Passione: 8 “Dinamico”
Originalità: 7 “Buone idee”
Creazione del mondo: 7,5 “Poteva incidere maggiormente”
Caratterizzazione personaggi: 9 “Ottimo”
Trama e Intreccio: 7 “Ad episodi”
Incidenza del Fato: Alta
Copertina: 8 “Semplice ma perfetta”
Finale: 7,5 “Ottimo finale di stagione”
Mi piace l’immagine di un mondo popolato da streghe che combattono per sopravvivere fra i mille nemici di questo mondo. Come anche mi piace l’idea che il protagonista sia un uomo che si ritrova “incarnato” per magia nel corpo di una donna. Questo cambio di sesso poteva essere un arma pericola se maneggiata in maniera banale e non curata ma devo dire che in questo Romanato è stato bravo anche se avrei lasciato, soprattutto all’inizio, più capitoli per elaborare il concetto magari sacrificando qualche “spiegone” per lasciare scoprire al lettore con calma ciò che questo implica. Tutti i personaggi sono comunque curati e ben distinti cattivi compresi (Non capisco perché anche i maschi vengano identificati con il termine strega invece che mago o stregone).
“Una congrega è un insieme di persone che ragionano ognuna con la propria testa … il gruppo collabora per i risolvere i problemi dei propri membri …insomma è una famiglia”
La scelta di catapultare le protagoniste nell’azione “forte” senza tempi di “elaborazione interiore” è opinabile, io avrei proceduto per livelli in una scoperta guidata ma è una questione di gusti, di sicuro non si può dire che ci si annoi leggendo e cogliendo le varie citazioni sparse per il romanzo (seppure troppe e massicce per i miei gusti avrei preferito sfumature meno marcate). Più che un romanzo Lonely Soul è una sequenza di episodi come le moderne serie televisive e come tale con una trama principale più debole ma con emozionanti puntate perfette dinamicità.
Curioso che un uomo-scrittore decida di avere protagoniste femmine, noi maschietti tendiamo a popolare il mondo di bulli muscolosi invece in Lonely Souls troviamo femmine per nulla indifese ma non per questo meno fragili e complicate.
L’incidenza del destino è alta, troppe cosa avvengono troppo ravvicinate per generare l’azione e troppo spesso le protagoniste ci capitano dentro al di fuori della loro volontà o colpa.
“lei è un’anima sola, che soffre, è davvero una donna forte, più forte di me”
La scelta di New Orleans come ambientazione non è innovativa ma è sicuramente vincente per un mondo di streghe anche se l’episodio a chinatown stride con il resto andando a sconfinare con la magia cinese invece che il woodoo.
Il finale è bello forse la parte meglio congegnata e, oltre a regalare un senso al titolo, ha anche un forte impulso per proseguire la serie di romanzi.
I combattimenti sono realizzati con un giusto livello di mescolanza fra abilità e magia (l’apprendimento stesso delle tecniche di lotta è legato alla magia e un qualche capitolino in più non erano pagine sprecate).
La copertina mi divide perché essenzialmente non mi piace ma però comunica perfettamente il concetto di anime sole.
Dal blog: anima di drago
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