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mercoledì 28 giugno 2017

[Oneshot] Episodio 13




3 Luglio 1967


Eravamo sconvolti dalla perdita, Mei si era gradualmente allontanato dal gruppo. Capivo quello che provava, avevo gli incubi per quello che era successo ma sapevo che era solo paura di perdere il mio Joseph. Un anno dopo io e mio marito avevamo fatto pace, dopotutto la colpa non era di nessuno dei due.
Il secondo anno dalla morte di Akemi il padre di Samari rimase ucciso durante lo scontro con una giovane Strega Oplita e il posto di Reggente era rimasto vuoto. Come tempo addietro, per risolvere quella questione doveva essere eletto un nuovo Reggente o ci sarebbe stata una carneficina. Il problema era che l'unica che poteva rivendicare quella carica era proprio Samari.
Ci serviva il gruppo al completo per evocare il timore per le Leggende di New Orleans quindi andai a trovare Mei. Sapevo dove trovarlo perché amava profondamente Akemi.
- Ciao Mei. - dissi avvicinandomi a lui. Come previsto era davanti la lapide di sua moglie.
Lui sogghigno irritato. - Non sono stato chiaro due anni fa quando vi ho detto che non volevo avere più niente a che fare con voi?
- Sei stato cristallino, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto. non te lo chiederei se non fosse davvero necessario. - gli risposi con tutta la sincerità che riuscivo a trasmettergli.
- E di cosa si tratterebbe esattamente? - continuò a chiedermi lui.
- Il padre di Samari è morto in uno scontro. Il ruolo di Reggente è vacante e... - provai a spiegargli ma lui si mise a ridere interrompendomi.
- E se non interviene qualcuno molte persone moriranno. Sai quanto me ne frega. E poi come diavolo ha fatto il vecchio a farsi ammazzare con il potere di quattro congreghe? Doveva essere davvero stupido, no? - disse Mei con il suo solito sarcasmo nero, poi si girò e fece per andarsene dicendo: - Non mi interessa. Sbrigatevela da soli, io ho chiuso con questa merda.
Non poteva andarsene così quindi feci quello che avevo promesso di non fare mai. - A molti anni da ora incontrerai una Legionaria dagli occhi viola che avrà bisogno del tuo aiuto.
Mei se fermò. - E con questo? - chiese con la voce tremante.
- Lei ucciderà Lohn con la Honjo Masamune di Akemi. - gli rivelai. Lo avevo saputo dopo il funerale di Mei da Tiffany mentre mi raccontava le avventure che avevano vissuto col vecchietto.
Lui si girò e mi fissò turbato. - A parte il fatto che le Legionarie sono estinte da secoli ma come fai a sapere che la katana di Akemi...? - provò a chiedere ma io semplicemente gli sorrisi. - Lasciamo perdere. Hai vinto, ma questa è l'ultima volta. Dopo di che voglio essere lasciato in pace, d'accordo? - chiese infine.
- Affare fatto! - risposi con un po' di malinconia. Gli porsi la mano che lui strinse per suggellare il patto.
Usammo l'auto di Joseph per raggiungere il luogo dove si sarebbe svolto il rito: una parte del Bayou con un'isola di terra ferma circondata da palude e boscaglia incontaminate.
Samari riuscì a presentarsi in tempo e partecipare allo scontro come quinta combattente. Grazie alla nostra fama di Leggende eravamo riusciti a passare il blocco che avevano messo nell'unica strada che portava a quell'isoletta sperduta.
Quando cominciarono gli scontri, uno contro uno mortali, Samari sembrava in difficoltà perché non voleva uccidere il suo avversario. Però, appena capì che la stessa regola morale non valeva per l'altro partecipante si decise e gli spezzò il collo. Una luce brillò sul petto del perdente, Samari gli guardò tra i vestiti e strappò quella che sembrava una collanina. Lo stesso avevano fatto gli l'altro partecipante sopravvissuto allo scontro.
L'ultimo match fu un tutti contro tutti dove Samari era stata accerchiata dai suoi due avversari ma con l'astuzia che la contraddistingueva riuscì a ferire gravemente uno e finire l'altro, anche se a fatica. Prese un attimo di fiato e barcollando andò dal secondo che strisciava a terra con la gamba rotta. Lo girò a pancia in su, si inginocchiò sopra il petto e lo strangolò a morte. La prima parte del rito si concluse con la vittoria di Samari.
Samari ci venne incontro, il suo volto era un misto di gioia per essere sopravvissuta e la delusione per essere stata costretta ad uccidere tre persone. - Mi dispiace che abbiate assistito a una cosa così brutale... - ci disse affranta.
- Non preoccuparti, tutti noi abbiamo visto e fatto di peggio. - cercò di rassicurarla Joseph.
Lei fece un debole sorriso. - Hai ragione.
- Ma non pensare che tu non debba sentirti in colpa, delle vite sono state spezzate per rivendicare la tua vittoria e consegnarti il potere di Reggente. - fece un signore anziano dietro Samari.
Dietro quest'ultimo c'erano altri tre anziani con al collo i ciondoli dei perdenti illuminati di un colore bianco innaturale.
- Certo, sacerdote Saro. - si inchinò Samari.
- Ora vieni con noi, dobbiamo fare in fretta. - continuò Saro indicandole una grande tenda sul lato ovest dell'isoletta.
Samari ci salutò con un sorriso e seguì gli anziani ed entro nella tenda.
Io, Joseph e Mei restammo ad aspettare che uscisse. In quell'arco di tempo l'unica cosa che notai furono delle piccole luci simili a lucciole che si innalzavano come una colonna dal centro della tenda. In quel momento capii tutto: i ciondoli assorbivano la forza vitale dei perdenti al momento della morte per poi trasferire le loro capacità attraverso un rito simile alla diablerazione.
Samari uscì dalla tenda all'alba, era in piena forma ed era diventata ufficialmente la nuova Reggente. Questo implicava che non avrebbe più fatto parte attiva delle Leggende.



