Lei non sapeva che fosse Valentine in realtà, non le avevo mai detto
nulla. - Credo di si. Il vero nome di Valentine è Atena ed ha la
veneranda età di quattromila anni, più o meno. -
Kaileena passò lo sguardo da me a Valentine. - Oh... oh, adesso si
spiegano tutte quelle incongruenze nella sua storia: è immortale. -
- Era immortale, ora non lo è più. - le confessai.
- Quindi quando lei... e il fatto che... oh cazzo. Tutto ha davvero
un senso ora... - Rimase a pensare tra sé poi rialzò il volto. -
Bene, ho capito tutto! - mi sorrise. Rimasi stupido da quanto
Kaileena fosse intuitiva, le avevo spiegato due dettagli e lei aveva
messo assieme tutti gli altri pezzi del puzzle.
- Ragazze, ho una buona e una cattiva notizia... - ci interruppe
Francis. Durante la nostra conversazione aveva fatto delle ricerche
su internet.
- Prima quella buona, ti prego! - lo supplicai. Con il periodo no che
mi era capitato, avevo davvero bisogno di buone notizie.
- Okay. Poche ore fa sono stati avvistati dei strani tipi che, cito
“sembrano usciti da World of Warcraft”, si aggiravano sulla
Tulane Ave. - Mi guardò come per darmi conferma che erano loro. - La
seconda è pessima, la superluna ci sarà stasera alle otto. - ci
disse con tono colpevole.
Ragionai, se, come pensava Francis, erano loro sulla Tulane Ave
allora gli serviva un posto tranquillo dove operare il rito. - Cerca
gli edifici abbandonati nella zona? -
- Sì, per un rito del genere serve molto spazio, magari un luogo
aperto o abbastanza grande... quindi evita case o hotel del Quartiere
Francese. - aggiunse Valentine.
- Oh, ho capito. - e si mise a cliccare tasti. Pochi secondi dopo
esultò: - Eccolo, il Charity Hospital. È abbandonato dall'uragano
Katrina e possiede una hall enorme. Dalle immagini sembra spettrale e
credo che nessuno si azzarderebbe ad entrare col buio, almeno non
persone normali. - spiegò.
Mi era tornato in mente il rito che aveva fatto Era con la sorella
gemella di Jolene, per attuare certi riti servono spazzi ampi e
tranquilli, per altri invece serviva pazienza e perseveranza come
quello che aveva fatto Emris ad Halloween.
- Valentine, in genere, quanto ci mette un gruppo di streghe a
diablare qualcuno? - le chiesi.
Lei ci pensò per un istante. - È una procedura lenta, dalle sei
alle otto ore, perché? -
- Perché abbiamo tutto il tempo per prepararci e salvare Thessa
prima che sia troppo tardi. - le risposi.
Valentine si mise a ridere. - E come? -
- Quei bastardi sono fortissimi. - esclamò Francis. Notai che aveva
la voce tremante.
Ci pensai per un istante, se quel rito era così complesso da
richiedere un posto isolato e grande significava che ogni sua parte
era fondamentale per una buona riuscita.
- Basterà interromperli stasera. Quel rito necessita di una
superluna per funzionare e le superlune non sorgono tutte le notti,
giusto? - Feci l'occhiolino ad entrambi.
Jolene posò il suo arco sulla rastrelliera. - Quattro o sei
superlune all'anno, ma non tutte sono forti come quella di stasera. -
mi rispose. Era completamente sudata e non sembrava per niente calma.
Valentine sbuffò. - Quindi vuoi interrompere il rito e poi salvare
con tutta calma Thessa. Rischioso, ma può funzionare. -
Guardai tutti negli occhi, erano tutti d'accordo con il mio piano
anche se sembravano poco convinti.
Ci preparammo: io affilai la Honjo Masamune, Francis si riscaldò con
le sue spade, Jolene preparò le frecce con la punta in acciaio che
aveva ordinato un mese prima e calibrò l'arco compound, Kaileena
pulì un paio di calibro quarantacinque, il suo stile di
combattimento comprendeva anche l'uso di armi da fuoco.
Alle sette di sera io assieme a Valentine, Jolene e Francis entrammo
in macchina e Kaileena con la sua moto nera, e ci mettemmo in
viaggio.
Ci avevamo messo mezz'ora ad arrivare, il traffico era poco e la
viabilità era scorrevole. Avevamo parcheggiato davanti all'entrata
dell'edificio. Il palazzo era immenso e lugubre e i segni
dell'abbandono lo rendevano ancora più spaventoso. Aveva una pianta
a forma di ferro di cavallo e contava dieci piani. L'intonaco delle
pareti era ormai pieno di muffa e si era ingrigito, le finestre erano
rotte o scheggiate.
Kaileena scassinò la serratura della recinzione di sicurezza ed
entrammo.
- Okay, secondo te dove cazzo sono? - chiese Jolene.
- Sicuramente fuori dagli sguardi indiscreti e soprattutto dove
possono osservare tranquillamente la luna. Direi che la hall sarebbe
perfetta, ha le vetrate angolate nella direzione giusta... - rispose
Valentine osservando la planimetria scaricata da internet.
- Quindi dobbiamo entrare... Ho un brutto presentimento! - borbottò
Francis.
Kaileena si mise a scassinare la serratura dell'entrata del palazzo.
- Non essere melodrammatico. -
- Neanche a me piace questa situazione ma non abbiamo altra scelta:
se quei tizi prendono un acquisiscono un potere come quello di
Thessa... - Lo guardai negli occhi, sapevo che aveva capito ma non
era ancora sicuro.
Improvvisamente udimmo un boato provenire dall'interno, subito dopo
un ronzio aveva cominciò a trapanarci le orecchie. Ci avevamo messo
qualche secondo ad abituarci.
Mi spostai verso la strada per vedere cosa stesse succedendo: una
colonna di luce si stagliava nel cielo e finiva all'interno del
Charity Hospital.
- Che cosa cazzo è? - urlai a Valentine.
Lei aveva gli occhi sgranati. - Il rito... è cominciato in
anticipo... hanno quasi finito! - rispose fissando la colonna di
luce.
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