Diedi un forte calcio alla porta d'ingresso per sfondarla, quel gesto
mi sembrava la cosa più giusta e figa da fare. Peccato, però, che
non era successo niente, la porta rimase chiusa. Restai immobile a
fissare la catena, non mi ero accorto fosse ancora chiusa con il
lucchetto.
Che figura di merda! pensai, poi mi girai e sconsolato ordinai
a Francis: - Pensaci tu! - Infine mi spostai per fare spazio con la
testa abbassata.
Valentine sbuffò e forzò con la mente il lucchetto, poi Francis
diede un calcio all'altezza della serratura che saltò e la porta si
spalancò con un forte frastuono.
Entrammo nell'edificio, il deja-vù era particolarmente dettagliato:
i due corridoi illuminati dalla colonna energetica, i cocci che
tremavano per le vibrazioni, il generatore che a malapena si riusciva
ad udirne il motore... tutto uguale alla versione in cui tutti
morivano.
Tranquillo, mi fece Evaline. Il nostro piano funzionerà.
Sembrava davvero sicura di se.
Speriamo bene, non so se riuscirò a sopportare di nuovo un tale
supplizio, le risposi.
Presi dalla tasca il cellulare e controllai l'ora, mancava poco al
grande evento. Ero nervoso e tremavo dall'emozione. Feci un profondo
respiro ed imboccai il corridoio a destra seguito dai miei compagni
che rimasero tutto il tempo guardinghi.
Raggiunsi la parte finale del corridoio. - Fermi. Non ancora. -
ordinai al gruppo guardando ancora il cellulare.
- Perché ci fermiamo? Se completano il rito... - provò a dire
Valentine.
- Sì, sì. Thessa muore e le ruberanno il potere di modificare il
tempo. Ma non succederà. - Le feci l'occhiolino.
Valentine mi guardò torva, ancora non riusciva a capire cosa avessi
in mente. Poi però chiuse gli occhi, respirò profondamente e riapri
gli occhi per guardarmi di nuovo. - Va bene. Mi fiderò di te. Ma se
ti sbagli... - rispose.
- Non sbaglierò. In questo momento sono la strega più potente del
pianeta. - Sorrisi.
Le urla di dolore di Thessa erano come delle lame allo stomaco ma non
potevo farci nulla, dovevo aspettare altri tre minuti prima di agire.
Feci capolino all'angolo per vedere la situazione. La scena era
simile a quella che avevo vissuto nell'altra realtà, ma aveva alcune
differenze: cinque figure erano al pian terreno mentre le altre due
erano a quello che tempo prima era il terzo piano ma che ora era un
semplice terrazzo in cemento. La litania in lingua stregonesca era
inconfondibile nonostante il rumore delle vibrazioni. In mezzo alla
colonna di luce intravvedevo Thessa, sospesa a un metro d'altezza con
le braccia e le gambe aperte, la luce proveniva da lei.
Il cellulare vibrò, era il segnale per agire. Feci segno agli altri
di seguirmi facendo piano e di appoggiarci al muro accanto all'uscita
del corridoio, mi serviva più spazio possibile.
- Reggetemi il gioco. Qualunque cosa accada, non muovetevi da
quest'area. - Mostrai alcune rovine a pochi metri dalla nostra
posizione. Fecero tutti di si con la testa anche se non sembravano
capire il mio piano.
Bene, inizia lo show! fece Evaline euforica.
Spacchiamogli il culo. le sorrisi.
Riempii i polmoni d'aria. - Ehi, coglione con la croce rovesciata sul
petto. - urlai.
L'uomo e Marcus accanto a lui al terzo piano si girarono sorpresi -
Ancora voi? - fece l'uomo.
- Salve, vi siamo mancati? - Alzai la mano in segno di saluto.
- Sarebbe stato più saggio se foste rimasti a casa, vi sareste
risparmiati dolore inutile. - commentò Marcus.
Sbuffai. - Che vuoi farci. Siamo streghe, siamo fatte così! -
risposi sorridendo. - E poi volevo cogliere l'opportunità di
specchiarmi sulla testa pelata del tuo fidanzato.
L'uomo guardò Marcus e si mise a ridere. - Allora hai fatto male.