Per chi volesse contribuire in questo modo all'editing: Grazie mille.


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martedì 27 giugno 2017

Recensione del blog: Paper Soul



                                        Lonely Souls. Le streghe di New Orleans.
                                                                Andrea Romanato
                                                                  Self Publishing 
                                                                   Ebook: €2.99     
                                                               Cartaceo: €9,99
                                                            Uscita: 21 gennaio




Il protagonista è un ragazzo newyorchese, 
Erik Crane, che si ritrova mezzo morto dopo 
aver subito un'aggressione da parte di
alcuni individui nel tentativo di salvare una ragazza. 
Quest'ultima gli sussurra delle parole incomprensibili e 
lui sviene. Quando si risveglia 
si rende conto di essere nel corpo di una ragazza 
di nome Evaline e che si trova a New Orleans.


Un anno dopo, tornando a casa da lavoro, aiuta un'altra 
ragazza da un aggressore maniaco armato di machete. 
Quell'incontro e quella ragazza segneranno per 
sempre la vita di Erik, trascinato sempre di più 
nel mondo segreto 
delle streghe e delle loro sanguinose leggi.



Chi di noi non ha mai sognato di prendere una bacchetta
 e diventare improvvisamente Harry Potter? Bene, se anche voi, 
dopo essere passati attraverso gli scritti della Rowling o della 
Clare, eravate alla ricerca di un libro fantasy che vi appassionasse
 allo stesso modo, sappiate che la vostra ricerca
 é giunta al termine. 
Appassionante, scorrevole e a tratti esilarante, Lonely Souls é l'erede di
 molti successi degli ultimi anni. 
Io, personalmente, l'ho divorato, immedesimandomi in ognuno
 dei personaggi e, per la prima volta, sono riuscita a trovare 
un protagonista con la P maiuscola! 
Non sono una persona dai gusti facili, soprattutto se si tratta di
libri, ma questo ha centrato proprio il segno, portando una storia
nuova e mai vista, diversa dal solito.
Non siete ancora convinti? Okay, vi lascio un estratto che vi 
fará immediatamente cambiare idea.


"Lei è un'anima sola, che soffre, piange, si 
contorce dal desiderio di trovare un'altra anima da 
chiamare casa."
Quella frase fu per me un colpo allo stomaco
 devastante. Sentii un nodo alla gola, il fiato corto, 
e il cuore pesante.
Accostai la macchina, appoggiai la fronte sul volante e
 cominciai a piangere. Erano le stesse cose che pensavo 
io da quando ero bambino, volevo solo incontrare 
qualcuno che mi desse quella stessa 
sensazione.


5 stelle meritatissime a questo libro e, se non l'avete 
ancora comprato, che aspettate? Correte subito in libreria!



