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mercoledì 13 settembre 2017

[SpinOff] Episodio 2





Ci misi mezz'ora a tornare alla casa secondaria, non avevo voglia di stare da Evaline e gli altri in quel momento. Aprii la porta, per un attimo restai sulla soglia, l'interno era così buio, che per poco mi prese il panico. Presi coraggio, entrai e richiusi la porta dietro di me. Il silenzio era tale che sentivo il lento gocciolare il rubinetto del lavandino.
Accesi la luce, andai verso la vetrina dei liquori, presi il primo a portata di mano e ne versai un po' nel bicchiere. Il whisky scese giù nella mia gola tutto in una volta, speravo aiutasse a rilassarmi. Ero stanca ma non riuscivo a calmare i nervi. Non funzionò. Posai sconsolata il bicchiere e andai in bagno, mi spogliai e mi gettai sotto la doccia.
Ripensai alla mia vita, un continuo girovagare rubando reperti storici per compensare la mancanza d'affetto da parte dei miei genitori. Loro erano concentrati sulla vita del mio fratellastro, il genio di famiglia, io invece ero la classica pecora nera. Alla fine lo sono diventata davvero, imparai ad usare le armi da mischia e le armi da fuoco appena a sedici anni, a diciassette ero già migliore dei navy seals che mi addestrarono e da quel momento sono diventata sempre più brava.
Uscii dalla doccia e indossai la la biancheria per andare a letto. Una volta arrivata in camera mi stesi sul letto, chiusi gli occhi, I ricordi dei giorni passati mi investirono la mente, la notizia della sua morte, i tre giorni per organizzare il funerale in totale apatia, la sfuriata durante la cerimonia.
Non riuscii più a reggere e scoppiai a piangere. Lui era stata la prima persona che mi aveva accettata per ciò che ero. Piansi e urlai di dolore fino a farmi male il petto. Alla fine mi addormentai per lo sfinimento.
Il pomeriggio seguente mi svegliai con un gran mal di testa. Provai ad alzarmi ma mi girava la testa, anzi più che girare la testa sembrava vuota.
Rimasi seduta sul letto per un po' senza pensare a nulla fissando il vuoto.
“Cosa faccio adesso?” pensai “Forse dovrei tornare a letto e dormire...” poi mi ricordai la ragazza della sera prima e del maniaco sessuale “No. Ho del lavoro da fare.” 
Mi alzai del tutto e andai in sala con addosso solo la biancheria intima, accesi il portatile e attaccai internet. Andai sui social più comuni per cercare quelle tre ragazze ma non trovai nulla di recente. Liliana Walker non aveva aggiornato Istagram da più due settimane, cosa insolita per la regolarità con cui postava foto prima di sparire con quell'uomo.
Mary e Melinda invece avevano postato qualcosa su Facebook poco prima di andare a lavoro, una settimana prima. Poi anche loro sparite nel nulla. Dai commenti dei loro amici di social e ammiratori capii che era una cosa alquanto strana.
“Sono state rapite o sono morte!” ragionai, anche se non riponevo molte speranze di trovarle vive.
Mi appoggiai allo schienale della poltrona girevole e cominciai a dondolare da destra a sinistra. Digitai malvolentieri il nome di Bartholomew Miller sul motore di ricerca. Subito si aprirono vari link che portavano alle sue pagine, li cliccai tutti per cercare qualche traccia del suo comportamento compulsivo ma non trovai nulla. Erano tutte pagine perfette, troppo perfette. Sembrava come se non fosse lui ad amministrarle, qualcuno stava insabbiando tutto.
- Cazzo, speravo di non vederlo più quel bastardo. - ringhiai sbattendo il pugno contro il poggia gomiti della sedia.
L'unico modo per avere delle prove concrete era adescarlo, cosa molto pericolosa anche per una strega. Mi vennero i brividi al solo pensiero di dover far finta di provare attrazione e magari arrivare a fare di più ma non avevo scelta.
Passai il resto della giornata a prepararmi, lavarmi e truccarmi. Allo stesso tempo cercavo di convincere la mia testa a proseguire con il piano che avevo ideato.
Mi vestii con un bustino bianco senza maniche che mi enfatizzava il seno e un paio di short in jeans neri, ai piedi un paio di scarpette bianche a tacco basso. Misi nella borsetta i profilattici e altri miei giochi speciali per persone come quella.
