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mercoledì 21 giugno 2017

[Oneshot] Episodio 12




 3 Luglio 1965

Passammo i successivi quattro anni a cercare di smontare l'organizzazione di Ziegler pezzo dopo pezzo: tra bande e trafficanti avevamo mandato in carcere centinaia di malviventi. Era ormai alle strette e, grazie alle soffiate di persone che avevamo salvato, avevamo capito che aveva agganci con Chan Fung.
Scoprimmo subito dove si trovava la base di Chan Fung, un palazzo a sei piani, più lungo che alto con fronzoli in stile ottocentesco nella facciata esteriore. Appena entrati decine di uomini ci attaccarono con varie armi da corpo a corpo. Riuscimmo a fatica a sistemarli tutti, molti erano morti durante lo scontro, tutti gli altri feriti gravemente.
Aprimmo la prima porta a due ante sulla destra trovandoci davanti Juren, una delle guardie del corpo di Chan Fung e abilissima Strega Combattente.
- Li avete battuti tutti, notevole. - fece lui.
- Grazie. Un ottimo riscaldamento per affrontare meglio voi marionette di quel matusalemme di Chan Fung. - rispose Joseph.
- In ogni caso non andrete oltre. - ribatté Juren.
- Ma davvero volete proteggere un nazista? - gli chiesi ancora incredula.
- Io eseguo semplicemente gli ordini, il resto non mi interessa. - rispose Juren con la sua voce bassa e rauca.
Mei e Samari si guardarono. - Sei pronto vecchio mio? - chiese lei.
Mei le sorrise. - Sì, prontissimo! Voi tre, appena lo distraiamo, proseguite senza di noi. - ci ordinò infine. Era un pessimo piano, lo avevo già visto in passato con Evaline, ma dovevamo raggiungere Chan Fung prima che potesse scappare.
Mei e Samari si gettarono contro Juren con tutta la loro forza dandoci la possibilità di raggiungere la seconda porta ed entrare nella seconda stanza.
Shandian era davanti alla terza porta, la Strega Elementale non disse una parola. Senza indugiare Joseph e Akemi estrassero di nuovo le loro armi e attaccarono il maestro del tuono. I loro colpi erano ben coordinati ma dovetti aspettare qualche minuto per sfruttare il momento giusto. Quando Shandian si spostò dalla porta per evitare un affondo di Joseph, scattai e raggiunsi velocemente la porta ed infine la aprii.
Al di la della terza porta c'era Lohn, una Strega Combattente esperta di spade, con in mano le sue armi. Io impugnavo uno stocco e lo sapevo usare bene grazie alle continue lezioni di Akemi e Joseph. Non avevo tempo da perdere quindi lo attaccai cercando di colpirlo in punti vitali ma lui era evidentemente più forte e riuscì a parare tutti i miei colpi e a contrattaccare colpendomi con l'elsa di una delle spade. Io finii a terra tramortita ma ancora cosciente. Mi girava la testa ma riconobbi la figura dell'uomo che si avvicinava per darmi il colpo di grazia.
Mi dispiace Evaline, ho fatto quello che ho potuto, pensai rassegnata.
Lohn stava per trafiggermi al petto quando una donna irruppe nella stanza e lo attaccò. Lohn fece alcuni passi indietro per evitare il colpo. Akemi si mise in guardia frapponendosi tra me e l'uomo.
Io cominciai a strisciare per allontanarmi il più possibile, le mie scarse abilità sarebbero state d'intralcio alla mia amica. Notai anche che Akemi aveva il fiato corto ma riusciva comunque a mantenere una postura impeccabile.
- Pensi di potermi battere? - le chiese Lohn.
- Non lo so. La tua fama ti precede valoroso Lohn. - rispose Akemi, poi fece una pausa per prendere fiato e continuò. - Ma non lascerò che tu uccida la mia amica.
Lui si mise a ridere. - Bene, allora fatti avanti, spadaccina.
Akemi lo prese in parola e lo attaccò con colpi decisi e mirati. Questa volta, però, Lohn era preparato e parò contrattaccando con precisione quasi perfetta. Sembrava stesse giocando con la ragazza ma lei, appena prima di allontanarsi, riuscì a ferirlo a un braccio.
- A quanto pare sono abbastanza abile da ferirti. - rise Akemi.
Lohn si guardò la ferita. - Una piccola distrazione, non capiterà di nuovo. - Il suo viso si era arrossato dalla rabbia.
In quel momento entrarono anche Mei e Joseph seguiti a ruota da Samari che era ricoperta di polvere. Stavano per intervenire ma un'ondata di scariche elettriche li investì facendoli cadere a terra paralizzati.
Akemi provò a soccorrerli ma Lohn la blocco frapponendosi tra lei e loro.
- Levati di mezzo! - sbraitò la ragazza cercando invano di colpirlo.
Lohn fece finta di pensare. - No, non lo farò. - E parò facilmente il colpo laterale.
Akemi continuò ad attaccarlo con tecniche di spada giapponese perfette ma lui riusciva a parare ogni fendente con discreta semplicità. Non sembrava più divertito, anzi, stava aspettando l'occasione giusta per colpirla.
Akemi era riuscita a ferirlo sulla guancia e alla gamba ma l'uomo sembrava non risentirne, era come se non sentisse dolore.
Guardai verso il resto del gruppo ma erano ancora storditi ma Mei cercava di strisciare verso sua moglie.
Akemi si allontanò dal suo avversario e si mise subito in guardia, era madida di sudore e il suo respiro era più irregolare di prima.
- Sei stanca? Vuoi fare una pausa? - le chiese Lohn. - Non te l'hanno detto i tuoi maestri che in una battaglia non si fanno pause? - urlò l'uomo scattando in avanti provando a colpire la mia amica.
Akemi provò un affondo che arrivò a segno, il ventre di Lohn cominciò a perdere sangue e lui si fermò a guardarla. - Hai visto? Sono più forte di te, sommo Lohn. - gli ringhiò lei.
- Ho visto. Ma pensi davvero che questo possa uccidermi? - le chiese lui senza alcun cenno di dolore e avanzando sul filo della katana.
Poi sentii un gemito da parte di Akemi che rimase immobile per un istante, poi si piegò e cadde a terra. Il sangue sgorgava a fiotti dalla pancia di entrambi creando una pozzanghera rossa attorno alla ragazza.
Mei era in preda al panico e cercava frenetico di raggiungere Akemi. Io ero paralizzata dal terrore Joseph e Samari avevano il capo sul pavimento distrutti.
- Ora lascerete in pace il signor Ziegler, vero? - disse Lohn estraendo la Honjo Masamune dal suo stomaco come se niente fosse. - E se cercavate il nostro signore Chan Fung, non è mai stato qui. Era solo una piccola trappola per voi Leggende. - E lasciò cadere a terra la katana. Poi estrasse la spada dal corpo della mia amica e, assieme a Juren e Shandian, se ne andò ridendo.
Dopo alcuni minuti di silenzio Mei riuscì a raggiungere Akemi e provò a fermare in sangue senza successo. La disperazione che provava si tramutò in un urlo agghiacciante pieno di dolore e rassegnazione.
In quel momento compresi che la mia migliore amica non si sarebbe mai più alzata, capii che era morta. Quel giorno i cattivi avevano vinto mentre i buoni erano stati totalmente distrutti.



Per chi volesse contribuire in questo modo all'editing: Grazie mille.



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