Due giorni dopo, come previsto, i ragazzi mi mandarono
un messaggio: Abbiamo trovato un
modo per colpire il loro traffico di prostitute.
Mi stupii del fatto che fossero stati così veloci a
trovare collegamenti di quel tipo con una compagnia fantasma. Persino
io, con tutto quello che sapevo, ero ancora a un punto morto.
Presi le mie due pistole, ancora non mi fidavo del tutto
di loro, la giacca in pelle e raggiunsi il loro covo. Quando aprii la
porta li trovai tutti lì a smanettare con le tastiere e il mouse e a
correre da una parte all'altra dell'ambiente.
- Buongiorno... o buonasera, dipende da che ora è - mi
salutò Amita.
- È giorno... - la guardai perplessa. Dalle occhiaie
che aveva capii che non aveva dormito molto nei due giorni che li
avevo lasciati soli. Anche Den e Alan aveano gli stessi segni di
stanchezza.
- Oh, ecco perché mi gira la testa. Pazienza - alzò le
spalle lei.
- Allora, come facciamo a fermare quel cartello? -
chiesi per sbrigarmi e lasciarli riposare.
- Bonjuor, cherie. Se abbiamo a che fare con dei porci
colpiamo nelle parti basse - rispose Warren che finalmente mi aveva
vista.
- Cosa? - continuai a chiedere.
- Intendeva dire che dobbiamo colpire il capo di quel
traffico - spiegò Amita.
- Okay, quindi chi è? - Ero impaziente di togliere di
mezzo altra spazzatura.
Amita mi guardò storta, non sembrava convinta del mio
comportamento. - Si chiama Shon Metter ed è un vero bastardo. La sua
copertura da regista porno mi fa venire il voltastomaco
- Ottima copertura, entrano ed escono continuamente
ragazze e nessuno potrebbe sospettare nulla. - ragionai ad alta voce.
- Esatto. E non è tutto. Appena una ragazza nuova
arriva sotto la sua ala protettrice le fa picchiare e le inizia alla
droga così da poterle controllare. In più produce davvero dei porno
che vanno dal classico sadomaso al BDSM più squallido - spiegò
Warren continuando ad usare il mouse.
Poi mi fece vedere un video di una ragazzina poco più
grande di Jolene legata al soffitto con delle manette e imbavagliata,
presa a frustate sulla schiena, bastonata con un manganello e
sfregiata con un coltello militare da un uomo con addosso una
maschera in cuoio e la pancia prominente. Capii che quella non era
una recita dai movimenti della ragazza dal movimento di camera,
praticamente immobile, e dal sangue che sgorgava da ferite reali.
Capii anche che l'uomo era euforico nel far del male a quella povera
ragazza.
- Figlio di puttana! - esclamai con una mano sulla
bocca.
- Su questo siamo d'accordo. Una mia amica ha rischiato
il coma per colpa di quel maledetto bastardo. La sua faccia è
irriconoscibile. L'hanno tagliata, pestata e, per finire, le hanno
gettato dell'acido in faccia. E indovina? Era solo un provino... -
disse Amita mordicchiandosi le unghie.
Questo bastardo, assieme ai suoi amichetti, meritano
una punizione esemplare, esultai nella mia testa.
Estrassi le pistole e controllai per l'ennesima volta le
pistole e i caricatori. Mi guardai nelle tasche e feci un sospiro di
sollievo quando sentii con le dita il silenziatore.
- Cosa hai intenzione di fare? - chiese timidamente
Alan.
Io gli sorrisi. - Farò in modo che non facciano più
male a nessuno.
- Quindi vuoi fare secco Matter? - mi chiese Den.
- Sì, voglio farlo fuori. Ora, mi date l'indirizzo
dello studio cinematografico o me lo devo prendere da sola? - gli
intimai. Era inutile, quel ragazzo non mi piaceva per niente.
- Te lo abbiamo già detto, noi non uccidiamo nessuno.
Sei sorda per caso? - continuò Den.
- Ha ragione! - sbottò Amita. Aveva lo sguardo rivolto
al pavimento.
Den incrociò le braccia. - Sentito?
- No, Den. Ha ragione lei. - Den la guardò stupito ma
Amita fece finta di niente e continuò. - Se non lo fermiamo del
tutto altre ragazze finiranno uccise... o peggio.
- Ma... - provò a replicare Den ma lo fermai.
- Tranquillo, non sarete voi a uccidere ma io. E solo io
avrò quel sangue sulle mie mani. - cercai di spiegargli.
Alan si intromise con un debole colpo di tosse. -
U-ucciderlo non servirà a n-nulla. Prima... prima bisogna
smascherare i suoi traffici... e poi potrai... - fece un cenno con la
testa per farmi capire cosa volesse dire.
- Quindi, qual è il piano? - gli chiesi.
Alan rimase qualche secondo a fissarmi, poi corse alla
sua postazione, prese una chiavetta, la inserì nel suo portatile e
fece scaricare qualcosa. - Ecco qua. Inserisci questa nel pc di Shon
Matter e noi potremo registrare attraverso qualsiasi videocamera del
complesso. Se riuscissi a fargli confessare tutto di sua spontanea
volontà sarebbe perfetto.
Presi la chiavetta con la bocca aperta, ero stupita di
quanto fosse in gamba quel ragazzo. - Ottimo. Se sei tu a chiedere lo
farò di sicuro - gli sorrisi.
Lui alzò la mano e mi fece il pollice in su. - Come ha
detto Kaileena, non saremo noi a uccidere quel figlio di prostituta.
- disse e tornò a guardare il monitor.
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