Riconsegnai il cellulare a
Warren, tolsi la palla da bondage a Chuck e gli diedi degli schiaffi
per svegliarlo.
Lui riaprì gli occhi di scatto
e si guardò attorno confuso. - Cosa cazzo...? - provò a dire mentre
cercava di muoversi.
- Ti abbiamo preso, idiota -
fece Warren.
Chuck si guardò le braccia e
il corpo immobilizzati. - Slegatemi, pezzi di merda!
Quel comportamento mi sta
irritando, pensai mentre prendevo un coltello appuntito dalla
cucina.
Gli andai davanti e piantai
l'arma sulla rotula destra. Lui urlò di dolore, cosa che mi fece
immensamente piacere. - Modera i termini, per piacere - dissi.
- Vaffanculo, puttana - sbraitò
in preda agli spasmi muscolari.
Sorrisi, speravo lo dicesse.
Andai di nuovo in cucina, presi dei stuzzicadenti, glieli feci vedere
e, senza dire nulla, cominciai ad infilarli uno a uno sotto alle sue
unghie. Sentirlo urlare era davvero piacevole.
Warren gli prese la faccia e lo
guardò dritto negli occhi. - Hai capito la lezione? Niente
parolacce, cazzo.
Lui fece uno sforzo immane per
riprendere il controllo. - Che cosa volete? - riuscì a chiedere.
Io pizzicai gli stuzzicadenti e
lui urlò ancora. - Prima di tutto voglio farti soffrire come un cane
- gli risposi quando finì di gridare. - Poi voglio sapere perché
stai stalkerando Melinda Rodes.
Chuck si mise lentamente a
ridere. - Mi sono innamorato, bambolina - rispose. Era una palese
bugia, non serviva nemmeno il legame empatico per capirlo.
Estrassi violentemente il
coltello dal suo ginocchio e lo piantai su quello sinistro. L'uomo
gridò in modo straziante. - Smettila con le stronzate e rispondi
alla domanda - gli intimai. Non avevamo molto tempo, se la Rodes
avesse visto il notiziario avrebbe mandato i suoi sicari per farlo
sparire.
- E va bene, troia schifosa -
rispose con tutto il fiato che aveva in corpo. Poi prese fiato per
concentrarsi e riorganizzare le idee. - Volevo sabotare qualunque
cosa stia facendo quella donna. Mi sta dando la caccia da mesi ormai.
Prima ero protetto dalla Coalizione del Bayou ma adesso sono un
bersaglio facile per lei. Volevo almeno colpirla per primo.
- E come avresti fatto
esattamente? - chiese Warren.
- Con un piano a cui sto
pesando da un po' - rispose l'uomo tirando su col naso.
- Che tipo di piano? - continuò
il ragazzo.
L'uomo sorrise. - Se la uccidi
e mi liberi, te lo dico.
Warren mi guardò incredulo. -
Passo! - gli rispose e scrollando la testa si diresse verso la
biblioteca.
- Che c'è, solo perché ti ha
dato un assaggio di fica fai il burattino? - rise nervoso Chuck.
Warren senza rispondere
cominciò a frugare incuriosito nella libreria, forse si sentiva a
disagio per quello che stavo facendo. Vedere torturare un uomo, per
quanto tu possa odiarlo, non è mai una bella scena.
- Non hai capito nulla vero? -
gli chiesi.
Chuck, continuò a muovere gli
occhi da me a Warren sempre più ansioso. - Cosa... non avrei capito?
- Tu hai fatto in modo che quei
ragazzi si incontrassero, gli hai dato un motivo per stare uniti e di
fare giustizia per ciò che gli è capitato. In pratica gli hai
donato una nuova famiglia. Questo è un legame che non potrai
spezzare - gli spiegai.
- Un'altra cazzata da
cancellare dalla... dalla lista di stronzate che ti sono venute in
mente? - Chuck comincio a ridere, sembrava un tossico in preda al
delirio. Sicuramente aveva perso molto sangue considerata la pozza
rossa sotto i suoi piedi.
Poi ebbi l'illuminazione,
guardai Warren e Chuck che continuava a spostare lo sguardo verso il
ragazzo. Perché non ci ho pensato prima, che idiota che sono,
mi rimproverai.
- Warren, controlla ogni
centimetro di quella stanza - gli chiesi, poi alzai il mento
dell'uomo con le dita. - Secondo me troveremo qualcosa di molto
interessante, vero Reggente fallito? - gli sorrisi.
Warren in pochi minuti ribaltò
l'intera biblioteca finché, dietro un mobile antico, non trovò un
porta documenti cilindrico.
Chuck cominciò ad agitarsi. -
Figli di puttana!
Il ragazzo aprì il contenitore
e srotolò i fogli contenuti all'interno. - Mon amour, questa è la
planimetria aggiornata della base della Rodes.
Sorrisi. - Abbiamo quello che
ci serve. Addio Chuck - gli dissi mentre rimettevo in bocca all'uomo
la palla da bondage.
Fra poco gli uomini di
Melinda Rodes verranno qui per finire o catturare Chuck, quel
pensiero mi fece venire un'idea.
Feci un cenno al mio compagno e
ce ne andammo. Dovevo usare Chuck per un ultimo lavoretto e il
tempismo era essenziale. A una decina di metri dall'edificio Warren
tirò fuori un detonatore a distanza, ma io lo fermai.
- Che fai? - chiese lui.
- Fidati di me, aspetta - gli
dissi.
Lo accompagnai nel boschetto e
mi nascosi assieme a lui in un punto dove si potesse vedere bene
l'entrata della villa.
- Cosa stiamo aspettando? -
chiese Warren.
-
Fidati - gli ripetei.
Attesi
per cinque minuti e sei uomini si intrufolarono nel giardino e con
circospezione entrarono in casa. Con la percezione controllai che
tutti fossero all'interno dell'edificio e diedi l'ordine: - Ora!
-
Il
cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità
degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini
malvagi. Benedetto sia
colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i
deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità
il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la
mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e
furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed
infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome
è... - provò a recitare lui.
Io
lo guardai male. - Ma che cazzo stai dicendo?
-
Ezechiele 25.17, Pulp Fiction – rispose incredulo premendo il
detonatore, ma non successe nulla.
Lui
cominciò ad andare nel panico e a premere, picchiare e rigirare il
dispositivo. Improvvisamente la casa esplose illuminando l'intera
area a giorno.
Per
un attimo entrambi trasalimmo e ci riparammo dalle schegge, poi
sospirai quando non riuscii a percepire nessuna forza vitale nei
presi della casa. Era andato tutto bene e finalmente Amita poteva
lasciar perdere la vendetta.
Diedi
uno scappellotto a Warren e ce ne andammo prima dell'arrivo della
polizia.
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