mettermi in guardia. Attesi l'attacco dell'uomo approfittando di quei momenti per riprendere fiato.
- Stai diventando più forte mentre combatti - commentò lui.
- E allora? - chiesi cercando di respirare il più profondamente possibile.
- Se continuiamo così ancora per un po', sarà difficile per me eliminarti - rispose.
- Fottiti, maledetto psicopatico! - inveii.
Il macellaio attaccò per l'ennesima volta, ma parai alcuni colpi e ruotai di centottanta gradi perforandogli il fianco. Lui urlò e si girò per colpirmi con una delle lame, ma io strappai l'uncino dal suo corpo e con l'altro gli strappai il muscolo dell'avambraccio.
L'uomo si allontanò, appoggiò un ginocchio a terra e osservò le ferite preoccupato.
- Questi fanno male, vero maiale? - gli sbraitai entusiasta.
Lui si rialzò, si mise in bocca qualcosa e mi guardò truce. - Adesso ti ammazzo e basta.
Il mio entusiasmo si trasformo lentamente in puro terrore, le ferite che gli avevo inferto non erano che punture per lui. Sembrava non aver accusato per niente i colpi.
L'uomo fece uno scatto e provò a colpirmi ma io riuscii a parare ogni colpo e a disarmarlo agganciando i suoi coltelli con gli uncini e gettandoli lontano. Con quella mossa avevo perso a mia volta gli uncini ma almeno eravamo alla pari.
Io e il macellaio ci scambiammo pugni, calci e tecniche di sottomissione ma nessuno dei due voleva cedere.
Durante l'ultima di quelle prese stava per strangolarmi a morte, ma io con le unghie gli graffiai con tutta la forza che possedevo la ferita sul fianco e mi divincolai. Lui urlò di dolore e abbassò la guardia quindi ne approfittai per sferrargli una raffica di calci fino a farlo sbattere contro una delle colonne in mattoni. Gli diedi altri due pugni sulla ferita e altri calci in faccia con tutta la forza che mi era rimasta, ma lui rimase in piedi ad incassare ogni sferzata come se non gli importasse.
Infine riuscì a parare l'ultimo calcio, ad afferrarlo per poi farmi avvicinare e tirarmi una violenta testata sul setto nasale.
Indietreggiai stordita, provai a riprendermi ma lui mi diede un calcio frontale allo stomaco così forte che mi fece cadere a terra. Il dolore era così acuto che per qualche secondo non riuscii a respirare.
Non pensavo fosse così forte, pensai terrorizzata.
Quando rialzai la testa sgranai gli occhi, davanti a me c'era la bocca di una pistola, la mia pistola.
Chiusi gli occhi rassegnata, avevo fallito di nuovo. Per terminare la mia vendetta non avevo messo in conto di poter incontrare streghe più forti di me e per questo ci avevo rimesso la vita.
Abbassai la testa aspettando la mia esecuzione pensando: Mi dispiace tanto, Evaline!
Dalla mia destra udii un fischio e subito dopo lo sparo che mi fece sussultare. Dopo un paio di secondi sentii il tonfo di qualcosa di grosso che cadeva a terra.
- Questo è per aver torturato il mio amico, bastardo maniaco - ringhiò una voce femminile e famigliare.

Nessun commento:

Posta un commento