Dal blog: Paper Soul

mercoledì 21 giugno 2017

[Oneshot] Episodio 12




 3 Luglio 1965

Passammo i successivi quattro anni a cercare di smontare l'organizzazione di Ziegler pezzo dopo pezzo: tra bande e trafficanti avevamo mandato in carcere centinaia di malviventi. Era ormai alle strette e, grazie alle soffiate di persone che avevamo salvato, avevamo capito che aveva agganci con Chan Fung.
Scoprimmo subito dove si trovava la base di Chan Fung, un palazzo a sei piani, più lungo che alto con fronzoli in stile ottocentesco nella facciata esteriore. Appena entrati decine di uomini ci attaccarono con varie armi da corpo a corpo. Riuscimmo a fatica a sistemarli tutti, molti erano morti durante lo scontro, tutti gli altri feriti gravemente.
Aprimmo la prima porta a due ante sulla destra trovandoci davanti Juren, una delle guardie del corpo di Chan Fung e abilissima Strega Combattente.
- Li avete battuti tutti, notevole. - fece lui.
- Grazie. Un ottimo riscaldamento per affrontare meglio voi marionette di quel matusalemme di Chan Fung. - rispose Joseph.
- In ogni caso non andrete oltre. - ribatté Juren.
- Ma davvero volete proteggere un nazista? - gli chiesi ancora incredula.
- Io eseguo semplicemente gli ordini, il resto non mi interessa. - rispose Juren con la sua voce bassa e rauca.
Mei e Samari si guardarono. - Sei pronto vecchio mio? - chiese lei.
Mei le sorrise. - Sì, prontissimo! Voi tre, appena lo distraiamo, proseguite senza di noi. - ci ordinò infine. Era un pessimo piano, lo avevo già visto in passato con Evaline, ma dovevamo raggiungere Chan Fung prima che potesse scappare.
Mei e Samari si gettarono contro Juren con tutta la loro forza dandoci la possibilità di raggiungere la seconda porta ed entrare nella seconda stanza.
Shandian era davanti alla terza porta, la Strega Elementale non disse una parola. Senza indugiare Joseph e Akemi estrassero di nuovo le loro armi e attaccarono il maestro del tuono. I loro colpi erano ben coordinati ma dovetti aspettare qualche minuto per sfruttare il momento giusto. Quando Shandian si spostò dalla porta per evitare un affondo di Joseph, scattai e raggiunsi velocemente la porta ed infine la aprii.
Al di la della terza porta c'era Lohn, una Strega Combattente esperta di spade, con in mano le sue armi. Io impugnavo uno stocco e lo sapevo usare bene grazie alle continue lezioni di Akemi e Joseph. Non avevo tempo da perdere quindi lo attaccai cercando di colpirlo in punti vitali ma lui era evidentemente più forte e riuscì a parare tutti i miei colpi e a contrattaccare colpendomi con l'elsa di una delle spade. Io finii a terra tramortita ma ancora cosciente. Mi girava la testa ma riconobbi la figura dell'uomo che si avvicinava per darmi il colpo di grazia.
Mi dispiace Evaline, ho fatto quello che ho potuto, pensai rassegnata.
Lohn stava per trafiggermi al petto quando una donna irruppe nella stanza e lo attaccò. Lohn fece alcuni passi indietro per evitare il colpo. Akemi si mise in guardia frapponendosi tra me e l'uomo.
Io cominciai a strisciare per allontanarmi il più possibile, le mie scarse abilità sarebbero state d'intralcio alla mia amica. Notai anche che Akemi aveva il fiato corto ma riusciva comunque a mantenere una postura impeccabile.
- Pensi di potermi battere? - le chiese Lohn.
- Non lo so. La tua fama ti precede valoroso Lohn. - rispose Akemi, poi fece una pausa per prendere fiato e continuò. - Ma non lascerò che tu uccida la mia amica.
Lui si mise a ridere. - Bene, allora fatti avanti, spadaccina.
Akemi lo prese in parola e lo attaccò con colpi decisi e mirati. Questa volta, però, Lohn era preparato e parò contrattaccando con precisione quasi perfetta. Sembrava stesse giocando con la ragazza ma lei, appena prima di allontanarsi, riuscì a ferirlo a un braccio.
- A quanto pare sono abbastanza abile da ferirti. - rise Akemi.
Lohn si guardò la ferita. - Una piccola distrazione, non capiterà di nuovo. - Il suo viso si era arrossato dalla rabbia.
In quel momento entrarono anche Mei e Joseph seguiti a ruota da Samari che era ricoperta di polvere. Stavano per intervenire ma un'ondata di scariche elettriche li investì facendoli cadere a terra paralizzati.
Akemi provò a soccorrerli ma Lohn la blocco frapponendosi tra lei e loro.
- Levati di mezzo! - sbraitò la ragazza cercando invano di colpirlo.
Lohn fece finta di pensare. - No, non lo farò. - E parò facilmente il colpo laterale.
Akemi continuò ad attaccarlo con tecniche di spada giapponese perfette ma lui riusciva a parare ogni fendente con discreta semplicità. Non sembrava più divertito, anzi, stava aspettando l'occasione giusta per colpirla.
Akemi era riuscita a ferirlo sulla guancia e alla gamba ma l'uomo sembrava non risentirne, era come se non sentisse dolore.
Guardai verso il resto del gruppo ma erano ancora storditi ma Mei cercava di strisciare verso sua moglie.
Akemi si allontanò dal suo avversario e si mise subito in guardia, era madida di sudore e il suo respiro era più irregolare di prima.
- Sei stanca? Vuoi fare una pausa? - le chiese Lohn. - Non te l'hanno detto i tuoi maestri che in una battaglia non si fanno pause? - urlò l'uomo scattando in avanti provando a colpire la mia amica.
Akemi provò un affondo che arrivò a segno, il ventre di Lohn cominciò a perdere sangue e lui si fermò a guardarla. - Hai visto? Sono più forte di te, sommo Lohn. - gli ringhiò lei.
- Ho visto. Ma pensi davvero che questo possa uccidermi? - le chiese lui senza alcun cenno di dolore e avanzando sul filo della katana.
Poi sentii un gemito da parte di Akemi che rimase immobile per un istante, poi si piegò e cadde a terra. Il sangue sgorgava a fiotti dalla pancia di entrambi creando una pozzanghera rossa attorno alla ragazza.
Mei era in preda al panico e cercava frenetico di raggiungere Akemi. Io ero paralizzata dal terrore Joseph e Samari avevano il capo sul pavimento distrutti.
- Ora lascerete in pace il signor Ziegler, vero? - disse Lohn estraendo la Honjo Masamune dal suo stomaco come se niente fosse. - E se cercavate il nostro signore Chan Fung, non è mai stato qui. Era solo una piccola trappola per voi Leggende. - E lasciò cadere a terra la katana. Poi estrasse la spada dal corpo della mia amica e, assieme a Juren e Shandian, se ne andò ridendo.
Dopo alcuni minuti di silenzio Mei riuscì a raggiungere Akemi e provò a fermare in sangue senza successo. La disperazione che provava si tramutò in un urlo agghiacciante pieno di dolore e rassegnazione.
In quel momento compresi che la mia migliore amica non si sarebbe mai più alzata, capii che era morta. Quel giorno i cattivi avevano vinto mentre i buoni erano stati totalmente distrutti.



