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mercoledì 28 settembre 2016

Stagione 2 Episodio 27




Mi girai su me stesso per due o tre volte per capire dove fossi. Non ricordavo come ero arrivato lì, tutt'attorno a me c'erano case in stile settecentesca alte non più di tre piani. Una innaturale luce rossa proveniva dalla luna e illuminava tutta la zona. Mi guardai il petto, un piccolo e sodo seno mi diede la certezza di essere ancora nel corpo di Evaline. Sospirai sollevato, mi piaceva molto quel corpo.
All'orizzonte un fumo nero si alzò verso il cielo. Cominciai a correre in quella direzione, ero spaesato, non capivo dove mi trovavo e nemmeno come ci ero finito lì.
Dopo un po' che correvo giunsi in una piazza colma di pire infuocate e macerie sparse. In mezzo a quel inferno c'erano due figure, una enorme che sembrava formato da parti di cadavere e l'altra era una ragazza asiatica. L'uno fissava l'altra e sembravano in procinto di battersi.
Riconobbi subito la ragazza, provai a chiamarla ma lei non sentiva. Provai a gridare con tutta la voce che avevo ma la mia voce non veniva fuori.
Non potevo chiamarla, dirle che ero lì, mi accasciai a terra disperato.
Tifa, ti prego, girati. Fammi vedere il tuo bel viso un'ultima volta!” supplicai tra me e me.
Lei raddrizzò la schiena e girò la testa verso di me. Mi sorrise, un sorriso triste e rassegnato.
Feci no con la testa sperando riuscisse davvero a vedermi “Non arrenderti. Combatti e torna a casa!” cercai di dirle con tutto l'amore che provavo per lei.
La sua espressione cambiò, era risoluta e piena di spirito combattivo. L'abominio composto da cadaveri con uno scatto in avanti si scagliò su di lei. Io chiusi gli occhi per non vedere, volevo ricordare il suo bel sorriso combattivo.
Un tremore mi fece trasalire, riaprii gli occhi ed espirai alzandomi dal cuscino. Ero completamente sudato e mi faceva male la testa.
- Cazzo, che incubo! - sussurrai, diedi una controllata in giro e capii di essere in camera mia, a casa.
Dalla mia destra sentii provenire dei mugugni, girai la lo sguardo verso il lato del letto dove di solito Tiffany dormiva. Una ragazza completamente nuda era a pancia in giù con la testa girata verso dalla parte opposta alla mia.
Tiffany!” esultai di gioia.
Per un istante sperai davvero fosse lei, che in qualche modo fossi riuscito a tirarla fuori da qualunque posto in cui si trovasse. Poi però osservai meglio il corpo nudo illuminato dai raggi lunari e la silhouette era leggermente diversa da quella di Tiffany e stranamente famigliare.
- Valentine? - stavolta strillai.
Lei continuò a mugugnare e girò la testa verso di me - Che vuoi? - rantolò ancora assonnata.
Alzai la voce - Che cazzo ci fai tu qui? - e mi coprii con le lenzuola visto che avevo solo le mutandine addosso.
Per un attimo mi fissò, poi si mise un braccio sotto la testa - Non ricordi niente? Ci siamo incontrate e ti ho accompagnata a casa. Poi siamo venute in camera e abbiamo fatto l'amore come ai bei vecchi tempi. - mi sorrise con quel suo fare da gatta morta.
A sentire quelle parole andai nel panico “No! No, no, no! Non esiste!” distolsi lo sguardo, mi vergognavo di me stesso. Per accedere al legame empatico e scoprire se una strega mente oppure no bisognava rimanere un minimo concentrati, quello che io non ero in quel momento.
Valentine scoppiò a ridere - Dai, ti prendevo per il culo! - si alzò un pochino - Non che io abbia rinunciato a te. Ti amo ancora moltissimo ma rispetto i tuoi sentimenti per Tiffany. - continuò accarezzandomi con il dito il bicipite.
Istintivamente ritrassi il braccio - Rispetti i sentimenti? E come, schiacciando la gente sul pavimento con la telecinesi fino a farla soffocare? -
Lei abbassò il dito - Quella era solo scena, più o meno. Ero ancora in fase di transizione nel recuperare la memoria. Scusa. - fece infine con una smorfia.
Scusa dice lei. Stronza traditrice.” pensai con una risata sarcastica - Non mi hai ancora risposto. - le ribadii.
Lei si mise seduta - Sono qui per tre ragioni. Numero uno, ti amo e voglio starti accanto anche se dovesse costarmi la vita. Numero due, ti ho salvato il culo stasera da un coglione armato di pistola, in questo paese le pistole sembrano spuntare come funghi. Numero tre, io faccio parte di questa congrega con tutta l'anima. - elencò.
Strabuzzai gli occhi - Tu... tu cosa? -
- Sì, ti ho salvata all'ultimo secondo con una barriera psichica, poi sei svenuta. Ho fatto fuggire il tipo e ho preso il cellulare dalla tasca dei pantaloni e ho chiamato il primo nome che mi venne in mente, quello di Jolene, e ti ho potata qui. Mi sono offerta volontaria per spogliarti e fare la guardia finché non ti fossi ripresa. - spiegò euforica, l'ultima frase mi fece venire i brividi.
Mi ripresi dal ribrezzo delle mani di Valentine che mi spogliavano - Non... era quello che intendevo. Da quand'è che faresti parte della congrega? -
Lei mi mise le braccia al collo - Da quando mi hai salvata in quel vicolo. La me smemorata ha giurato su tutto ciò che aveva che ti sarebbe stata vicina. E intendo mantenere quella promessa a tutti i costi. -
Mi misi ancora a ridere - E tu credi davvero di potermi incantare con questa storiella? -
Lei si avvicinò un pochino al mio viso - No. Te lo dimostrerò ogni giorno per il resto della mia vita ormai mortale. - i suoi occhi mi fecero capire che era seria in proposito.
Non ero per niente convinto ma quella situazione mi diede la possibilità di ricambiare il favore per avermi preso in giro pochi istanti prima.
Lasciai cadere il lenzuolo e mi avvicinai ancora di più al suo viso fino a sfiorare le sue labbra - Ti voglio subito... - sussurrai suadente.
Lei si morse le labbra - Anch'io ti voglio! - mi sussurrò.
Mi allontanai leggermente - ...fuori da camera mia e di Tiffany. - conclusi la frase fissandola negli occhi.
Lei rimase a bocca aperta, sbuffò allontanandosi e si alzò per uscire - Dove mi metto a dormire? -
- Sul divano! - risposi e mi sdraiai - Domani decideremo cosa fare di te! -
Lei aprì la porta e si girò - Rimarrò con voi, anche a costo di farmi ammazzare. - dichiarò, sembrava sul punto di piangere.
Mi girai di lato per non guardarla più - Come ti pare! - le risposi.
Per un attimo pensai stesse per replicare ma poi chiuse la porta.
Il cuore mi batteva forte, avevo visto Tiffany in sogno. Ero felice ma anche demoralizzato perché non era vero, era solo frutto dei miei pensieri. Avevo e continuavo a soffrire di un dolore indicibile per la sua perdita. Un istante, il suo viso terrorizzato mentre cadeva in un portale erano le sole cose che riuscivo a vedere quando chiudevo gli occhi. Da quella sera però potevo ricordare anche il suo sorriso e questo mi dava la forza di continuare aspettando il suo ritorno.
Il sogno pero era molto vivido e reale, e parecchio cupo. Con quel pensiero mi addormentai sperando di sognarla di nuovo.



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