Valentine e Francis si misero subito a lavoro per cercare informazioni sul quartier generale dei Crociati di New Orleans
All'inizio
non trovarono un gran che, passarono la giornata su internet
chattando con i loro contatti ma non servì a nulla. Neanche il
secondo giorno fu così prospero.
A
un mese di ricerche eravamo arrivati alla conclusione che avessero
una base mobile, viste le varie incursioni tattiche per tutto lo
stato, intuizione di Thessa.
L'ultima
settimana di dicembre la passammo a festeggiare il natale e il
capodanno e a prenderci una pausa, anche se non eravamo per niente in
vena di festeggiamenti.
Alla
seconda settimana gennaio arrivò l'informazione che ci serviva.
Quel
giorno Francis tornò a casa di corsa, aveva il fiato corto -
Forse... forse ho qualcosa! - bofonchiò.
Valentine
e Jolene corsero verso di lui - D'accordo sentiamo! - fece Valentine
euforica.
Lui
riprese fiato - Ho trovato un tizio che si è salvato da un attacco
dei Crociati, era scappato come un codardo. Comunque dopo l'attacco
tornò indietro sentendosi in colpa e ha sentito due soldati dei
Crociati, probabilmente adepti, parlare di una nave militare classe
incrociatore. - spiegò.
Valentine
andò al computer - Okay, sappiamo che la nave deve aver fatto tappa
in tutti i porti possibili dello stato nell'ultimo anno e che non può
essere originaria della Louisiana... - fece qualche click col mouse e
batté alcune volte sulla tastiera - E abbiamo una vincitrice! Si
tratta della USS Samaritan, classe torpediniere, non incrociatore,
capitanata da un tale di nome Nathan James. - esultò lei.
-
Abbiamo un nome, ma abbiamo anche un posto? - chiesi con
svogliatezza, il piano non mi era mai piaciuto del tutto fin
dall'inizio.
-
Che acida, hai le mestruazioni? - mi rimbeccò lei.
Mi
coprii l'addome con la coperta - Sì, e allora? - replicai. Era vero,
avevo le mestruazioni, mi faceva male la pancia e il mio umore era
peggiore del solito.
-
Niente! Ma Evie ha ragione, non c'è nulla su questa nave sui
registri della marina. - confermò Valentine. Eravamo punto e a capo.
Nelle
due settimane successive piano piano quasi tutti smisero di fare
ricerche o di sentire i pochi contatti rimasti in città.
Io
rimanevo sempre in camera o ad ascoltare musica in balcone sdraiato
al sole. Thessa aiutava Jolene nella faccende di casa imparando a
sfruttare al meglio il suo potere di dominare il tempo. Francis aveva
ricominciato a frequentare il campo da basket.
Valentine
invece non si era arresa e un giorno di fine gennaio la sentii
esultare - Finalmente! -
Thessa
la guardò incuriosita - L'hai trovata? -
Valentine
si alzò e le andò davanti, le prese la testa e la baciò in fronte
- Sì, piccoletta. L'ho trovata. - rispose con un enorme sorriso. Noi
tutti ci girammo per guardarla, aveva attirato la nostra attenzione.
-
Ho dovuto scavare e aggirare non so quanti sistemi di sicurezza ma
alla fine ce l'ho fatta. - continuò lei gesticolando con le mani.
Jolene
si avvicinò - Quindi, dov'è questa fantomatica nave dei Crociati? -
- È
ormeggiata al porto vicino a Bellechase da più di due mesi per
riparazioni, a quanto pare una congrega è riuscita a contrattaccare.
Peccato siano stati massacrati prima di finire il lavoro. - continuò
a spiegare.
Sbuffai
scocciato - Che palle, ancora quel posto! - diedi una rapida occhiata
a Francis.
-
Perché, cos'ha che non va? - chiese lei.
Guardai
Francis finché non si accorse di me, lui mi fece sì con la testa,
segno che potevo raccontarle l'accaduto - Il cugino di Francis,
Thomas, fu assassinato in un agguato da parte di un Crociato sulla
strada per Bellechase. -
Il
sorriso di Valentine si spense in viso - Mi... mi dispiace! -
balbettò.
- È
stata tua madre a fare un accordo con quel Crociato, il grimorio di
Chang Fung distrutto per la testa mia e di mio cugino. - spiegò in
soldoni il ragazzo.
Un
silenzio tombale si impossessò della stanza. Guardai Valentine,
aveva l'aspetto di una persona che si sentiva in colpa. Dentro di me
esultai nel vedere quell'espressione dolorante. Non sopportavo quella
ragazza. Nonostante i mesi passati fianco a fianco non riuscivo
ancora a perdonarla e, da quello che ero riuscito a capire
dall'atteggiamento di Jolene e Francis, anche loro faticavano ad
accettarla del tutto.
Valentine
spezzò l'imbarazzante silenzio schiarendosi la voce - La... la USS
Samaritan è approdata al molo tre. Basterà andare lì e organizzare
un incontro pacifico con il Capitano James. - nessuno disse una
parola, ci fu di nuovo un silenzio imbarazzante.
-
Ci vado io. Chiederò un incontro tra noi e il capitano. - sbottò
Francis - Vado dopo la scuola! - poi prese lo zaino e senza guadare
nessuno si girò per uscire di casa.
-
Okay... - sussurrò Valentine - Aspet... - provò a dire con il
braccio teso verso il ragazzo, ma lui era già uscito.
Stranamente
quella scena non mi lasciò nulla di gioioso, anzi mi sentii in colpa
per aver voluto la sofferenza di Valentine, anche se era il dolore di
un istante. Era innegabile che un giorno Valentine avrebbe dovuto
affrontare i torti causati da sua madre e non solo i suoi. Quello che
notai invece era il suo aspetto generale, aveva i capelli spettinati
e poco lavati, aveva le occhiaie e il suo viso era pallido e stanco.
Si era impegnata tantissimo per trovare quella nave fino a ridursi ad
uno straccio.
Ma
grazie a lei e alla sua tenacia avevamo trovato la base dei Crociati.
Questa era la parte facile del piano, la parte difficile e rischiosa
era quella di riuscire a parlare con il loro capo e non finire tutti
ammazzati.