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mercoledì 23 maggio 2018

[Spinoff] Episodio 38


Salii le scale che avevo davanti che arrivavano al primo piano. Una volta salito percorsi una passerella in metallo che faceva da ponte sopra la sala principale dove c'erano il resto delle vasche per creare streghe impazzite.
Vedendo quanti di quei contenitori erano presenti un quella sala capii quanto fosse crudele e malata l'ambizione di Melinda Rodes. Devo fermarla altrimenti ci sarà un'altra strage di streghe, pensai.
Andai verso l'altro lato della passerella fino ad arrivare a una porta in legno pregiato. L'aprii e davanti a me c'era una magnifica biblioteca piena zeppa di libri, a terra erano sparsi fogli di carta e alcuni cadaveri che, da come erano vestiti, dovevano essere di alcune streghe impazzite sfuggite al controllo.
Da sopra un balconcino in legno udii un applauso. - Sei arrivata fino a qui. Complimenti - mi fece una donna.
- Se vuoi parlare con me fatti vedere - le risposi.
Da un corridoio dietro il balconcino fece capolino una donna dai capelli biondi e corti, vestita in modo elegante e impeccabile. - Eccomi. Contenta?
Il mio cuore sussultò. È lei, pensai quasi incredula. È Melinda Rodes.
Era a pochi metri da me, sembrava quasi un insulto che fosse li sicura di se stessa. Le puntai le armi e presi bene la mira. Lei per un istante si irrigidì, ma appena prima di premere il grilletto qualcosa colpì una delle pistole facendola cadere a terra deconcentrandomi.
- Davvero pensavi che non fossi preparata? Che stupida - mi schernì Melinda.
Quattro individui incappucciati con mantelli scuri uscirono da dietro gli scaffali e le librerie, posizionandosi tra me e Melinda Rodes. Il loro viso era nascosto dal cappuccio e non riuscivo a riconoscerli nonostante avessi capito che si trattavano di streghe dalla loro forza vitale.
- Okay, proviamo il metodo di Evaline. Se mi lasciate passare vi risparmio una morte orrenda - dissi alle quattro streghe.
- Loro non ti ascolteranno. Obbediscono solo a me - rispose Melinda Rodes.
- Poco male, non mi crogiolerò nel dolo... - provai a replicare.
Uno dei quattro fece un passo in avanti. - Non fare lo stesso errore di tuo zio, Kaileena Mine nipote del despota Mei Song.
- Mio zio non era un despota, ha solo cercato di aiutare la comunità cinese a rialzarsi da cento anni di tirannia di Chan Fung. Ma come fai a conoscermi? - chiesi infine confusa.
- Era un despota perché il comando non era destinato a lui - fece l'uomo incappucciato.
- Oh, mio Dio. Sei la nipote di quel vecchio. È stato straordinario come sia riuscito a tenere testa ad Arthur in quel modo e per così tanto tempo. Se solo avesse avuto quarant'anni in meno avrei fatto di tutto per andare a letto con lui - commentò Melinda Rodes.
Mi vennero i brividi da nausea al solo pensiero. Poi capii, le uniche che potevano sapere dove fosse lo zio Mei quella sera erano le sue guardie del corpo, ossia i quattro maestri della gilda cinese.
Che stupida, dovevo pensarci prima. Erano pure venuti al funerale dello zio, mi rimproverai da sola.
- Maestro Xan, Maestra Fei, Maestro Mi Xin e Maestra Asomi. Siete stati voi a tradire lo zio - affermai disgustata.
Uno a uno si tolsero i cappucci rivelando le loro fattezze, erano ragazzi sui trent'anni di origine asiatica, uno tra loro spiccava più degli altri per una vecchia cicatrice dal mento all'orecchio, Mi Xin.
- Ovvio che lo abbiamo tradito. Non potevamo stare al servizio di un vecchio rimbambito mentre il mondo delle streghe cambia sempre di più ogni giorno che passa - rispose Mi Xin.
- Quindi siete passati dall'essere comandati da un vecchio scorbutico all'essere frustati e bacchettati da una puttana nipote di un nazista? Bel cambiamento - battei le mani ironica. Ini realtà non vedevo l'ora di ucciderli nel modo più doloroso possibile.
- Mei Song era una delle Leggende ma il suo tempo era scaduto molti anni fa - fece Fei cercando di creare in me compassione.
- Allora facciamo assassinare tutti i vecchi del mondo, tanto non servono più, gusto? - replicai.
- Tu non capisci - commentò Xan. - Melinda ci ha mostrato un mondo molto diverso da quello che tu conosci. Un mondo più grande, immensamente più grane, con infinite possibilità.
Mi misi a ridere. - Sembrate come quei fanatici che si uniscono alle sette religiose.
- Non sprecare il fiato, Maestro Xan. Finché non lo vedrà con i suoi occhi non potrà capire - rispose Asomi.
Erano completamente invasati dalle idiozie che Melinda gli aveva inculcato. Non riuscivo a credere che dei maestri di arti marziali, nonché Streghe Combattenti, come loro siano stati sottomessi o ingannati così facilmente.
Scrollai la testa incredula. - Porca miseria. Sei riuscita a fare a tutti loro il lavaggio del cervello, eh? - chiesi a Melinda Rodes.
Melinda si mise a ridere. - Sei così ignorante. Proprio come il tuo amato zietto defunto. Ma sappi questo, è inutile provare a rimandare l'inevitabile. Prima o poi questo mondo subirà un cambiamento così radicale che sarà impossibile tornare indietro. E, sinceramente, non vedo l'ora di assistere a quel momento.
- Cazzo, donna. Sei davvero fuori di testa... - sbottai stizzita da quello che avevo sentito.
- Oh, può essere. Voi quattro, uccidetela - ordinò infine Melinda Rodes.
I quattro maestri si misero in guardia pronti ad attaccare.
- Vi avverto, non sono più la randagia di una volta - dissi a tutti, ma dai loro sguardi sembrava non fregare a nessuno.
Sapevo di non avere speranze contro tutti e quattro assieme in un corpo a corpo e per di più ero completamente esausta.
Decisi di barare.
Con un movimento veloce della mano puntai la pistola sulle ginocchia dei primi due e premetti il grilletto. Mi Xin e Asomi urlarono e caddero a terra feriti e sanguinanti. Con un'acrobazia, Xan e Fei scavalcarono i primi due e corsero nella mia direzione.
Se avessi sparato in quel momento non sarei mai riuscita a prenderli entrambi e mi avrebbero raggiunta. Mi guardai attorno e notai la seconda pistola vicino a una libreria a destra.
Mi gettai in quella direzione evitando i loro attacchi, afferrai la seconda pistola, mi girai e puntai le armi verso i due maestri. Premetti il grilletto finché non riuscii a colpirli, Xan alla spalla e Fei al braccio. Entrambi si ritirarono per soccorrere i loro compagni.
Io approfittai di quel momento per ricaricare le armi con gli ultimi colpi, alzai lo sguardo verso il balcone ma Melinda Rodes era sparita.
- Merda! - urlai frustrata.
Era a pochi metri di distanza e me l'ero fatta sfuggire come una dilettante.

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