Avevamo un piano ben preciso e due obbiettivi primari Amber e Monique. Francis e Jolene avrebbero seguito Monique mentre io e Tiffany ci saremmo occupate di Amber per tutta la festa, almeno fino allo zenit della luna verso le due del mattino.
Passammo i tre giorni a seguire cercando di trovare ulteriori informazioni ed eventualmente modificare il piano d'azione, ma non trovammo altri elementi rilevanti, tutto sembrava scorrere nella più completa normalità.
Per quanto riguardava noi, Francis si sottopose ad un allenamento intensivo sul seguire le tracce con il mio aiuto, inutile dire che in poco tempo era diventato davvero abile a seguirmi nonostante il mio teletrasporto. Jolene invece rimase per quasi tutto il tempo in camera sua, non sapevo cosa stesse facendo ma sapevo che la sua forza vitale saliva lievemente di giorno in giorno. Tiffany si allenava come non aveva fatto prima, i suoi progressi non potevano nemmeno essere paragonati ai miei o a quelli di Jolene o Francis, era semplicemente straordinario il suo livello di miglioramento. Nonostante questo continuava a non rivolgere uno sguardo a Emris che ricambiava il sentimento di astio. Thessa invece era costantemente incollata a Tiffany durante i suoi allenamenti, durante il pranzo o la cena aveva cominciato a sorriderle e a parlarle. Per me era una gioia sentire la sua vocina fare da sottofondo durante i pasti. Emris invece era più fuori casa che con Thessa, comportamento assai strano, soprattutto perché sembrava tenere alla sicurezza della bambina.
La sera del trentuno ottobre arrivò più i fretta di quanto mi aspettassi. La festa era in maschera e ci servivano dei costumi. Fortunatamente durante il poco tempo libero che ho avuto dei tre giorni precedenti trovai un costume adatto. Andai in bagno, mi lavai e indossai i vestiti che avevo comprato: un bustino a bracia scoperte con maniche in seta leggera viola, un paio di pantaloni in similpelle viola e una cintura nera.
Uscii dal bagno e subito mi ritrovai davanti agli occhi un'arciera con il cappuccio verde con arco e faretra piena, un assassino medioevale mediorientale con due kilij ai fianchi, e una ragazza asiatica vestita con un vestito lungo fino alle ginocchia e nero che le dava un aspetto di femme fatale.
Francis mi guardò perplesso - Cosa dovrebbe essere quello? -
Mi guardai più attentamente perplesso - È un costume da negromante, non si capisce? -
- Okay, se lo dici tu! - rispose lui poco convinto, poi lui e Jolene si avviarono verso l'uscita.
Guardai Tiffany con le braccia aperte - Ma che...? -
Lei mi sorrise - Un lato positivo c'è, quel bustino ti fa le tette grosse. - si morse il labbro e usci di casa.
Mi girai verso Emris - Tu starai con Thessa finché non torniamo, vero? - sorrisi sarcastico.
Emris si avvicinò - Ehi, io ho delle cose da fare, non posso rimanere a casa! -
- Mi dispiace, siamo a corto di personale come vedi. Per stasera dovrai fare il babysitter - gli sorrisi.
Lui mi guardò contrariato - Non esiste! E poi avete deciso senza consultarmi. -
Sospirai - È vero. Ma se tu fossi rimasto a casa più tempo ne avremo parlato meglio del piano. - gli diedi una pacca sulla spalla - Bene, ci vediamo dopo! - finii e me ne andai prima che potesse replicare ancora.
Scesi in garage e notai subito lo splendore della vernice nera dell'auto di Tiffany, doveva aver fatto le pulizie da cima a fondo, le piacevano molto le auto soprattutto quelle di lusso e potenti. Tiffany era ancora in piedi accanto all'auto, mi sorrise e con un gesto di galanteria mi aprì la porta. Le sorrisi imbarazzato ed entrai in auto, quello era un gesto che non mi sarei mai aspettato da lei.
Ci mettemmo mezz'ora ad arrivare, la gente per strada era poca nonostante fosse una delle serate che tutti aspettavano, gente che comunque ci fece rallentare molte volte. Il viaggio era stato piacevole e silenzioso, più di una volta Tiffany mi lanciò uno sguardo malizioso, in sottofondo la radio dava musica house che faceva diventare l'atmosfera leggermente eccitante, almeno per me.
Il fatto che non ci fossero persone in giro era per le ripercussioni e degli scontri, per non parlare della conta dei morti che ammontava a centocinquanta e dei feriti a più di duemila, era normale che la gente avesse paura di uscisse di casa.
Una volta arrivati Tiffany parcheggiò poco distante dall'entrata dell'edificio per una rapida fuga in caso di necessità, spense l'auto, scese e si affrettò ad aprirmi la portiera. Rimasi di nuovo stupito e la fissai per qualche istante.
Lei arrossì - Che c'è, non posso essere galante con la donna che amo? - abbassò lo sguardo.
- No... no affatto, anzi mi fa molto piacere. È che non ci sono molto abituata. - arrossii portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Lei sorrise imbarazzata, mi prese la mano e mi fece scendere dal veicolo - Andiamo, c'è una festa che ci attende! -
Durante il breve tragitto per arrivare all'entrata della palestra non lasciai mai andare la sua mano, da una parte era romantico stare mano nella mano ma dall'altra avevo una brutta sensazione.
