Valentine si girò verso di noi. Aveva la camicia e la faccia coperti di sangue e aveva il fiatone. Sembrava esausta, aveva parato l'onda d'energia con la telecinesi innalzando un muro e aperto la cassa toracica di Marcus ma non pensavo che potesse richiedere molti sforzi per una Matriarca come lei.
Mi sorrise. - A quanto pare stavolta ho esagerato un po'... - E si
accasciò a terra priva di sensi.
Francis e Jolene corsero per portarle soccorso. - Non doveva
trattenere anche gli altri quattro, ce l'avremo fatta anche noi
contro di loro. - disse Jolene. - Non puoi esserne certa. Quelli sono
gli stessi che ha affrontato Tiffany in palestra da Mei. Erano
indubbiamente forti. - controbatté Francis. Jolene rimase in
silenzio e si prodigò a pulire il viso a Valentine con un
fazzoletto.
- Cavolo, quella tizia con la frangetta non scherza. - esclamò
Hirina. Aveva lo sguardo affascinato mentre osservava Valentine.
- E dovresti vedere quando è incazzata. - replicai. - E tu chi sei?
- le chiesi poi.
Lei conficcò la spada nel terreno: il calore della lama fece
sciogliere il cemento e le piastrelle che scese come un coltello
conficcato nel burro. Poi mi porse la mano. - Hirina, allieva della
maestra Tiffany, piacere.
Le strinsi la mano. - Evaline, fidanzata di Tiffany, piacere mio,
credo. - Mi voltai verso Tiffany. - Cosa? Maestra? -
- Storia lunga, te la racconto dopo. - provò a dire ma continuai a
fissarla. - T... tu hai una figlia adottiva e io una allieva, siamo
pari. - si lamentò. - Ora abbiamo un problema più urgente da
risolvere. - Guardò il mostro che si stava muovendo.
Per un attimo avevo temuto che la creatura si rialzasse e ci
attaccasse, poi però, da sotto la testa, era sbucata una mano. Dopo
qualche secondo l'uomo dalla testa pelata alzò di peso il capo della
creatura e gettandola di lato. Aveva solo la narice destra
sanguinante.
È ancora vivo? pensai incredulo. - Quel tizio non molla. -
sbottai.
Tiffany avanzò e si frappose tra me e l'uomo. - Se permetti, vorrei
pensarci io.
- Tifa, no. Ti ho appena ritrovata, non ho intenzione di perderti di
nuovo. - le risposi. Lei girò il volto verso di me e sorrise. Capii
improvvisamente che le mie paure erano infondate e che dovevo fidarmi
di lei. - D'accordo. Ma la promessa che mi hai fatto un anno fa è
ancora valida: non morire. - le ordinai infine.
- Tranquilla amore, ci metterò un attimo! - mi fece l'occhiolino.
Notai che il suo sguardo era in qualche modo cambiato, aveva un
luccichio innaturale. Era come se fosse entrata in Trance.
No, non è possibile! Lei non è una Matriarca. Strabuzzai gli
occhi.
Invece è possibile. Controlla la sua forza vitale. È
impressionante quanto sia forte. Sentivo che anche Evaline era
rimasta stupefatta da quello che vedeva.
Mi concentrai sulla forza vitale di Tiffany e subito capii cosa
intendesse dire Evaline: la sfera che delineava il centro di quella
forza, all'altezza dell'ombelico, era così grande che copriva quasi
interamente la sagoma della ragazza.
È una Matriarca... Feci nella mia testa. Quella ragazza è
davvero incredibile! Sorrise Evaline.
L'avversario di Tiffany si portò davanti a lei e si mise a ridere. -
Vuoi batterti solo tu?
- Sì, questo è il piano. - rispose lei facendo stretching alle
gambe.
L'uomo rise incredulo. - Cosa vorresti fare scusa?
- Voglio farti molto male. Spero di non ucciderti, ma dubito
fortemente di riuscire a trattenermi fino a quel punto, devo ancora
abituarmi a questa forza. - Sorrise terminando i suoi esercizi.
- Tu sei pazza. Sai che io sono indistruttibile? Cento anime si sono
sacrificate per darmi questa invulnerabilità, non posso essere
ferito. E tu non puoi uccidermi. - sbraitò furioso l'uomo.