Andai a specchiarmi, l'immagine che davo era quella di una ragazzina di sedici anni, il fatto di essere asiatica aiutava molto.
“Perfetto!” sogghignai.
Raggiunsi il MagicTo sul tardi. Mostrai al buttafuori di colore la patente che per un istante non mi riconobbe, poi osservò attentamente il mio viso, mi sorrise e mi fece entrare. Era stato più semplice della sera prima, forse mi avevano preso in simpatia.
Andai in sala da ballo per controllare se quel maniaco fosse già arrivato, ma non lo vidi da nessuna parte. Guardai verso i divanetti dei VIP ma erano vuoti. Rinunciai a cercarlo e mi misi a sedere su un divanetto sulla destra rispetto all'entrata aspettando che la mia preda si facesse viva.
Il deejay fece scatenare i ragazzi in pista con la sua musica mixata, il calore all'interno della sala era asfissiante, anche l'odore di sudore e di ormoni lo erano.
Il mio obbiettivo arrivò con due ore di ritardo con al seguito gli amici della sera prima e come la sera prima andò a sedere nell'area vip. Da come si atteggiava sembrava sentirsi a casa, al sicuro.
Sorrisi. Mi alzai e feci per andare in pista ma la folla era così tanta che passare in mezzo risultò faticoso. Urtai due ragazzi, le loro maglie erano umide, e dovetti scansare una coppia che non stava per niente ballando. Dopo alcuni minuti arrivai nel punto dove avevo deciso di attuare la trappola e cominciai a danzare, per quanto fosse possibile con quella ressa.
Mi muovevo il più sensualmente possibile per attrarre la sua attenzione, ogni tanto lo guardavo verso di lui ma ogni volta era girato da un'altra parte. Stavo per perdere le speranze quando finalmente incrociai il suo sguardo, per un attimo rimasi sorpresa. Abbassai lo sguardo senza togliergli gli occhi di dosso, volevo sembrare imbarazzata. Lui mi sorrise eccitato, si alzò e con un po' di fatica mi raggiunse.
Mi toccò i fianchi e si avvicinò col corpo per sincronizzare il movimento. Rabbrividii al pensiero che quel porco mi stesse toccando ma scacciai il pensiero, ormai ero in gioco e non potevo più tirarmi indietro.
Mi girai, gli misi le braccia attorno al collo e lo guardai intensamente “Quindi non mi ha ancora riconosciuta? È proprio un idiota. Sarà facile con lui.” esultai mentre lui mi palpeggia il sedere.
In quel momento sentii qualcosa di duro all'altezza del ventre. Bart aveva un'erezione da cavallo, cosa che mi diede il voltastomaco ma continuai ad ammiccare e a guardarlo come se lo desiderassi.
Lui, dopo alcuni secondi, si avvicinò con la bocca al mio orecchio - Che ne dici di venire da me? - e mi diede una pacca sul sedere.
Gli sorrisi - Venire da te? Non stai corredo troppo? -
Mi baciò sul collo e mi guardò - Ti voglio adesso. Subito. - e provò a baciarmi sulla bocca.
Mi scansai appena in tempo e mi portai al suo orecchio - Va bene. - lui strinse le mie natiche eccitato - Prima però mi offri da bere. - avevo davvero bisogno di bere qualcosa di forte.
Lui mi guardò stranito poi sorrise e fece si con la testa. Mi accompagnò al bar del locale senza mai togliermi gli occhi di dosso, ordinai un cuba libre e me lo scolai tutto in una volta mentre mi esponeva tutta una carrellata di frasi fatte per abbindolarmi. Ne ordinai un secondo e continuai ad annuire. Finito anche il secondo uscimmo dal locale, quando incrociai gli occhi con il buttafuori il volto di quest'ultimo sbiancò, poi in qualche modo capì la situazione e mi fece un piccolo sorriso.
Arrivati al parcheggio Bart prese dalla tasca un mazzo di chiavi e premette un pulsante, i fanalini di una Zonda Roadster S lampeggiarono. Rimasi stupita di quanto ostentasse la sua ricchezza.
Risi come farebbe una ragazzina delle superiori senza un briciolo di cervello - Che forze questa macchina! Costa molto? -
Lui mi guardò - Sì, moltissimo! - sembrava appagato mentre lo diceva.
Lo guardai negli occhi come se volessi saltargli addosso, poi entrai in macchina senza parlare. Lui mi seguì pochi secondi dopo e mise in moto tutto eccitato. Uscimmo dal parcheggio e prese la via più diretta per arrivare all'hotel, la sua guida era spericolata, come se non vedesse l'ora di arrivare in camera da letto.


Per chi volesse contribuire in questo modo all'editing dei libri: Grazie mille.


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