Per chi volesse contribuire in questo modo all'editing: Grazie mille.



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domenica 18 giugno 2017

Documento 2 - La tradizione dei Grimori

Ogni riferimento a luoghi, persone, o fatti realmente accaduti è puramente casuale e frutto dell'immaginazione dell'autore.




Centomila anni fa le streghe si insidiarono nei villaggi umani per diventarne i custodi spirituali. Fu in questo periodo che le Streghe impararono la scrittura, anche se molto rudimentale. La tradizione orale insegna che fu un titano a donare alle streghe il dono della scrittura millenni prima degli esseri umani. Questi manoscritti erano in realtà pieni di disegni, simboli e, molto spesso, tatuati sul corpo.Questo dono serviva a mantenere vivo il potere di ogni Strega e perpetrare la conoscenza nelle generazioni future. Presto però cominciarono le faide tra villaggi e tra Streghe per impossessarsi di maggiore conoscenza attraverso i testi altrui. Molto spesso interi villaggi e popolazioni venivano decimate per questo motivo. 
Molte guerre si susseguirono per accrescere tale potere costringendo, poco alla volta, le Streghe a nascondersi dagli esseri umani. Alcune divennero sciamani altri guaritori e profeti, ed infine certe diventarono la personificazione vivente degli Dei pagani data la loro immensa potenza.
Durante l'era egizia le streghe cominciano a scrivere le loro conoscenze nei così detti papiri magici come il libro dei morti.
Al tempo delle crociate le Streghe furono considerate eretiche e quindi segretamente perseguitate. Fu con l'avvento degli Inquisitori che i grimori diventarono indispensabili, poiché assicuravano la possibilità di tramandare il proprio sapere in caso di morte prematura. Le Streghe avevano sfiorato l'estinzione.
Con il rinascimento, invece, la pratica del grimorio fu adottata come pratica comune e da quel momento ogni strega ora ha almeno un grimorio a cui affidarsi.