- Come ti chiami? - gli chiese lei.
- Kirant. - rispose lui.
- Bé, Kirant, indubbiamente sei molto resistente, sei sopravvissuto
ad una testata di quella cosa... - Indicò la creatura. - Ma non sei
per niente indistruttibile. - dichiarò Tiffany. Poi si mise in
guardia.
Kirant sbuffò. - E cosa te lo fa pensare?
Tiffany scattò in avanti con una velocità che a stento riuscii a
vederla ed entrò nella guardia del suo avversario e si fermò a
guardarlo. - Dal fatto che stai sanguinando dal naso.
Lui, preso alla sprovvista, provò a reagire ma era troppo tardi.
Tiffany tirò un diretto in faccia a Kirant e subito dopo sparì dalla mia
vista. Quasi contemporaneamente una colonna in cemento si sgretolò
alzando una nuvola di polvere.
Provai a percepire la forza vitale di Kirant ma non sentii nulla.
Dopo pochi istanti la polvere si diradò rivelando il destino che
l'uomo indistruttibile aveva subito: il suo collo era girato a
centottanta gradi e dal quantitativo di sangue che stava uscendo dal
viso, molto probabilmente non aveva più una faccia. La sua gamba
destra aveva spasmi involontari, era morto sul colpo.
L'intero ambiente rimase in silenzio. Un solo colpo. Lo ha ucciso
con un solo colpo. mi disse Evaline stupefatta. Ho visto.
risposi sorpreso quanto lei.
- Poveretta chi se la porta a letto... - sussurrò Jolene.
Alzai timidamente la mano. - Sono io quella poveretta.
- Lo so. - Rise sotto i baffi. La guardai male in risposta e lei fece
spallucce.
Tiffany si girò verso di me sorridendo. - Visto? Penso che Kirant
non potrà fare più male a nessuno.
- Sì ho visto, ma non dovresti dare le spalle al nemico. - le
risposi preoccupato.
- Chi? - Si girò verso Arthur. - Quel tizio vestito con un dubbioso
stile rock anni ottanta? È in catalessi da quando siamo arrivate io
ed Hirina. - sorrise Tiffany.
- Di chi parli, maestra? - chiese la ragazza. Osservò attentamente
Arthur, poi la sua espressione cambiò di colpo, era infuriata. -
Arthur... tu... maledetto bastardo.
- Lo conosci?
Hirina afferrò la spada che aveva conficcato nel terreno e la
estrasse dal terreno. - Puoi scommetterci che lo conosco, è mio
cugino. Quel maledetto ha ucciso e rubato le capacità dell'intero
clan Asath per diventare sempre più forte. È una vita che lo cerco.
Lo avevo trovato mesi fa. Poi un suo amico, Emris, mi ha esiliata a
Samat dove ho incontrato la maestra Tiffany. - La spada era tornata
ad essere un tizzone ardente.
- Emris? Quindi Emris era un loro compagno? - Guardai Tiffany che
aveva l'espressione corrucciata. - Ho capito, storia lunga. Comunque,
mi dispiace ma quel figlio di puttana è mio.
- Cos...? No, non esiste. Ti farai ammazzare se lo affronti. Io sono
l'unica in grado di penetrare la sua barriera invisibile. - spiegò.
Per un istante tornai con la memoria alla sera in cui Mei aveva
combattuto contro Arthur e di come non era riuscito a colpirlo
nemmeno una volta nonostante la superiorità di forza. Ragionai su
quale potere potesse dare ad Arthur una tale protezione. Poi ricordai
un programma di Discovery Channel. Ho un piano! decretai.
Sì, con un potere come quello di Hirina possiamo vincere.
confermò Evaline.
Sospirai per trattenere la risata, alla fine era una cosa così
stupido che per poco non svelavo il piano.
- D'accordo. Allora facciamo così: chi prima arriva meglio alloggia,
senza intralciarci a vicenda. Ti sta bene? - Le porsi la mano per
suggellare l'accordo.
Hirina mi strinse la mano. - Che vinca la migliore... Cioè io. - E
si lanciò verso Arthur che si era messo in guardia.
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