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mercoledì 7 settembre 2016

Stagione 2 Episodio 11



Una scossa mi fece risvegliare, la testa mi faceva male. Aprii gli occhi tossendo per la polvere, lo spazio era piccolo e buio tranne che per uno spiraglio da dove entrava la luce. Guardai di lato e vidi qualcosa che mi fece trasalire, un cadavere in uno stadio molto avanzato di putrefazione.
"Porca troia! Ma che..." sbottai tra me e me con una mano sulla bocca, poi però mi tornò in mente di essere stato quasi schiacciato addosso a una tomba da un muro mobile.
"In qualche modo mi sono teletrasportato all'interno del loculo." dedussi anche se detta così mi sembrava ancora impossibile.
Scavalcai quello che sembrava il corpo di una donna di umili origini del diciottesimo secolo, lo capii dai vestiti logori e impolverati che ancora indossava e provai a guardare fuori.
Vidi un uomo muscoloso, a torso nudo, alto sui due metri girato di schiena, coperto da rivoli copiosi di sangue e graffi. Aveva un paio di pantaloni ridotti a brandelli, la parte sinistra era piena di strappi ma intatta mentre la destra era inesistente dal ginocchio in giù. Notai una strana cicatrice su tutto il polpaccio.
Ragionai su chi fosse ma la soluzione poteva essere una sola.
- Vecchietto! - sussurrai quando capii.
La visibilità era ottima da quell'angolazione, tanto che potevo vedere anche l'avversario di Mei. Era lo stesso ragazzo dalla risata squillante che ci aveva attaccati all'uscita della cripta ed era praticamente illeso, in piedi sopra l'ennesima tomba.
- Maledetto bastardo... - rantolò Mei.
- Contro chi credevi di scontrarti, uno dei soliti noiosi e patetici pivelli? - rise ancora il ragazzo.
Mei si mise in posizione - Certo che no! Ma non pensavo fosse così dura. - ansimò.
Il ragazzo rise più forte - E io non pensavo che esistessero ordini di stregoni ancora in circolazione. E men che meno un Berserker in carne e ossa. -
Mei approfittando della distrazione del ragazzo attaccò. La sua velocità era notevole e il balzo successivo per raggiungere il suo avversario erano impeccabili. Arrivato alla distanza giusta sferrò una raffica di bugli poderosi al volto e allo stomaco del ragazzo che non provò nemmeno a parare, semplicemente incassò tutto.
Improvvisamente la polvere si alzò per una folata di vento e Mei fu rigettato all'indietro. Finì per razzolare a terra ma si rialzò in ginocchio con un'acrobazia.
Il ragazzo con un ghigno maligno in volto - Tutto qui quello che sai fare, stregone? -
Cercai di mettere bene a fuoco il suo corpo ma non trovai segni di colluttazione, neanche un piccolo ematoma. Mei non lo aveva colpito nemmeno una volta.
Mei aveva il fiato corto e non aveva una bella espressione sul viso - Dovresti... avere più rispetto per gli anziani, ragazzino... - prese un bel respiro e si alzò - Ho ancora qualche asso nella manica... ti consiglio di stare attento. -
Provai a concentrarmi sulla potenza che avevano. Mei stava accumulando potere diventando dieci volte più forte di Tiffany, mentre il ragazzo dai capelli lunghi aveva una lieve diminuzione di potere.
"Non può vincere... non ce la farà." mi disse Evaline con un tono grave nella voce.
Io non dissi nulla, non volevo credere a quell'affermazione.
Con uno scatto fulmineo Mei si portò davanti al suo avversario a mezz'aria e gli sferrò un pugno potentissimo al volto che lo fece letteralmente precipitare a terra, alcuni mausolei andarono distrutti dall'onda d'urto. Mei si diede la spinta sulla tomba in direzione del ragazzo e una volta arrivato a portata gli diede una raffica di pugni uno più potente dell'altro.
Quando il vecchietto provò a caricare il braccio dietro la spalla fece una smorfia di dolore, in quell'istante il ragazzo ne approfittò per tirare un calcio al fianco di Mei che finì per volare a qualche metro di distanza.
Mei rotolò di nuovo sul selciato, quando si rialzò vidi il fianco completamente abbrustolito.
"Fuoco. Quattro elementi? Riesce ad usare quattro elementi contemporaneamente!" esclamai incredulo nella mia mente.
"Non solo quattro, Erik, anche i loro diretti derivati! Un altro elemento è il metallo, ricordi le lame deformate sui due corpi di prima? Credo le abbia create lui." mi spiegò Evaline.
"Ma non dovrebbe essere impossibile?" le chiesi.
Sospirò pensierosa "Di norma sì. In questo però caso credo ci sia qualcos'altro sotto che ancora non sappiamo. Purtroppo Mei non riuscirà a resistere abbastanza a lungo..." continuò lei.