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mercoledì 14 giugno 2017

[Oneshot] Episodio 11





15 Settembre 1961

Erano passati anni da quella prima notte assieme e molte cose erano cambiate. Io e Joseph ci eravamo sposati due mesi dopo ma col tempo il nostro rapporto si era incrinato parecchio. Stavamo ancora assieme ma ci stavamo lentamente allontanando l'uno dall'altra.
Come gruppo, invece, assieme a Mei, Akemi e Samari, eravamo ancora uniti. Le Leggende erano diventate presto gli eroi della città di quel tempo. Rapimenti, congreghe che superavano il limite, sacrifici di persone innocenti, tutte situazioni che noi Leggende avevamo gestito al meglio.
Il Gran Circolo ci lasciava in pace perché non intralciavamo mai gli interessi di Era, anzi era incuriosita da noi. Un giorno l'avevamo incrociata assieme alla sua congrega e aveva espresso la sua curiosità con la frase: - Cinque streghe che collaborano senza essere una congrega. Seguirò le vostre avventure per vedere fino a quanto riuscirete a resistere. - Inutile dire che ci stava prendendo in giro e che la ritenevo una vera stronza.
Quando vidi Valentine mi si fermò il cuore, sembrava una persona soggiogata a Era, senza speranza e sempre triste. Feci semplicemente finta di non conoscerla.
Era la metà settembre del 61 e i nostri informatori ci avevano avvertiti che in un magazzino sul lago Pontchartrai smerciava armi per le bande cittadine ma soprattutto per gli Inquisitori irregolari, persone che si dilettavano a uccidere streghe al soldo dei Vescovi.
Arrivammo di sera per evitare di essere scoperti, le luci erano state fulminate in precedenza da Samari che era rimasta indietro per la fuga, Mei e Akemi erano i pali e Joseph mi stava accanto mentre io cercavo di scassinare la serratura.
- Ti vuoi muovere? - mi fece Akemi
- Sto facendo più in fretta che posso. - risposi mentre cercavo di far scattare l'ultimo perno col grimaldello.
Joseph si appoggiò sullo stipite della porta. - Ma non avevi detto che una tua amica te lo aveva insegnato?
- Sì, è così. Ma, sai, sono passati quattordici anni dall'ultima volta che l'ho fatto. - gli ringhiai addosso. Odiavo il suo atteggiamento, come se quella cosa fosse stata colpa mia. Subito dopo riuscii ad aprire la porta, mi girai e feci un sorrisetto sardonico a mio marito.
Entrammo nello stabile, il magazzino era pieno di casse militari e altri pacchi, fortunatamente era tutto buio e non c'erano guardie in circolazione. Mei e Akemi aprirono le casse confermando i nostri sospetti: all'interno c'erano fucili da cecchino, mitragliette, pistole, i proiettili e altra attrezzatura militare.
Forse erano destinati ai marine in Vietnam, pensai costatando la potenza di fuoco depositata in quel posto.
Vidi Joseph entrare nell'ufficio dello stabile e accendere le luci delle lampade sulle scrivanie. Io lo raggiunsi e cominciammo a rovistare alla ricerca di prove. Forzammo le serrature e aprimmo i cassetti di tutte le scrivanie fino a trovare una cassaforte dietro a un quadro. In realtà era piuttosto palese che ci fosse nascosto qualcosa, un enorme quadro in mezzo a dozzine di ritagli di donne nude spiccava parecchio.
Feci molta più fatica ad aprire la cassaforte, le tentai tutte finché Joseph non mi mostrò un biglietto con scritto cinque cifre.
Baciai Joseph. Che idioti, non sanno che non si deve lasciare la combinazione in bella vista?, pensai mentre la aprivo.
All'interno c'era solo un quaderno con la copertina nera e in nastro dello stesso colore a chiuderlo. Lo aprii e all'interno c'erano i conti e le cifre riscosse ai relativi acquirenti, erano tutti nominati tranne uno che veniva identificato con una macchia nera.
- Che cos'è? - chiese Joseph.
Lo guardai negli occhi. - È un libro nero. Conti, soldi e nomi di una organizzazione illegale sono scritti tutti qui dentro. - gli spiegai.
- Come un grimorio. - sbottò lui.
- Esatto. - gli sorrisi.
Chiusi il quaderno e tornammo da Mei e Akemi. Con quel quaderno avremmo potuto debellare il traffico di armi alla radice.
- Io ho preso questo. - feci soddisfatta mostrando il quaderno.
- Noi invece abbiamo lasciato un regalino ai proprietari di questo posto. Meglio andarcene ora, prima che vada tutto a fuoco. - rispose Mei aprendo la porta sul retro.
Una volta all'esterno e raggiunta la ringhiera mi girai notando le fiamme che uscivano dalle finestre più alte. Mi affrettai a scavalcare la recinzione e mi allontanai ulteriormente, quel posto era pieno di esplosivo e sarebbe saltato in aria in pochi istanti.
Dieci secondi dopo arrivò Samari a bordo del nuovo furgone di Mei. Salimmo e ce ne andammo appena prima che il magazzino saltasse in aria.
Passai altri due giorni a studiare minuziosamente il libro nero usando il metodo “Stilinski”: collegare tra loro fili colorati per trovare il perno centrale dell'organizzazione, il muro del nostro soggiorno era pieno di ritagli di giornale, appunti, e fili.
Alla fine capii che tutti i fondi da parte di terzi andavano tutti alla misteriosa macchia nera passando per tre affiliate alla Solar Grup.
Il giorno dopo andammo tutti alla sede della Solar Grup, entrando notammo che i maschi erano vestiti in giacca e cravatta e le donne con camicia bianca e gonna lunga, c'erano tutti i toni di grigio possibili. Quando mostrai il libro nero alla segretaria ci fece salire fino al quarto piano dove ad attenderci in corridoio c'era un signore anziano, di corporatura esile con molte rughe e borse sotto agli occhi azzurri.
- Signor Ziegler, ecco i suoi ospiti. - fece la ragazza. Ziegler fece un cenno col capo e la segretaria se ne andò con la testa abbassata.
- Posso esservi utile? - chiese con evidente accento tedesco.
Akemi si fece avanti. - Volevamo discutere con lei di questo quaderno.
L'uomo fece una faccia stupita palesemente finta. - Non ho idea di cosa stiate parlando. Ma se non ve ne andate subito chiamerò la polizia. -
- D'accordo, e noi consegneremo questo agli sbirri. - ribatté Akemi.
Ziegler sbuffò, si girò e fece per entrare nel suo ufficio. Sapeva bene che per incriminarlo serviva molto di più di un quaderno con dei numeri. Per un attimo maledii quel periodo storico dove la parola “prova” era un optional per la polizia.
Quando aprì la porta notai, sopra un mobile, una statuetta in metallo raffigurante una svastica.
- Hail Hydra! - urlai. Era la prima cosa che mi era venuta in mente per attirare la sua attenzione.
Ziegler si fermo, si girò e ci guardò furente. - Come hai detto?
- Che c'è, non va più dentro a chiamare la polizia? Ma prima vorrei chiederle una cosa, secondo lei come reagiranno i poliziotti quando vedranno quella bella scultura nazista sul mobile in mogano? - chiesi sbeffeggiandolo.
- È solo un ricordo della guerra! - continuò a fissarmi l'uomo.
- Lei è un ex nazista, signor Ziegler? - chiese Samari disgustata.
Lui la fulminò con lo sguardo. - Sì, ero un nazista e ora sono a capo di questa azienda miliardaria. E tutto grazie alla Macchia Nera. - E infine si mise a ridere.
- Macchia Nera? - chiese Akemi.
- Una organizzazione mondiale segreta creata per governare il vostro mondo. - rispose inorgoglito.
- Sì, come no. Questo lo terremo noi. E stia tranquillo, signor Ziegler, torneremo e non saremo amichevoli come oggi. - fece Akemi e ci incamminammo verso le scale.
Lui sbuffò. - Cinque streghe inferiori che si mettono contro la razza eletta? Buona fortuna.
Io mi fermai, mi voltai e dissi: -Troveremo molte persone disposte ad appoggiarci. Dopotutto, si sa: tutti odiano i nazisti! - sorrisi. Il suo volto cambiò in una smorfia di rabbia. Mi girai di nuovo e mi affrettai per raggiungere gli altri.
Come sempre, appena si sconfigge un nemico ne spunta fuori un altro, stavolta era una agenzia miliardaria capeggiata da un vecchio nazista, la prossima poteva essere la stessa Macchia Nera o peggio.




