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venerdì 12 ottobre 2018

Episodio 6

Qualche istante dopo, sentii una strana sensazione, come se avessi un enorme peso sul petto a bloccarmi il respiro. La cosa buona era che ero ancora viva, quella cattiva era che non riuscivo ad aprire gli occhi.
Era la sensazione di panico che avevo avvertito quando la mannaia recise la testa dal corpo di Jaden. Ma avevo promesso alla donna della mia vita che avrei superato le mie insicurezze e che sarei tornata da lei. Non potevo arrendermi.
Usai tutta la volontà che possedevo e aprii ancora una volta gli occhi riempiendo il più possibile i miei polmoni di aria. Continuai a respirare avidamente per poi calmarmi.
Istintivamente controllai con le mani il petto per individuare il peso che mi bloccava ma capii quasi subito che non c'era nulla, nemmeno i vestiti che indossavo al mio arrivo. Ero completamente nuda.
Fantastico, pensai asciugandomi il sudore dalla fronte.
Mi alzai dal lettino indolenzita, le candele illuminavano la stanza piena di ragnatele e schizzi di sangue secco, le finestre erano chiuse con delle spesse assi di legno.
Dietro di me c'era uno specchio a grandezza umana pulito e senza un granello di polvere. Presi una candela accesa da una delle credenze e mi ci specchiai, speravo solo di non aver subito mutazioni o lesioni visibili dallo scontro con l'enorme mostro.
Con mia grande sorpresa, però, noitai che era rimasta solo la vecchia cicatrice in mezzo al seno che mi aveva fatto Era.
Non è possibile. Ero in fin di vita e ridotta a un colabrodo, pensai. Ero sicura che alcune lesioni erano profonde e che mi avrebbero lasciato orribili cicatrici anche sul volto. Invece nulla, avevo la pelle candida e liscia come quella una modella fotografica.
Forse, il sangue che Era mi ha somministrato si attiva solo in casi estremi. Non è solo questo, sicuramente mi hanno fatto qualcos'altro, ma cosa?, mi chiesi guardandomi le mani.
E se non fosse un cambiamento esterno ma interno?, quel pensiero mi fece venire i brividi.
Levai lo sguardo dall'immagine riflessa e lo spostai di lato dove c'era una sedia con sopra dei vestiti: una camicetta leggera trasparente, un corsetto scuro, una gonna lunga aperta sul davanti dello stesso colore del corsetto e dei stivali in pelle scura. Indossai tutto e uscii dalla stanza.
Percorsi lentamente un corridoio fino a delle scale, scesi con cautela evitando il più possibile di fare rumore. Una volta arrivata al pian terreno, udii uno strano rumore provenire da una grata aperta al di là di un salotto con camino acceso. C'era tutto: una poltrona, una libreria colma di volumi ingialliti, un tappeto elaborato sul pavimento e un tavolino con al centro un candelabro acceso.
Dall'oscurità grata emerse una mano rattrappita che afferrò una delle sbarre, poi una figura umanoide, simile a quelle che mi avevano inseguita, fece capolino e mi fissò ringhiando con occhi spenti.
Io feci un piccolo passo di lato verso la porta d'uscita ma la creatura gridò in modo innaturale e si scagliò contro di me.
- Merda! - imprecai cercando di trovare qualcosa che potessi usare come arma, ma non trovai nulla.
All'ultimo secondo, schivai il suo tentativo di afferrarmi e la feci finire sulla ringhiera in legno delle scale. Quella mossa però mi allontanò dalla porta d'ingresso, quindi decisi di avvicinarmi al camino.
Attesi per un istante che la creatura si girasse e mi puntasse di nuovo per poi corrermi in contro urlando. Appena fu abbastanza vicina le feci uno sgambetto e la spinsi tra le fiamme.
La creatura strillò e si dimenò in modo inquietante per qualche secondo per poi fermarsi.
- Il fuoco funziona. Il fuoco funziona sempre - esultai allontanandomi di qualche passo per sicurezza.
Improvvisamente, il corpo della creatura fece un sussulto togliendomi il respiro dallo spavento. Feci un urlo tappandomi la bocca con una mano. Poi un altro sussulto, un terzo e un quarto fino a rotolare fuori dal camino ed infine a rialzarsi. Le fiamme che l'avvolgevano si estinsero come se venissero risucchiate all'interno del corpo.
Il fuoco non ha funzionato, anzi, sembra aver reso questa cosa più forte di prima, pensai paralizzata mentre controllavo la forza vitale della creatura. Non riuscivo a credere a quello che avevo appena visto e non avevo idee su come ucciderla.
La creatura mi corse per l'ennesima volta in contro cercando di lacerarmi con le unghie affilate. Mi misi in posizione e parai alcuni colpi e poi sferrai pugni e calci che sortirono solo l'effetto di allontanarla di qualche passo.
Era logico, non sentiva dolore poiché era già morta ed era instancabile per lo stesso motivo. Se avessi continuato a combattere in quel modo avrebbe avuto la meglio su di me.
Continuai a spingere la creatura fino alla libreria e con uno scatto le bloccai i polsi tenendoli in alto con una mano e con l'altro braccio appoggiato sullo sterno per evitare che mi mordesse con le zanne che aveva al posto dei denti.
La puzza che emanava era così nauseabonda che per un istante mi venne l'istinto di vomitare e l'alito era anche peggio.
L'avevo bloccata ma non sapevo che fare, cercai di percepire ancora la forza vitale ma successe qualcos'altro: sentii uno strano formicolio alla mano appoggiata al petto delle creatura, poi un dolore simile a degli aghi che premevano su tutta la superficie della mano.
Poco a poco, i movimenti della creatura da scattanti si affievolirono fino a smettere del tutto di muoversi, era diventato letteralmente un peso morto tra le mie mani.
La lasciai cadere e provai a percepirne di nuovo la forza vitale ma non c'era nulla. Era definitivamente morta. Per sicurezza mi allontanai e attesi per qualche minuto che si rialzasse, ma non successe nulla. In qualche modo l'avevo uccisa.
Ma che cazzo mi sta succedendo? Che cosa mi hanno fatto?, mi chiesi terrorizzata guardandomi le mani.


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