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venerdì 23 settembre 2016

Stagione 2 Episodio 23



L'uomo portò Thessa davanti alla console del deejay e la mise davanti a se tenendola per le spalle in modo che non scappasse.
- Ottimo lavoro Amber. - la elogiò lui, la sua voce era distorta dalla maschera nera che aveva davanti al volto.
Lei gli fece un inchino - Grazie Maestro! -
- Ora sai cosa devi fare. Ammazzali. - le ordinò.
Avanzai di un passo - Prima ordini alla tua amichetta di non farci del male e poi ci vuoi morti? Sei più matto di quello che pensavo. - lo rimproverai. Volevo teletrasportarmi a portata di attacco e finirla subito con quella storia ma il fatto che ci fosse anche Thessa mi bloccava, se avessi fatto un passo falso per la ragazzina sarebbe finita male.
L'uomo mi ignorò e con un gesto della testa diede in segnale a Amber di iniziare. Lei si girò verso di noi, riuscivo a sentire il suo istinto omicida anche a diversi metri di distanza, i suoi occhi e il suo viso bramavano solo uccidere. A metà strada alzò la pistola verso me e Tiffany e premette il grilletto. Il lampo e il rumore mi fecero trasalire tanto da farmi tremare.
Pochi istanti dopo un corpo davanti a me cadde a terra, il foro del proiettile sul petto stava sanguinando. Gli altri due terrorizzati si allontanarono dal loro amico.
Amber si avvicinò al ragazzo e gli diede un calcio per controllare se fosse ancora vivo. Lui urlò dal dolore ma lei con assoluta freddezza gli sparò altre due volte, il sangue schizzò in alto per poi ricadere sulla vittima della ragazza e sul pavimento. Spostò l'attenzione verso gli altri due ragazzi.
Ringraziai per non aver visto nessuno di noi colpito "A quanto pare quei tre idioti non servono più allo scopo!" mi dissi cercando di contenere la rabbia. Erano idioti ma anche dei ragazzi che non sapevano che stavano facendo.
Il ragazzo con gli occhi azzurri mise le mani avanti - Ti prego, Amber! Abbiamo fatto tutto quello che volevi. Ti supplico non uccidermi! - stava per mettersi a piangere.
Lei sorrise e premette di nuovo il grilletto. Un altro boato e un altro lampo di luce. Fu un centro perfetto in mezzo agli occhi. Il corpo esanime cadde a terra con un tonfo, lo spostamento d'aria creo un piccolo spiraglio attraverso la nebbia del pavimento rivelando alcuni segni e simboli di colore rosso.
L'ultimo, quello con gli occhi rossi, provò a strisciare verso l'uscita sperando di non essere notato ma Amber lo vide e partì all'inseguimento.
Con uno scatto in avanti raggiunsi Amber e le puntai la lama alla gola - Lascialo stare! - intimai.
Lei mi puntò la canna della pistola alla pancia - Chi sarà più veloce? Tu con il tuo polso o io con il mio dito? - sembrava sicura di se.
L'osservai più attentamente. Mi sbagliavo, nei suoi occhi non c'era nessuna esitazione - Proviamo e lo sapremo! -
- Adesso basta! - urlò l'uomo mascherato. Guardai lentamente in quella direzione con la coda dell'occhio, l'uomo aveva tirato fuori un pugnale e lo aveva portato alla gola di Thessa - Fatti da parte Evaline o le taglio la gola! -
Passai varie volte lo sguardo da Amber a l'uomo per cercare una soluzione che non finisse con la morte di qualcuno a me caro, ma non c'era. Anche se quell'uomo era "lui" non potevo sapere se faceva sul serio o no. Mi sforzai ma non trovai scappatoie. Con una fatica immane presi la mia decisione, abbassai la spada e lasciai passare la ragazza che sorrise beffarda.
Il ragazzo con gli occhi rossi aveva continuato imperterrito a strisciare verso la salvezza ma Amber lo raggiunse in un attimo.
Lui si voltò verso la ragazza che aveva la pistola in mano - Ti...ti prego Amber, non farlo! -
Lei non lo ascoltò, rimase soltanto in silenzio.
Lui cominciò ad ansimare e sudare - Avanti, sai cosa provo per te, cosa farei per te... io ti amo! - dal mio punto di vista non era per niente convincente.
Amber lo guardò poi sbuffò sarcastica - Amarmi. Amarmi? Tu dici di amarmi? Non sono come... aspetta, come mi hai definita con i tuoi amici? Ah si, una troietta svitata da una scopata e via. È ironico che ora sia tu la mia troietta, no? - e gli puntò la pistola al viso.
