I piedi di Hirina, a contatto con il terreno, scivolavano come se lei
stesse pattinando. In pochi istanti arrivò a portata di attacco e
sferrò fendenti furiosi al ragazzo che riusciva facilmente a
schivare. Arthur provò più di qualche volta a scappare di lato ma
Hirina innalzò muri di roccia per impedirglielo. Notai che non aveva
usato gesti, era come se la terra le obbedisse solo col pensiero.
Io approfittai del diversivo che mi aveva fornito Hirina e mi
teletrasportai vicino a Thessa. Era sotto shock ma era ancora viva.
Meno male. Sospirai sollevato. Feci un cenno a Tiffany che con
uno scatto mi raggiunse in un istante.
Rimasi a bocca aperta, poi mi ripresi. - Ma cos'hai fatto in quel
posto, hai assorbito la Forza della Velocità come Flash? - chiesi
ironico.
- Quasi. Ho assorbito la forza vitale di un'intera città. Poco a
poco si dissiperà e tornerò normale, almeno spero. - spiegò lei
prima che potessi rimproverarla.
- Comunque rimarrai una Matriarca, lo sai? - ribadii.
- Sì, lo so. In ogni caso sarò più utile al gruppo di prima. - mi
sorrise.
Sorrisi di rimando e le accarezzai dolcemente i capelli, poi tornai
serio. - Tienila al sicuro finché io ed Hirina non avremmo finito.
Ho in conto da regolare con quel bastardo.
Lei si sporse verso di me e mi baciò. - Ecco lo sguardo agguerrito
di cui mi sono follemente innamorata. Vai e spaccagli il culo.
Restai di stucco a quella dichiarazione, non me lo aspettavo per
niente. Sorrisi imbarazzato e le feci l'occhiolino. - Torno subito,
non ti muovere.
Mi girai e notai che Hirina era in difficoltà. Sfoderai la spada, mi
teletrasportai di nuovo di fianco alla ragazza e parai un fendente
laterale. Hirina riprese il controllo e attaccò il fianco scoperto
di Arthur ma lui riuscì a schivarlo.
Il ragazzo era pieno di graffi, abrasioni e scottature, ansimava ed
era madido di sudore. Fece uno scatto indietro e, con uno sforzo
considerevole, fece scaturire dal suo corpo fulmini viola e blu per
costringerci ad indietreggiare. Un fulmine blu colpì in pieno Hirina
che urlò e cadde sulle ginocchia.
- Stai bene? Ce la fai a continuare? - le domandai preoccupato.
Hirina aveva le convulsioni da scossa ma riuscì a fare di sì con la
testa. Era ovvio che non ce l'avrebbe fatta.
Arthur aveva il fiato corto ed era piegato in due dalla fatica.
L'attacco con i fulmini è più dispendioso di quello che credevo,
ottimo. Sicuramente non lo userà di nuovo, pensai.
- Voi... voi non capite. Nemmeno tu, piccola ingrata. - invei Arthur
guardando Hirina. - Il nostro mondo sta morendo... abbiamo bisogno di
tutta la potenza possibile per sopravvivere. Quegli abomini devono
essere eliminati prima che sia troppo tardi. - Cercava un briciolo di
compassione negli occhi di entrambi ma io non riuscivo a seguire il
discorso e non mi interessava.
- N... no... Arthur... Se tu prendi con la forza i poteri degli
altri... diventi tu l'abominio. E comunque, sei l'unico ad averli
visti... non ci... sono prove... di quello che dici. - rispose Hirina
tremando.
- Non mi credi quindi... - sbuffò sarcastico Arthur. - Allora perché
avrei fatto tutto questo? Eh? - chiese raddrizzando la schiena.
Hirina inspirò ed espirò profondamente per calmare i nervi. -
Perché sei pazzo. Sei in questo stato da quando... sei caduto in
quel burrone anni fa. Ti abbiamo trovato a vagare vicino... al
torrente e vaneggiare su creature aberranti... e altre diavolerie. E
dopo qualche mese hai sterminato il tuo stesso clan rubando la loro
forza vitale. Sei intossicato da tutte quelle anime desiderose di
andarsene dal tuo corpo. - spiegò anche se sembrava una supplica. In
quell'istante capii che non sarebbe riuscita ad ucciderlo.