"Ma che dici? La forza del vecchietto è schiacc..." cercai di dirle ma mi fermai quando notai che la forza vitale di Mei era diminuita della metà dopo l'attacco.
Il ragazzo si rialzò, portò la mano sulla guancia per toccarsi il labbro rotto, aveva anche un livido sulla guancia ma di altri segni neanche la minima traccia.
- Quel pugno l'ho sentito. Ora mi tocca ammazzarti come un cane! - fece con sguardo assassino.
Mei non replicò, rimase in silenzio. Ansimava e il dolore al fianco gli faceva visibilmente male.
- Cos'è, non parli più? - continuò serio il ragazzo. Con un gesto della mano fece muovere alcune colonne di roccia verso Mei che schivò agilmente.
Il ragazzo continuò ad attaccare con colonne di roccia e asfalto senza lasciare al suo avversario un momento di pausa. Mei schivò la maggior parte degli attacchi e gli altri usò la sua forza per distruggere i pilastri. Era una situazione di stallo. Mei a corto di fiato e il ragazzo che non si muoveva dalla sua posizione.
Rimasero a guardarsi per un lungo istante, poi Mei cominciò a tossire. Era una tosse strana, sembrava come se avesse qualcosa nei polmoni, alla fine vomitò sangue dalla bocca e si inginocchiò. In quel momento capii che quella trasformazione non era qualcosa di naturale.
Il ragazzo sogghignò - A quanto pare l'effetto è finito. Scommetto che quella medicina che hai preso ha delle controindicazioni letali. - cominciò a ridere - In pratica ti sei suicidato per dare a pochi idioti la possibilità di scappare. Peccato... peccato per la tua apprendista. È rimasta letteralmente schiacciata dal mio talento... - e scoppiò nella solita risata macabra e squillante.
Mei provò a reagire d'impeto ma il ragazzo gli intrappolò braccia e gambe fra dodici colonne, tre per ogni arto. Provò a reagire o a disincastarsi ma a ogni movimento il ragazzo strinse ancora di più la morsa causandogli dolori atroci. Le urla di Mei erano strazianti.
Il ragazzo guardò la gamba con la cicatrice - Ci siamo, l'effetto sta svanendo. - rise mentre la ferita si riapriva facendo sgorgare rivoli copiosi di sangue.
Mei prese fiato - Va a farti fottere! -
Il ragazzo lo guardò negli occhi - Oh beh, prima tu vecchio morto che respira! - formò delle lame d'acciaio e si mise in posizione per trafiggerlo.
- Ora basta Arthur! Lui ci serve vivo ancora un po'. - era la voce di una donna.
Arthur rimase con le lame alzate e pronte per colpire ma con riluttanza si fece indietro in silenzio.
La donna fece capolino con il suo vestito elegante blu e spaccatura sulle cosce, scollatura abbondante che lasciava intravedere il seno formoso. Aveva capelli corti e portati perfettamente, e una borsetta costosissima. Il viso bellissimo e ben curato.
Assieme a lei altri due individui che rimasero dietro le tombe, non riuscii ad identificarli fisicamente.
Si avvicinò a Mei e gli toccò con il dito il petto ormai tornato quello di un vecchio - Non hai lasciato riserve. Hai dato tutto quello che avevi. Sei nobile e coraggioso, te lo concedo. - gli disse con voce suadente.
Per un attimo sembrò soccombere a quelle parole, poi però Mei si riprese e la guardò negli occhi - che cazzo vuoi da me, puttana? - le chiese sputandole in faccia il sangue che aveva in bocca.
La donna rimase per un attimo immobile con gli occhi chiusi poi tornò a guardarlo - Voglio sapere dov'è la nuova Matriarca. -
Mei rise spavaldo - Chiedete alla persona sbagliata. - per un attimo incrociò il mio sguardo e i suoi occhi tornarono sereni come se non avesse più rimpianti - E anche se lo sapessi non te lo direi, nemmeno se mi promettessi un pompino, troia! - sorrise con i denti sporchi di sangue.
- Spavaldo anche nella morte. È un peccato non esserci incontrati decenni prima. - fece un cenno ad Arthur che si preparò per colpirlo - Cosa ti da tanto coraggio, vecchio? - chiese il ragazzo.
Mei lo guardò con uno sguardo stanco ma deciso - Conosco qualcuno così forte che vi cagherete sotto per la paura appena li incontrerete. -
- E chi sarebbe, il padreterno? - sogghignò il ragazzo.
Mei sorrise - Anime... solitarie... - ansimò.
Arthur esitò per un istante, poi squarciò il petto di Mei, si avvicinò al suo orecchio, gli disse qualcosa, spezzò la lama e si allontanò. La donna fece un cenno e Arthur lasciò cadere a terra il corpo del vecchio e tutti e quattro se ne andarono come erano venuti.



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