Per chi volesse contribuire in questo modo all'editing: Grazie mille.



Libri Precedenti.

lunedì 12 giugno 2017

Recensione Del Blog: Il mio mondo di libri 75



Autore: Andrea Romanato
Numero pagine : 190
Prezzo: copert. Flessibile 9.99 ; Kindle 2.90

Genere: Fantasy                           
                                        
 Voto: 4.5                ( da 1 a 5 )

                                 SINOSSI

Il protagonista è un ragazzo newyorchese, Erik Crane, che si ritrova mezzo morto dopo aver subito un'aggressione da parte di alcuni individui nel tentativo di salvare una ragazza. Quest'ultima gli sussurra delle parole incomprensibili e lui sviene. Quando si risveglia si rende conto di essere nel corpo di una ragazza di nome Evaline e che si trova a New Orleans.
Un anno dopo, tornando a casa da lavoro, aiuta un'altra ragazza da un aggressore maniaco armato di machete. Quell'incontro e quella ragazza segneranno per sempre la vita di Erik, trascinato sempre di più nel mondo segreto delle streghe e delle loro sanguinose leggi.


                            RECENSIONE:
E’ trascorso un anno da quella fatidica notte da quando gli agenti ritrovarono il corpo di Erick abbandonato in un vicolo anonimo del Bronx massacrato da quattro malviventi. Ma Erick non è morto; si è risvegliato in un letto d’ospedale dopo un lungo periodo di coma profondo, con il nome di Evaline Deraneau. Un corpo nuovo, quello della ragazza che ha tentato di salvare ma che alla fine ha salvato lui; e una coscienza sempre la sua, sempre la stessa, quella di Erick. Una condizione che non ha mai accettato; ritrovarsi in un corpo da donna e incominciare una nuova vita in un’altra città con nuovi genitori. Pian piano inizia a vivere la sua nuova vita finchè un giorno si ripresenta la stessa situazione: un’altra ragazza da aiutare e salvare da un maniaco. A quel punto tutto viene a galla , tutto diventa chiaro e limpido e scopre la sua vera natura. Erick o Evaline sono streghe con varie categorie: Guardiano, Legionaria e Matriarca. Il mix delle varie categorie, rende Erick la strega più pericolosa del mondo, una strega senza limiti. Questa rivelazione se da un lato esalta il suo super io, dall'altro lo turba.
Erick ed Eveline convivono insieme nello stesso corpo e nella stessa mente ed insieme combattono per distruggere il male rappresentato dalle streghe nere che vogliono il potere supremo e l’immortalità. 
Lungo il suo percorso, Erick incontra altre streghe buone come Tiffany, Jolene, Francis e Kaileena con cui forma la sua congrega, il suo branco, la sua famiglia. Quella famiglia in realtà mai avuta come Erick e mai accettata come Evaline. Anche se non mancano i tradimenti da parte di streghe che lui considerava amiche e compagne di viaggio. 
Dopo una lunga e sanguinosa battaglia, sembra aver raggiunto il suo obiettivo ossia liberare il mondo dalle streghe “marce”. Ma nulla è decisivo…

                    Approfondimento

E’ la prima volta che mi accingo a leggere un libro fantasy, in quanto i miei gusti letterari vertono su altre direzioni. Ma da buona lettrice, mi sono “avventurata” in questa nuova avventura, scusate il giro di parole.
Avventura nel vero senso della parola. Mi sono trasportata in un mondo fantastico che sognavo da bambina, quel mondo in cui il bene vince il male, quel mondo di streghe buone e di streghe cattive. Ho tifato per Erick-Evaline affinchè sconfiggessero il male. Non pensavo che un libro fantasy avrebbe potuto mai attirare tanta mia attenzione.

La bravura dell’autore, Andrea Romanato è stata quella di ambientare la storia in luoghi reali nella grande New Orleans non in mondi fantastici e irreali come spesso accade nei libri fantasy; inoltre ha toccato una tematica delicata e importante come il risveglio da un coma (tematica difficile da affrontare che ancora oggi fa discutere scienziati e non),e il problema della reincarnazione, ossia rivivere in corpi diversi e in forme diverse dopo la morte ( tematica considerata eretica dal mondo cattolico) con una grande leggerezza e spontaneità.

Il libro mi ha colpito e sono soddisfatta di averlo letto. Tempo fa, l’autore mi chiese di leggere e recensire entrambi i suoi libri; la mia risposta fu di aspettare che leggessi il primo per avere le mie impressioni. Ora posso dare la mia risposta positiva:
” Certo Andrea, leggerò anche il secondo libro”.

                EMANUELA CASSONE
La saga Lonely Souls continua con il libro
 "La guerra occulta delle streghe"

domenica 11 giugno 2017

Documento 1 - La storia della Honjo Masamune

Ogni riferimento a luoghi, persone, o fatti realmente accaduti è puramente casuale e frutto dell'immaginazione dell'autore.



