12 Luglio 1948
Era una
giornata molto calda e soleggiata, andai in un ruscello vicino casa e
riempii dei secchi con dell'acqua ed infine tornai a casa. Riempii
una tinozza e lavai i panni, ormai fare le faccende di casa era
diventata una routine piacevole, almeno impegnavo il tempo.
Joseph non mi
aveva più parlato di quello che era successo giorni prima e quando
cercavo di forzarlo a parlarne si chiudeva in se stesso.
Legai una corda
a due alberi e cominciai a stendere i panni, quando alcuni ragazzi si
avvicinarono arrivando dalla strada. Erano in quattro e avevano
l'aspetto maturo, forse diciottenni o ventenni.
Uno dei ragazzi
mi fece un segno per attirare la mia attenzione. - Ehi, tu,
ragazzina, dov'è lui? - Il tono che aveva usato non mi era piaciuto
per niente.
- Lui chi? -
ribattei.
- Senti, so che
è qui. Quel bastardo mi ha rubato il fucile e ora lo rivoglio. -
continuò lui avanzando spedito verso di me.
Presi un altro
panno e lo appesi. - Non so di cosa stai parlando. Forse hai
sbagliato posto.
Lui scostò un
lenzuolo e mi alzò il mento in modo che potesse guardarmi negli
occhi marroni. - Rispondi alla domanda. Non vorrei dover rovinare
questo bellissimo faccino. - Si mise a ridere seguito dai suoi amici.
Ragionai sul da
farsi: se avessi risposto alla domanda mi avrebbe picchiata e sarebbe
andato da Joseph, ma se non avessi risposto mi avrebbero fatto cose
molto peggiori del semplice picchiare.
Poi mi ricordai
della promessa fatta a Evaline per ripagare le vite che erano morte
per colpa mia. Tirai uno schiaffo al ragazzo che lasciò andare il
mio viso. - Se vuoi una risposta almeno abbi la decenza di
specificare chi cerchi. - ringhiai.
Gli amici del
ragazzo si ammutolirono. Lui invece si stava massaggiando la guancia.
- Mi hai schiaffeggiato? - mi guardò in modo truce.
- E allora? Sei
tu il primo ad esserti comportato da cafone. - gli risposi.
Lui continuò a
fissarmi infuriato. - Ho capito - guardo i suoi amici che si rimisero
a ridere. - Sei una piccola selvaggia che ha bisogno di essere domata
come si deve. - E rise anche lui.
Con uno scatto
mi spinse a terra, poi i suoi tre amici mi bloccarono gambe e braccia
mente lui cominciava a slacciarsi i pantaloni. Io provai a scalciare
e urlare ma uno dei suoi amici mi mise una mano sulla bocca per
zittirmi. Il ragazzo si chinò sopra di me ridendo eccitato. Avevo
così tanta paura che mi misi a tremare e piangere.
Improvvisamente
un botto assordante fece trasalire e immobilizzare i miei aggressori,
poi alzarono le mani e si alzarono in piedi. Approfittai del momento
per sgusciare verso casa e mi fermai davanti la porta. Quando mi
girai per vedere cosa stava succedendo vidi Joseph con in mano il
fucile che aveva portato a casa giorni prima.
Joseph si
frappose tra me e loro. - Cosa credevate di fare? - gli chiese.
Il ragazzo
aveva ancora i pantaloni abbassati. - Volevamo solo divertirci con
una verginella scozzese, farla diventare una donna. - rise. Sembrava
non capire che era in una situazione di svantaggio.
Joseph sbuffò
nervoso. - Guarda che ho altri sei colpi nel caricatore
- E quindi? -
ribadì il ragazzo.
- Quindi, sai
cosa ho fatto qualche giorno fa al cantiere e sai che non scherzo.
Vattene dalla mia proprietà e non tornare mai più. - gli rispose
Joseph.
- E se tornassi
per divertirmi ancora? - continuò il ragazzo.
Joseph fece
scattare una leva del fucile, sembrava saperne molto di armi. - Vi
ammazzo, uno alla volta! - Era serio e infuriato.
Il ragazzo
cambiò espressione e rimase in silenzio, poi si alzò i pantaloni e
con le mani alzate indietreggiò lentamente verso la strada sterrata
assieme ai suoi compagni.
Io mi guardai
le mani, stavo ancora tremando.
Joseph mi venne
incontro. - Come ti senti? Sei ferita? - Anche la sua voce era
incerta, sembrava avesse paura di parlarmi.
Io sussultai e
lo fissai per qualche secondo, poi gli corsi incontro e mi gettai al
suo collo scoppiando in lacrime. Avevo capito sulla mia pelle quanto
brutale poteva essere quel periodo storico, e che dovevo stare
attenta a come mi comportavo con certi individui e che dovevo
imparare a difendermi.
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