La palestra era allestita con una rappresentazione di un vecchio cimitero, le lapidi erano gli schienali delle sedie e i tavoli a forma di sarcofaghi in finto marmo. Le luci erano cupe e davano alla finta nebbia del pavimento un tocco più tetro. La stazione del dj era un finto tumulo funerario sopraelevato in fondo alla palestra. Sulle pareti c'era una carta da parati con disegnato uno sfondo di un bosco lugubre illuminato dalla grande luna piena posizionata dietro alla stazione del dj che mixava musica commerciale per i molti ragazzi mascherati che stavano ballando in pista.
- Perfetto. Ora come facciamo a trovare quelle due? - mi chiese Jolene.
- Seguiamo i cadaveri. - sbottò Francis, noi lo guardammo male - I morti viventi. Gli zombie. - indicò con gli occhi un gruppo di ragazzi vestiti da morti viventi.
Facemmo sì con la testa poi osservai attentamente ricordando la foto di Amber su facebook che mi aveva fatto vedere Jolene - Noi invece teniamo d'occhio Harley Queen laggiù! - feci notare a Tiffany.
Ci separammo e accompagnai Tiffany al buffet a prendere qualcosa da bere mentre tenevamo d'occhio Amber e i suoi amici licantropi. Dopo alcuni minuti i tre ragazzi vennero da noi, avevano gli artigli alle unghie e le lenti a contatto, uno con le lenti rosse, un altro con le lenti blu, e l'ultimo con le lenti gialle.
"Oh no, ci mancavano i fan di Teen Wolf!" sbottai tra me e me.
Il ragazzo con gli occhi rossi si fece avanti sfregandosi le mani - Ehi, ciao. Da quello che vedo siete da sole. Volete un po' di compagnia maschile? -
Guardai Tiffany, aveva una faccia contrariata - No, grazie. Abbiamo già la nostra compagnia. - gli risposi.
- Ah sì, e dove sono i vostri accompagnatori? - si girò verso i suoi amici che si misero a ridere.
Presi per mano Tiffany e alzai il braccio - Proprio qui. - sorrisi.
I sorrisi dei ragazzi lentamente sparirono - Siete lesbiche. - disse il ragazzo dalle lenti rosse poi si avvicino a me e mi accarezzò il mento con un dito - Che spreco... ma state attente, potreste pentirvene prima che questa festa finisca. - sogghignò alla fine.
Scostai la testa, non mi piaceva lo sguardo che aveva "Imbecille!" pensai.
- Amore, ti va di ballare? - mi propose Tiffany, però senza sentire risposta mi trascinò in pista. Mi strinse forte in vita e cominciammo a danzare abbracciate l'una all'altra.
Danzammo per un bel po' di tempo, mi appoggiai alla sua spalla e lasciai affondare il mio viso tra i suoi capelli, quel gesto mi calmò molto. Lei tolse una mano dai miei fianchi e la appoggiò delicatamente sulla mia nuca.
- Che cosa ti è preso, perché sei così strana stasera? - le chiesi anche se non volevo più staccarmi da lei.
Lei rimase in silenzio per qualche istante prima di rispondere - Prima del tuo incidente so che per colpa della mia stupidità e delle mie angherie non sei mai riuscita a partecipare a queste feste durante il liceo. Ho pensato che se fossi riuscita a regalarti almeno una di queste serate, forse in qualche modo sarei riuscita a farmi perdonare. - mi strinse più forte senza farmi male - Ma quei tre hanno rovinato tutto... -
"Tiffany..." commentò Evaline nella mia testa, era commossa.
Mi tirai su e la guardai negli occhi, stava per piangere per il nervoso - Non importa. Tu sei qui con me adesso e questo mi rende felice. Non potrei desiderare di meglio. - la baciai sulla bocca per farla rilassare - E poi quelli erano solo dei stupidi ragazzini. - le sorrisi.
Lei ricambiò il mio sorriso e mi accarezzò i capelli - Evaline Deraneau, ti amo da morire. -
In quel momento le luci si spensero e e il mixer smise di suonare. Un flash seguito da un botto assordante illuminò per un istante l'intera sala, poi di nuovo il silenzio assoluto. Come era sparita la luce tornò, per qualche istante i partecipanti alla festa si guardarono attorno. Un urlo agghiacciante sovrastò il brusio che si era creato.
Da sopra il palco Amber prese il microfono del dj morto - Nessuno si muova o faccio fuori qualcun altro a caso! - fece con un tono svogliato.
Nessuno si mosse. Amber alzò gli occhi al cielo e puntò la pistola ancora fumante verso la folla e premette il grilletto. Il boato fu assordante, istintivamente guardai Tiffany, dal suo sguardo intuii che stava bene, poi passai a Francis e Jolene, anche loro stavano bene. Subito dopo il corpo di una ragazza bionda cadde a terra, in fronte aveva il buco che il proiettile le aveva fatto. Dopo qualche istante di titubanza i ragazzi cominciarono a urlare in preda al panico e a correre verso l'uscita. Per tutto il tempo Amber non aveva esploso nessun altro colpo.
Alla fine restammo in palestra solo io, Tiffany, Jolene, Francis, i tre lupi mannari e Amber che sorrideva compiaciuta con la pistola in mano.
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