Lui scoppiò a ridere, la sua solita risata fastidiosa simile a
quella di una iena. - Perché erano alla foce del ruscello. Io li ho
visti che si replicavano... e divoravano tutto... Ma forse... forse
hai ragione. Sono pazzo. Che ne dici allora di liberarmi da questo
fardello, cugina. - sbraitò infine creando nuove lame di acciaio sui
suoi avambracci.
Io conficcai la Honjo Masamune al terreno nell'incavo tra due
piastrelle scheggiate e presi le spade di Hirina e intuii
immediatamente come usarle. Era strano ma, nonostante le lame fossero
ancora incandescenti, l'impugnatura era appena tiepida. - Queste le
uso io, tu prenditi cura della mia Honjo. Sta attenta perché tengo
molto a quella spada. - Le feci un cenno. All'inizio mi guardò
confusa ma poi fisso la spada e mi sorrise. Aveva capito.
Attaccai Arthur con fendenti precisi e ponderati, avevo bisogno di
tempo per far si che il piano funzionasse. Lui parò la maggior parte
dei colpi ma alcuni miei fendenti iniziali gli procurarono altri
tagli alla gamba e alle braccia.
Quindi la teoria ha un fondamento fisico! sorrisi.
Ci scambiammo altri colpi e incrociammo le lame un paio di volte per
poi allontanarci a prendere fiato. Io mi misi in guardia con una
spada sopra la testa e l'altra sul fianco.
Lui si mise di nuovo a ridere. - A quanto pare il numero non fa la
differenza.
Sentii qualcosa scricchiolare. Spostai lo sguardo sulle spade si
stavano scheggiando ed erano tornate di un griglio annerito. Merda,
il raffreddamento lento ha indebolito la struttura del metallo.
esclamò Evaline.
Okay, ora ripeti in lingua comprensibile, grazie... le
risposi.
Evaline non fece in tempo a rispondermi che Arthur si lanciò verso
di me e con entrambe le sue lame d'acciaio mi sferrò un fendente
all'altezza della testa. Parai istintivamente il colpo che frantumò
le armi di Hirina, mi rotolai di lato per evitare di finire
decapitato.
Mi rialzai pronto a ricevere un altro fendente ma Arthur aveva
continuato a correre verso la cugina. Hirina era indifesa con le mani
appoggiate sulla lama della katana che era diventata arancione.
Gettai le spade a terra e mi teletrasportai davanti ad Hirina,
disincastrai con un gesto netto la katana dal terreno e menai una
stoccata all'indietro. Udii quasi immediatamente il rumore di
qualcosa che sfrigolava seguito da un odore di carne bruciata. Ero
riuscito istintivamente ad entrare nella guardia di Arthur e
colpirlo.
- Tu? Come... hai... fatto a... capire? - mi domando incredulo
Arthur.
- Durante il combattimento contro lo Stregone, al cimitero di qualche
mese fa, ho notato che ogni colpo che subivi veniva bloccato da
qualcosa di invisibile. All'inizio pensavo fosse una barriera d'aria
compressa. Ieri c'è stato l'attacco alla USS Samaritan e in
quell'occasione i proiettili sparati dal fucile d'assalto di Frank
deviavano il loro percorso verso l'alto. Ed infine Hirina ha detto
che l'unica in grado di penetrare le tue difese era lei. Lì ho
capito: usavi un campo magnetico repulsivo attorno al tuo corpo.
L'unica cosa in grado di penetrare quel tipo di difesa è qualcosa
con una temperatura superiore ai duemila gradi, ed Hirina ha la
capacità di far mantenere una tale temperatura al metallo senza
farlo sciogliere, come ha fatto con questa katana.
Arthur rise. - Intelligente... avevo ragione, dovevamo uccidervi
quando eravate ancora deboli... - Sputò sangue, poi guardò sua
cugina. - Sarò anche pazzo e intossicato... ma non ho mentito. Ti
prego... salva il... salvalo... Ti prego... - E smise di respirare.
Osservai i suoi occhi, stava piangendo e Hirina a stento stava
trattenendo le lacrime.
Con delicatezza posa il corpo di Arthur a terra, estrassi la katana
dal suo petto e la rinfoderai. Abbracciai Hirina, la sua vendetta si
era compiuta e sapevo che il senso di vuoto che provava l'avrebbe
disorientata. Scoppiò a piangere per gettare fuori tutto ciò che
aveva tenuto nel profondo. Era stata forte fino a quel momento ma
doveva andare avanti e noi l'avremo aiutata in quella impresa.
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