Nessuno di voi uscirà vivo da questo luogo. - replicò e avanzò di
qualche passo.
- Non lo so, sai?! Secondo me ti da troppe arie da duro in stile anni
ottanta, quando in realtà non sei altro che un glabro di merda. -
Sorrisi. Poi guardai gli altri del mio gruppo. - Cavolo, mi sa che ho
offeso le persone glabre includendo anche lui nel loro gruppo... mi
sto vergognando per questo.
Lui si avvicinò al bordo del terrazzo. - Se fossi in te la smetterei
di offendere. Potresti morire molto, molto lentamente e dopo i tuoi
sciocchi amichetti.
Strattonai Jolene e Valentine accanto a me. - Oh mio Dio. Atterraggio
da supereroe. Atterraggio da supereroe. Atterraggio da supereroe.
L'uomo si lasciò cadere e atterrò accucciato su un ginocchio con un
tonfo, e infine si rialzò come se non avesse fatto un salto di nove
metri.
Mi misi a battere le mani ed esultai. - Atterraggio da supereroe! È
sempre una figata da vedere ma è un vero suplizio per le ginocchia,
credetemi. - aggiunsi guardando gli altri che avevano uno sguardo
misto tra l'imbarazzo e il perplesso.
Lui cominciò ad avanzare verso di noi. - Siete solo voi quattro?
- Scusa, ma è difficile rispondere quando la luce di quella colonna
si riflette sulla tua testa calva. - risposi. Con la coda dell'occhio
notai dei fulmini rossi sul soffitto.
- Non prendi sul serio la mia forza a quanto pare. - commentò. Stava
cominciando ad innervosirsi.
- Io prendo in seria considerazione la tua calvizia... - provai a
dire.
La faccia dell'uomo si contrasse in una smorfia di rabbia. - Io non
sono pelato, calvo e nemmeno glabro. Non possiedo peli per colpa del
rito che rende la mia pelle indistruttibile. È il prezzo che ho
dovuto pagare quindi non permetterti mai più di offendermi, puttana.
- sbraitò. Aveva il fiato corto da quanto forte avesse urlato.
Io rimasi un po' stupito da quella reazione improvvisa. Non
pensavo di essere così bravo a far perdere le staffe alla gente.
pensai.
Oh, sì. Lo sei. Comunque ha funzionato, è proprio sotto al
portale, mi fece notare Evaline.
I fulmini si erano fatti più intensi e più frequenti. Dopo un paio
di secondi un cerchio energetico rosso si era aperto sul soffitto,
l'uomo era così concentrato su di me che non si era accorto di
nulla.
Avanzai di qualche passo. - Ehi, pelato! - lo chiamai con le braccia
incrociate sul petto.
- Che cosa vuoi? - Mi lanciò uno sguardo iniettato di sangue. In
quel momento, un mostro enorme con la testa simile a quella di un
polpo e contornata da tentacoli, il corpo possente, braccia muscolose
con artigli affilati al posto delle dita, gambe anch'esse muscolose,
sul dorso un paio di ali membranose e la pelle di colore verde
putrefazione fuoriuscì dal portale rosso.
Alzai il dito indice al cielo e sorrisi. - Cthulhu!
L'uomo non fece in tempo a guardare in alto che il mostro lo colpì
di faccia schiacciandolo durante il rovinoso schianto a terra. La
polvere si alzò facendomi lacrimare gli occhi e impedendomi di
vedere. Quando finalmente si diradò rimasi stupefatto. La creatura
era stesa al suolo, non si muoveva ed era lunga come metà della
larghezza stanza, il suo odore era nauseabondo.
Subito dopo, ammirando le ali fatte da membrane sulla schiena, notai
due figure umanoidi: una era vestita con un corsetto, un paio di
pantaloni, stivali in pelle neri e un cappello a punta nero che le
copriva il volto, l'altra era una ragazza dai capelli corti color
rosso veneziano con in mano due spade rosse come tizzoni ardenti.
Tutti in quel momento rimasero in silenzio, la litania si bloccò di
colpo e la colonna di luce si affievolì fino a sparire del tutto. Il
rito era stato spezzato.
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