La storia della Honjo Masamune
Circa centomila anni fa un meteorite si schiantò sull'attuale isola di Hokkaido ma quell'evento nessuno ne ebbe ricordo, perché nessuno lo aveva visto. Con il passare dei millenni il cratere si trasformò in una grotta a ridosso di una scogliera.
Un giorno, durante una sanguinosa battaglia, un guerriero di fanteria sopravvissuto al primo scontro si ritrovò costretto a nascondersi in una grotta vicino al campo di battaglia. Restò lì dentro per due notti e tre giorni, e alla fine del terzo scorse una spaccatura sul fondo. Provò a infilarci il braccio notando qualcosa di cilindrico all'interno. Il guerriero, con molta fatica, riuscì a disincastrare l'oggetto misterioso dalla roccia che lo proteggeva. Quando aprì il cilindro, dentro ci trovò un corpo mummificato e una spada con il fodero e l'impugnatura bianchi.
Rallegrato di quella scoperta, il guerriero uscì dal suo nascondiglio e, aspettando il momento opportuno, attaccò l'esercito nemico alle spalle con la sua nuova arma. Metà delle vittime di quella battaglia furono per mano del guerriero. Come ricompensa per tale atto di prodezza e coraggio il suo signore lo promosse a comandante. Successivamente la vita del guerriero passò in relativa pace e diede in eredità la spada al figlio Gisagi.
Gisagi durante l'addestramento per diventare guerriero si specializzò nell'arte di maneggiare quel tipo di arma. Ci vollero anni ma alla fine diventò un vero esperto, tanto da diventare il più forte guerriero di tutte le province limitrofe.
Molti secoli dopo, un fabbro di nome Okazaki Masamune raggirò il discendente diretto di Gisagi sottraendogli la preziosa spada. Masamune si fregiò del nome di forgiatore di quell'arma e provò a copiarne le caratteristiche, resistenza e leggerezza superiori al normale, ma non ci riuscì mai.
Nonostante il fallimento nel copiare quella spada, Masamune riuscì col suo impegno a creare spade di ottima, se non eccelsa, fattura diventando il più famoso e leggendario tra i forgiatori di spade di tutti i tempi.
Altri secoli passarono e la spada passò di mano in mano fino a un guerriero di nome Umanosuke che attaccò un generale di nome Honjo Shigenaga e riuscì a spaccargli in due l'elmo. Purtroppo per Umanosuke il suo avversario reagì e lo uccise prendendo come premio la spada che da quel momento prese il nome di Honjo Masamune.
La spada fu donata a un mercante per tre monete d'oro e finì nelle mani degli antenati di Tokugawa Iemasa. Quest'ultimo, dopo la Seconda Guerra Mondiale, mandò in America la sua amica Michiko Umezawa, assieme alla Honjo Masamune.
Anni dopo venne consegnata alla figlia Akemi Umezawa e, dopo la sua morte, Mei Song regalò la Honjo Masamune a Evaline Deraneau.