Lui tremante cercò di dire qualcosa ma Amber premette il grilletto per l'ennesima volta. Niente sparo. Mi sentii in colpa sapendo che avrei posto fine a tutto se solo avessi immaginato che la pistola si fosse inceppata.
Amber guardò la pistola, provò a tirare indietro il percussore e riprovò a premere il grilletto ma nulla. Rassegnata sospirò, girò l'arma in modo che si potesse usare il calcio come una clava e colpì il ragazzo al viso. Lui sbatté la testa sul legno del pavimento gemendo di dolore. Lei si mise a cavalcioni su di lui e continuò a colpirlo al volto. Una, due, tre volte. Lui urlò per il dolore straziante. Quattro, cinque, sei volte. Il ragazzo non emise più nessun urlo. Sette, otto, nove, dieci volte. Schizzi di sangue si sparsero tutto intorno e in faccia ad Amber.
Voltai lo sguardo, mi sentivo in colpa per lui, non riuscivo a guardare. Una rabbia bestiale mi pervase ma cercai stare calmo anche se era più difficile del solito. Quei tre ragazzi erano degli idioti ma non meritavano una fine del genere.
Tornai a guardare la scena. Amber era rimasta sopra la sua vittima ansimante con la testa rivolta verso l'alto, era come se si fosse levata un peso dalle spalle. Quando finalmente si rialzò e si girò capii che per il ragazzo non c'era più nulla da fare, Amber era coperta dalla testa ai piedi da sangue e da pezzi di materia cerebrale.
L'uomo mascherato applaudì - Ottimo lavoro Amber! -
- Ti ringrazio maestro! - rispose lei levandosi il sangue dagli occhi.
Feci un passo in avanti, ero stanco di giocare - Quindi che hai intenzione di fare, Emris? -
L'uomo sussultò e rimase immobile. Amber aveva uno sguardo interrogatorio, forse non sapeva nemmeno lei il nome del suo maestro.
Dopo alcuni secondi l'uomo si levò la maschera - Hai scoperto la mia vera identità, sono stupito. -
- Non è stato difficile. Il tuo comportamento, il tuo continuo andare e venire, gli omicidi aumentati nella nostra zona di recente, ed infine non hai mai usato il tuo potere di strega in nostra presenza. La conferma di tutti i miei sospetti li ho avuti quando sei entrato da quella porta trascinando Thessa con la forza. - gli spiegai.
Lui sorrise - Analisi degna di una matriarca quale sei. -
- Fottiti. Adesso rispondi alla mia cazzo di domanda. - gli intimai furente.
Lui mi ignorò e fece un segno ad Amber che con piacere cominciò a pronunciare frasi in una lingua antica ormai morta da decine di millenni. Solitamente i riti venivano formulati con questa lingua morta per massimizzarne gli effetti.
Poi Emris tornò su di me - Il Gran Circolo è stato letteralmente smembrato, le congreghe si scontrano apertamente tra loro e contro i Crociati e i colpevoli di questo conflitto hanno capacità superiori a tutte le streghe di New Orleans. In pratica la fuori c'è la guerra. Io e Thessa non possiamo scappare e non possiamo restare. Che cosa dovremo fare secondo te? - mi urlò, la sua faccia era rossa dalla rabbia.
- Combattere! - rispose Francis risoluto.
Emris rise beffardo - Combattere? E con chi, un branco di ragazzini del liceo e una matriarca che non sa nemmeno battersi? No, grazie. Preferisco rischiare a modo mio. -
Provai a replicare ma dei segni rossi baluginarono da sotto la nebbia, sembrava un sigillo ma aveva simboli diversi
Emris sorrise e si mosse per raggiungere Amber trascinando a forza Thessa che si dimenava e urlava per liberarsi.
Amber invece aveva lo sguardo confuso - Perché non funziona, Maestro? -
Emris si portò dietro di lei - Perché serve il sacrificio di un'omicida spietato! -
Il viso di Amber cambiò in uno sguardo stupito verso il suo maestro. Fece un sussulto, subito dopo un rivolo di sangue fuoriuscì dalla sua bocca e infine cadde a terra morta. Il pugnale insanguinato nella mano dell'uomo.
Emris alzò la lama al cielo e pronunciò altre parole della stessa lingua che usò Amber. I segni sul pavimento si unirono in un'unica luce rossa, la nebbia finta veniva letteralmente rissuchiata al suo interno.





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