Avevo
la sensazione di fluttuare, i sampietrini sconnessi della strada
scorrevano velocemente. Qualcuno mi stava trasportando da qualche
parte, non riuscivo a pensare, era troppo faticoso e doloroso.
Persi
conoscenza.
Riaprii
gli occhi, questa volta ero in una stanza illuminata da candele poste
su un lampadario arrugginito, ampia e piena di scaffali in legno. Ero
sdraiata sulla superficie di un tavolo, posta al centro della stanza.
Girai lentamente lo sguardo sullo sgabello su cui era appoggiata una
borsa in pelle nera. L'odore era di muffa e sangue.
Un
uomo con una maschera da dottore della peste mi si parò davanti agli
occhi. - Ha ripreso i sensi, è incredibile!
-
Ha una volontà ammirevole - rispose una voce femminile e calma.
Il
dottore della peste mi esaminò attentamente e con poca cautela. -
Credo... sia per colpa del sangue contaminato, la sta guarendo più
velocemente di quel che credessi.
-
Quindi? - chiese la donna.
L'uomo
alzò lo sguardo vero la mia sinistra. - Lascia che ti spieghi, mia
cara. Un essere umano normale sarebbe morto all'istante se avesse
affrontato un Pilastro. Lei, invece, ha lottato, ha perso e
nonostante le gravissime ferite, alcune anche mortali, tornerà in
perfetta salute nel giro di un giorno. Se va avanti così non
riuscirò a completare la mia opera d'arte in tempo.
Il
sangue che Era mi ha versato sul petto otto mesi fa, cercai di
ricordare. Era mi aveva quasi uccisa per indurre Evaline a farla
entrare nella sua congrega di Matriarche.
-
Lo farà oggi allora? - chiese ancora la donna.
-
Sì - rispose il dottore della peste.
La
donna replicò ma non riuscii a sentire nulla perché svenni di nuovo
per colpa di qualcosa che il dottore mi aveva iniettato.
Mi
svegliai ancora all'interno della stanza, potevo riconoscerne l'odore
di stantio, sangue e putrefazione. Aprii gli occhi e notai che il
dottore della peste stava andando su e giù per la stanza mentre
raccoglieva le sue cose e le gettava nella borsa nera.
Questo
non è buono, pensai preoccupata. Non capivo cosa stesse
succedendo ma di sicuro non era una cosa buona, il problema era se
fosse cattiva per me o per lui.
-
Dottore, calmati - fece la donna che avevo sentito in precedenza.
-
La fai facile tu. Non verrai punita dal Maestro per aver fallito -
rispose il dottore della peste.
-
Perché, hai fallito? - chiese ancora la donna con tono impassibile.
Il
dottore della peste chiuse la borsa. - Non credevo che l'esperimento
andasse così male.
-
Cos'hai combinato? - continuò la donna.
L'uomo
mi guardò. - Ho giocato a fare il Viaggiatore. Dovresti eliminare il
soggetto prima che possa causare danni irreparabili.
-
È così grave? - continuò ancora la donna.
-
Non capisci. Non ha avuto nessun rigetto. Significa che le capacità
si sono fuse rendendo questa umana incontrollabile. Andrò nel mio
studio, fra poco andrò in scena... - rispose il dottore della
peste, poi salutò la donna con un cenno e se ne andò.
Sentii
la donna alzarsi e seguire l'uomo. Cercai di capire chi fosse ma era
di spalle vedendo soltanto il colore dei suoi capelli, un bianco
candido e naturale.
Ripensai
a tutto ciò che avevo sentito. Mi avevano portato in quella stanza,
usata per degli esperimenti che poi sono falliti e forse venire
uccisa per motivi che non avevo compreso.
Mi
feci prendere dal panico, la respirazione era accelerata e il cuore
batteva all'impazzata. Non voglio morire, piansi disperata
mentre perdevo per l'ultima volta i sensi.
Libri pubblicati:
Nessun commento:
Posta un commento