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mercoledì 7 giugno 2017

[Oneshot] Episodio 10








 30 Ottobre 1956


Dopo l'arresto di Samari, io e Joseph iniziammo a cercare informazioni sul Reggente ma per mesi trovammo solo buchi nell'acqua. Non un indizio o piste da seguire. Ci decidemmo a fare squadra con Akemi e Mei che nel frattempo si erano sposati. Proposero di far evadere l'unica persona che poteva dirci qualcosa: Samari. Io ero contraria mentre Joseph sembrava d'accordo con loro.
Dopo altre settimane di attenta pianificazione riuscimmo a farla evadere dalla prigione di Angola. Non era stato facile, le guardie erano armate fino ai denti e in un paio di occasioni avevamo rischiato di essere presi.
Per ringraziarci Samari disse tutto ciò che sapeva sul Reggente: era a capo di sei congreghe minori situate nel Bayou. Veniva eletto tramite un rituale sanguinoso tra altri cinque contendenti, chi rimaneva vivo era di diritto il Reggente e i perdenti diventavano cibo per alligatori. Dopo doveva sottoporsi al rito di unione: in pratica assorbiva le capacità naturali delle congreghe che comandava.
Passammo altri mesi a lottare con le sei congreghe della coalizione, alcuni scontri furono così sanguinosi che due congreghe furono sterminate del tutto poiché non volevano arrendersi. Alla fine arrivammo al Reggente, Kabunti lo zio di secondo grado di Samari. Possedeva solo quattro delle sei capacità visto che due congreghe non esistevano più e, dopo uno scontro violento, riuscimmo a ucciderlo grazie all'intervento di Samari che per poco non perse un braccio nel tentativo di pugnalarlo.
Allo zio di Samari subentrò il padre per evitare ulteriori carneficine tra le quattro congreghe promettendoci di essere un capo giusto e pacifico. Noi fummo insigniti del soprannome di Leggende poiché in cinque eravamo riusciti dove tutti avevano fallito.
Il giorno dopo, io, Joseph, Akemi e Mei ci ritrovammo in un pub del Quartiere Francese per festeggiare la nostra grande vittoria assieme ad Halloween.
- Ecco i sbarbatelli! - ci salutò Mei con un boccale di birra alzato in nostra direzione.
- Buonasera anche a te. - sorrisi. Lui fece un verso rauco in risposta.
- Che cos'ha? - chiesi ad Akemi.
Lei si mise una mao sulla pancia. - Non si può avere tutto nella vita. - mi sorrise tristemente.
Sgranai gli occhi. - Oh, mio Dio, mi dispiace tanto. Come?
- La battaglia, quando mi ha colpita alla pancia e mi ha fatta volare sulla parete... - rispose Akemi abbassando lo sguardo.
Mei abbracciò Akemi da dietro. - E tu? Quando hai intenzione di diventare donna, eh?
- Perché sei sempre così stronzo? - fece Joseph in mia difesa.
- Perché sei sempre cosi cagasotto quando si tratta di donne? Non sarai finocchio spero. - si mise a ridere Mei.
Joseph fece per picchiare Mei ma lo femai. Sapevo che era il dolore per la perdita a parlare e non il vero Mei.
Akemi diede a Mei una pacca sullo stomaco. - Smettila. - gli chiese.
- Scusa... - rispose e la baciò. Poi si girò verso il bancone e continuò a bere.
Quel gesto mi fece arrossire ma all'inizio non capii il perché o forse non volevo capire. Per evitare altri incidenti portai Joseph in mezzo alla pista da ballo, sfortunatamente davano una canzone lenta. Oddio, davvero? Come nei film adolescenziali? Odio i film adolescenziali. Ridatemi il jazz del 2016, pensai mentre le coppie cominciavano ad abbracciarsi.
- Ehm... vuoi...? - mi fece Joseph imbarazzato.
Io sbuffai e gli avvolsi le braccia al collo. Lui mi prese per i fianchi e cominciammo a ballare. Dopo un paio di minuti lo guardai negli occhi. - Che c'è? - gli chiesi.
- Niente. - mi fece abbassando lo sguardo, poi però cambiò espressione e diventò serio. - Anzi, una cosa c'è. Tess, sei il più bel miracolo che mi sia capitato.
Io arrossii, il cuore mi palpitava all'impazzata. - Davvero?
- Sì, tu mi hai salvato, Tess. Mi hai salvato da me stesso e per questo ti ringrazio. - continuò lui.
Mi accarezzai i capelli e mi schiarii la voce. - Di nulla... tu hai salvato me...
In quel momento, mentre ammiravo i suoi occhi azzurri capii che provavo sentimenti per quel ragazzo. Dopo aver affrontato molte sfide e litigi finalmente avevo capito. Amavo Joseph con tutta me stessa.
- C'è anche dell'altro. Da quando te ne sei andata da casa nostra ho pensato a te in modo diverso. Ho cominciato a vederti come donna e ho capito che non voglio più lasciarti... - provò a spiegare ma non riuscì a finire la frase perché lo baciai. Un bacio intenso ma anche delicato.
Era da anni che desideravo farlo, che volevo assaporare quelle labbra, solo che non me ne ero mai resa conto. Quel bacio era stata una liberazione, tutta la tensione accumulata in quegli anni di convivenza era scivolata via da entrambi.
Dopo il ballo tornammo dagli altri e festeggiammo fino a tarda notte, per quanto ci fosse possibile.
Quando io e Joseph tornammo a casa lui mi fermò e cominciò a baciarmi sulla soglia d'entrata. Poi mi spinse con delicatezza verso la camera da letto palpeggiandomi delicatamente il seno. Io accesi la luce e chiusi la porta della stanza.
Joseph, in preda al desiderio non riusciva a fermarsi dal baciarmi toccarmi e stringermi a se, faticai non poco a slacciarmi il reggiseno. Arrivati al letto mi misi in ginocchio al centro del materasso e cominciai a spogliarmi. Lui fece lo stesso e in un attimo eravamo entrambi in mutande l'uno davanti all'altra. Io lo baciai di nuovo e avvicinandomi sentii il suo pene turgido all'altezza della vagina ma non mi dava fastidio, anzi era molto dolce.
Joseph mi spinse con delicatezza in modo da starmi sopra, mi levò le mutandine e io lo stimolai ulteriormente, volevo toccarlo. Lo baciai sulla bocca mentre lui massaggiava e sfiorava il mio seno.
- È bellissimo poterti toccare in questo modo. - mi disse con in lieve tremolio nella voce.
- È bellissimo essere toccata da te in questo modo. - gli accarezzai i capelli eccitata.
Dopo altre coccole lo spinsi di lato e mi misi a cavalcioni su di lui che in risposta mi accarezzò il viso e le labbra. Io gli leccai le dita quando le portò di nuovo vicino alle labbra. Ero ufficialmente bagnata. Con delicatezza afferrai il suo pene e lasciai che entrasse. Da subito sentii l'eccitazione aumentare mentre andavo avanti e indietro col bacino. Non ricordo come ma arrivammo a un punto in cui dovetti appoggiarmi alla testiera del letto per andare più veloce e per spingere più forte che potevo. Entrambi stavamo ansimando e godendo della passione che provavamo l'una per l'altro.
Stavamo urlando da un po' quando raggiunsi l'orgasmo assieme a Joseph che venne dentro di me, ma non mi importava perché amavo alla follia quel ragazzo dal primo momento che lo avevo visto.
Mi sdraiai di lato avevamo il fiatone ed entrambi ci mettemmo a ridere come scemi. Eravamo felici. Avevamo fatto l'amore e non riuscivamo a fare altro. Quella era stata la notte più bella della mia gioventù.


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