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mercoledì 26 aprile 2017

[Oneshot] Episodio 4








7 Luglio 1948
Era passato più di un anno da quando avevo incontrato Joseph e dal mio arrivo in questa epoca. Avevo imparato a conoscerlo, era gentile e premuroso. Si cacciava spesso nei guai ma riusciva sempre misteriosamente a cavarsela. Molto spesso si trattava di rubare cibo o vestiti ai paesi vicini, ma mai nulla di veramente prezioso, diceva che il denaro era per gli stupidi che vogliono tutto senza sapere cosa farne. Era intelligente per non essere mai andato a scuola e scoprii che aveva tre anni più di me.
Avevo anche conosciuto l'epoca in cui vivevo, le donne erano trattate come dipendenti non pagate per stare a casa a fare le casalinghe. Avevano pochi diritti e molti doveri verso il marito e i figli. Una volta vidi il un bar un uomo picchiare ripetutamente sua moglie e nessuno si era scomodato per dire qualcosa, nemmeno dopo averle ridotto il viso a una maschera di sangue. Avevo voglia di intervenire ma Joseph mi aveva fermata dicendomi: - Se non è oggi sarà domani e se intervieni forse domani sarà anche il suo ultimo giorno. - All'inizio non avevo capito, poi mi ero ricordata che non esisteva alcuna legge contro il maltrattamento e l'abuso femminile.
Quel giorno capii anche che Joseph si sentiva in colpa per il fatto di non poter fare nulla per la donna.
Tre mesi dopo la trovarono morta in un boschetto vicino al Vallo di Adriano, vicino a casa nostra.
Ricordo che mi sentivo arrabbiata e frastornata e pesai a quante altre donne avrebbero perso la vita per colpa di uomini come il marito di quella poveretta.
La maggior parte del tempo la passavo a pulire casa, sistemare i panni, preparare da mangiare, oppure a leggere libri: mi era sempre piaciuto leggere libri perché mi aiutavano a fuggire dalla realtà, anche nel 2016 spesso leggevo per questo motivo.
I libri erano pochi e raramente riuscivo a recuperarne altri, le librerie erano ancora poco fornite.
Joseph era un bravo ragazzo e da quando mi aveva trovata mi era sempre rimasto accanto. Era davvero un buon amico. Una volta mi aveva salvato da un venditore che voleva consegnarmi alla polizia per aver rubato un pollo da cucinare.
Il Vallo di Adriano era ad un paio di chilometri di distanza, lo scoprii facendo una passeggiata per schiarirmi le idee. In realtà era una lunga collinetta che andava da est a ovest a perdita d'occhio. Non erano ancora stati fatti scavi archeologici, almeno non il quel posto. Capii che era il Vallo dal simbolo della nona legione inciso su una pietra abbandonata dalle intemperie e finemente lavorata.
Faceva caldo e mi ero stesa sul prato davanti a casa, stavo leggendo per l'ennesima volta l'odissea
Joseph era uscito da solo dicendomi di aspettare a casa, aveva una espressione strana e per niente rassicurante. Sapevo che se la sarebbe cavata ma ero comunque in pensiero per lui.
Tornò a casa verso il tramonto, alzai lo sguardo e notai le ferite da taglio e i vestiti tutti strappati e sporchi e con un fucile in mano.
Mi alzai e gli corsi in contro. - Ma cosa ti è successo?
Lui voltò lo sguardo. - Ho incontrato persone che non dovevo mai più vedere. Mi hanno aggredito e io gli ho rubato questo. Se lo vendiamo potremmo finalmente magiare in modo decente. - mi sorrise.
- Delle persone? Chi è stato? - provai a chiedere.
- Lascia perdere. Ora è finita. - Continuò ad avanzare fino a sorpassarmi.
Io gli tornai davanti e lo bloccai. - No, ora ti mi... - provai a dire.
Joseph mi prese per le spalle. - Tess, lascia perdere. Stanne fuori, ti prego. - Vidi i suoi occhi diventare lucidi dalle lacrime.
Io rimasi in silenzio, non avevo il diritto di ribattere anche se volevo sapere cosa era successo. Quello che non volevo, invece, era perdere l'unico amico che avevo.
Lui fece un profondo respiro e mi superò per poi entrare in casa.



Per chi volesse contribuire in questo modo all'editing: Grazie mille.



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