Corsi
giù per la collina e percorsi le vie della città verso il primo
Pilastro che avrei eliminato, lo stesso mostro che mi aveva ridotta
in fin di vita. Solo che questa volta sarebbe andata molto
diversamente.
Davanti
a me notai uno zombie camminare tranquillo, fruttai quell'occasione
per allenarmi. Lo presi a pugni fino a farlo sfiancare e alla fine
gli assorbii l'anima.
Strano,
mi sembra di essere più veloce della prima volta, pensai
osservandomi le mani.
Trovai
altri quattro zombie e li assorbii tutti, uno più velocemente
dell'altro. Con l'ultimo l'effetto fu quasi praticamente istantaneo.
Avevo
imparato a padroneggiare quel potere alla perfezione in soli sei
tentativi. In più mi sentivo sempre più forte ad ogni assorbimento.
Se andavo avanti così, sarei diventata abbastanza forte da
sconfiggere il mostro di cadaveri.
Altri
due zombie erano davanti a me, intenti a pattugliare una strada
distrutta e piena di detriti. Presi la rincorsa, usai una colonna
caduta come trampolino e saltai in mezzo a loro. A mezz'aria voltai
il busto, toccai ad entrambi il petto con le mani, gli assorbii
l'anima in volo e atterrai in modo da continuare a correre. I due
corpi caddero a terra inermi.
Incredibile,
riesco a fare quel tipo di evoluzioni con la massima tranquillità,
pensai esaltata. Era come se
le facessi da una vita.
Continuai
a correre fino a trovare una scala, salii i gradini ritrovandomi sui
tetti delle case.
Avanzai
di alcune centinaia di metri finché non incrociai due zombie armati
di archi e frecce. Cambiai velocemente direzione e continuai a
correre sperando di non venire colpita. A una cinquantina di metri
dalla mia posizione c'era un vicolo cieco che dava su una strada,
pensai di essere i trappola ma poi notai un piccolo portabandiera
sopra un tetto poco oltre il precipizio.
Aumentai
la velocità, seguita a ruota da due zombie armai di spada, una volta
arrivata al bordo del tetto feci un salto verso il tettuccio col
portabandiera e, usandolo come perno, riuscii ad andare verso
sinistra e atterrare sul tetto piano al di là della strada. Feci una
capriola e continuai a correre.
Arrivai
a una grata dove scesi di nuovo a terra. Ad aspettarmi c'era un altro
zombie ma per mia fortuna era di spalle, non veci fatica ad
assorbirlo.
Mi
sembrava di essere un supereroe dei fumetti che volteggiava sugli
edifici della città. Era davvero divertente e in più ero riuscita a
risparmiare tempo i quel modo.
Quando
entrai nella piazza notai che le pire erano diventate ormai cumuli di
cenere e il mostro era impegnato a lottare contro degli umani.
Déjà
vu, pensai ricordando la brutta esperienza vissuta.
Corsi
senza esitare verso il mostro e lo colpii con una spallata che lo
fece sbilanciare così tanto da ruzzolare a terra.
Sorrisi,
ero diventata più forte oltre che più agile.
L'entusiasmo
svanì quando guardai di lato dove c'erano i corpi martoriati di due
bambini e due donne, sangue e budella sparse ovunque. Il mostro li
aveva ridotti a un colabrodo in pochi secondi.
Mi
montò una furia incontenibile. Era la stessa sensazione di quando
Jaden era stato ucciso.
Quella
cosa non è viva, non ha mai avuto un'anima, ringhiai dentro di
me.
Mi
guardai meglio attorno per cercare un'arma e, ignorando le urla del
mostro, camminai verso il muretto contro cui mi aveva gettato. Il
mostro mi attaccò con la sua forza poderosa ma io sfruttai quella
stessa forza parando il colpo e facendomi arrivare a destinazione più
velocemente.
Al
di sopra del muretto c'erano delle grosse catene in ferro battuto
arrugginite, usando un po' più di forza le staccai dal loro
ancoraggio e cominciai a farle roteare sopra la testa.
Il
mostro ringhiò per l'ennesima volta e si scagliò contro di me, ma
lo colpii con una sferzata della catena. Il mio avversario rimase
stordito per il tempo necessario per salire sul muretto, prendere lo
slancio, saltare facendo un'acrobazia e salirgli sull'enorme testa
putrida.
Il
mostro si dimenò nel tentativo di disarcionarmi, ma io spezzai il
terzo braccio sulla schiena e avvolsi il suo collo con la catena.
-
Sarai anche molto forte, però sei dannatamente lento e stupido - gli
dissi mentre stringevo sempre di più il cappio improvvisato.
Lui
cercò di prendermi e di allentare la morsa invano.
Dopo
alcuni minuti di lotta si immobilizzò e io di risposta, con le
catene ancora in mano, scesi dalla schiena in un modo cosi brusco che
gli sfilai la testa assieme alla spina dorsale dal corpo che cadde
inerme sulle ginocchia.
Oh,
no. Dovevo assorbirlo per tornare a casa, pensai maledicendomi
per la mia impulsività.
Per
sicurezza controllai se possedesse ancora la forza vitale e, per mia
fortuna, confermai che ne aveva ancora molta, anche se stava
rapidamente sparendo.
Gli
tornai davanti, gli toccai il petto e lo assorbii. Fu una sensazione
diversa dagli zombie, come se una scarica elettrica mi avesse pervaso
tutto il corpo.
In
quell'istante nel cielo si intravvide uno strano bagliore bianco,
come se la barriera avesse subito una specie di sovraccarico. Quando
avevo assorbito il Pilastro era cambiato qualcosa, solo che non
sapevo ancora se fosse un bene o un male.